Far Cry New Dawn Recensione, Ubisoft riparte dall’apocalisse

Far Cry: New Dawn

Tra i tanti franchise di successo targati Ubisoft, quello di Far Cry è innegabilmente uno dei più noti e apprezzati al mondo; non è mancata una certa vena conservativa a legare tra loro Far Cry 4, Far Cry Primal e Far Cry 5, ma è pur vero che il più recente capitolo della serie ha raggiunto vette inattese nel gameplay e nella componente RPG, ottenendo un successivo davvero notevole da parte del pubblico e della critica. Far Cry New Dawn, titolo di cui vi parliamo oggi nella nostra recensione, rappresenta un tassello molto importante; il futuro di Far Cry riparte da qui. Ubisoft ora ha due possibilità: riprendere i singoli elementi innovativi che ha introdotto (e di cui stiamo per parlarvi) per poi portarsi avanti sperimentando ancora di più; in alternativa, restare ancorata ad essi, riproponendo una nuova vena conservativa che poi tornerà a mostrarsi anche in Far Cry 6. Non possiamo di certo prevedere il futuro, quindi per ora ci limiteremo ad analizzare in modo critico il presente: Far Cry New Dawn ha degli aspetti molto positivi ed altri meno convincenti. Proprio come il mondo post apocalittico che funge da ambientazione.

Bentornati ad Hope County

Se avete già letto il nostro articolo sulle cinque cose da sapere prima di cominciare a giocare a Far Cry: New Dawn (e vi consigliamo di farlo, perché è molto utile), saprete già che il nuovo capitolo della serie è ambientato nuovamente ad Hope County. Trattandosi di un’espansione stand alone di Far Cry 5 la scelta è motivata dai tempi di sviluppo, che sarebbero stati molto più ampi per ricreare da zero una nuova regione grande quanto il Montana di Far Cry 5. Fortunatamente il problema della ripetitività è uno dei primi sui quali potete tirare un sospiro di sollievo: se non fosse stata Ubisoft ad avvisarci prima di cominciare a giocare che quello in cui ci saremmo ritrovati sarebbe stato nuovamente il Montana, probabilmente non ci saremmo neppure accorti di essere tornati ad Hope County. Tra Far Cry 5 e Far Cry New Dawn, infatti, sono trascorsi ben diciassette anni, ma soprattutto una catastrofe nucleare, la stessa che precedeva i titoli di coda di Far Cry 5. Dunque nuova avventura, nuova regione e nuovo protagonista: nelle prime fasi di gioco, dopo le dovute cinematiche, dovremo creare da zero il nostro alter ego, questa volta con un editor un po’ più ricco del precedente, ma sempre (fortunatamente) molto poco serio. Noi ad esempio abbiamo creato un afroamericano vestito con un impermeabile giallo e con un berretto da baseball: del resto, a parte le sequenze in cui si viene eliminati, la prospettiva resta sempre in soggettiva. Cambia parzialmente anche la direzione narrativa di Ubisoft: in Far Cry 5 è il protagonista che si reca in un luogo dove sono già presenti dei problemi (gli edeniti), mentre in Far Cry New Dawn sono i problemi che raggiungono il protagonista. Il nuovo Hope County viveva in pace, ricostruendo la civiltà dopo la guerra nucleare: ma i classici predoni di strada attaccabrighe, capitanati dalle Gemelle Mickey e Lou, hanno deciso che è più facile prendersi tutto con la forza piuttosto che collaborare per il bene comune.

Chiaramente spetterà ancora una volta al nostro volenteroso protagonista corciarsi le maniche e tentare di riportare la pace, collaborando con i superstiti “buoni” della regione. Anche questa volta la progressione nella trama di gioco è articolata in capitoli, ma al giocatore viene lasciata la più assoluta libertà di scelta: starà a lui decidere cosa fare e come farlo, dove recarsi, quali missioni compiere, volendo potrà anche concentrarsi prima di ogni altra cosa sulle missioni secondarie e opzionali, la maggior parte delle quali è ancora una volta legata agli Specialisti e ai Mercenari. Per proseguire lunga la linea narrativa principale e arrivare ai titoli di coda, comunque, sarà necessario un discreto numero di ore, dipendente in larga misura dal proprio stile di gioco: ne bastano una decina dedicandosi solo ai punti chiave della vicenda, molte di più invece se il vostro obiettivo è quello di godervi il panorama, combattere ogni nemico che incontrerete, e vedere un po’ tutto quello che il Montana post atomico ha da offrire. Chiaramente è questa seconda modalità di gioco quella che ci sembra più appagante, anche perché permette di di esplorare liberamente e nel dettaglio la nuova Hope County, studiando così come e quanto Ubisoft è riuscita a cambiarla, rendendola al tempo stesso fresca (perché inedita) e fuori di testa (approfittando del mix letale tra le radiazioni e la brutale creatività delle Gemelle). Chiaramente non entriamo a fondo nella trama di gioco perché vi priveremmo del piacere della scoperta, ma sappiate che Joseph Seed è vivo e vegeto e che le Gemelle sono delle antagoniste estremamente carismatiche e imprevedibili. Come da buona tradizione Far Cry, del resto.

