Everybody’s Golf VR Recensione

Everybody's Golf VR

Everybody’s Golf VR | Quando si pensa al Golf vengono subito alla mente campi sconfinati di erba verde smeraldo e cieli azzurri, vento che soffia dolcemente,  muovendo le chiome degli alberi tutto intorno a noi, il sole alto nel cielo. Il tutto,  mentre esercitiamo la massima concentrazione per capire come avvicinarci al Green con meno colpi possibili, guidati solo dal nostro istinto e… dalla vocina squillante della nostra “ammiccante” caddie. Premettiamo che, a seconda del vostro grado di immedesimazione nel mondo della realtà virtuale e della contorsione della vostra mente, “ammiccante” potrebbe essere un termine esagerato, o al contrario riduttivo. Ma tant’è: Everybody’s Golf VR tiene fede più che mai al suo nome, con un gioco che permette a tutti di vivere l’esperienza del Golf in realtà virtuale, filtrandola attraverso un setaccio generoso, ma non troppo, di accessibilità generale, e colorando il tutto con tinte nipponiche nemmeno troppo velate.

Everybody's Golf VR

Panorami come questo, visti in VR, sono davvero indescrivibili

Everybody’s Golf VR: Ammazza che mazza (di nuovo?)

Ben consci del fatto che non saremo né i primi né gli ultimi ad aver pensato al mitico gioco