Le novità: la componente RPG e le Spedizioni

La prima impressione che si ha di Far Cry New Dawn è che si tratti di un Far Cry 5 Bis; del resto nasce pur sempre come espansione stand alone del capitolo precedente. Eppure la mole di contenuti, la grandezza della regione, il salto temporale e l’avvio narrativo dovrebbero subito rendere l’idea di qualcosa di nuovo e di diverso, come infatti si rivela poco dopo. Tuttavia è vero: Far Cry New Dawn è vicinissimo al titolo dello scorso anno, sempre per via della vena conservativa di Ubisoft di cui abbiamo parlato in apertura. Inutile negare che il gunplay, i comandi di gioco, la modalità di progressione, l’utilizzo dei veicoli e delle armi siano tutti presi di peso da Far Cry 5, così come le modalità di gioco legate ai Mercenari e agli Specialisti, che andranno prima trovati nella regione, quindi aiutati e infine vorranno unirsi alla squadra. Ci sono però almeno due aspetti della produzione che puntano in tutt’altra direzione, e sono anche molto importanti perché se Ubisoft continuerà a potenziarli all’intero franchise si apriranno nuove prospettive: parliamo della componente RPG e delle Spedizioni. Attenzione a non confondere la componente RPG con le meccaniche basilari di uno sparatutto in prima persona ambientato in una mappa di gioco immensa, elementi già presenti in Far Cry 5. Far Cry New Dawn ha deciso di puntare di più sull’immersività di una componente definita “light RPG” da Ubisoft; quasi a dire: come un RPG, però un po’ più leggero, così da non far storcere il naso al giocatore occidentale. Alcuni esempi rendono meglio l’idea: i nemici di Far Cry New Dawn hanno un livello e una barra della salute che rendono conto della complessità richiesta per eliminarli.

Far Cry New Dawn

Se incontrerete un tizio super armato durante le prime fasi di gioco, il titolo vi starà dicendo che è meglio prendere un’altra strada, potenziarsi e poi tornare a salutarlo. Perché adesso in Far Cry New Dawn, tra le altre cose, ci si può potenziare: soprattutto è possibile potenziare le proprie armi. Durante le prime fasi dell’avventura il gioco vi donerà gratuitamente una balestra dal nome molto poetico di Sparaseghe, peché appunto spara dei dischetti circolari molto taglienti (seghe). Più avanti, proseguendo nell’avventura, avrete la possibilità di rendere l’arma più letale contro i nemici, potenziandola. Sia per creare l’arma che per potenziarla occorreranno materiali molto specifici che andranno trovati un po’ ovunque sulla mappa di gioco (che forse si mostra un po’ troppo prodiga, soprattutto all’inizio). Il crafting basilare rende l’esperienza di gioco più varia e appagante: è un chiaro esperimento da parte di Ubisoft. Altra novità molto importante e degna di nota sono le Spedizioni: missioni aggiuntive e completamente opzionali che avranno luogo al di fuori della mappa di gioco; questo serve naturalmente a variare ancora di più l’esperienza generale e l’ambientazione, ma anche a sperimentare una funzione che potrebbe tranquillamente diventare una costante nei prossimi capitoli del franchise. Le spedizioni si rivelano convincenti soprattutto quando Ubisoft decide di giocare le sue carte in luoghi praticamente assurdi: visitare posti come Alcatraz, un parco di divertimenti abbandonato e i canyon (solo per citarne alcuni), soprattutto dopo una guerra nucleare, ha il suo perché. La possibilità di godersi l’intera avventura principale, missioni secondarie e Spedizioni comprese, in compagnia di un amico tramite connessione ad internet è poi ancora una volta una strada decisamente interessante: non avrebbe avuto senso abbandonarla dopo gli ottimi risultati di Far Cry 4 e Far Cry 5. Bene infine per l’assenza di una modalità competitiva online simile al Far Cry Arcade, che l’anno scorso si rivelò praticamente imbarazzante da qualsiasi punto di vista.

Far Cry New Dawn è un titolo di per sé solido, convincente e divertente, ma acquista anche un valore aggiuntivo all’interno del franchise di provenienza: apre infatti a prospettive inedite, sia dal punto di vista contenutistico che da quello del gameplay; la svolta RPG rappresenta un segnale importante, che ci auguriamo venga accolto positivamente dall’utenza. Uno splendore da vedere su PlayStation 4, longevo, variegato, divertente e al suo massimo livello di difficoltà anche appagante: pecca nella conservatività rispetto agli episodi precedenti, soprattutto se paragonato al troppo recente Far Cry 5. Ma la saga ha ancora molto da dire, e non c’è motivo per cui i giocatori debbano perdersi la nuova alba di Ubisoft.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.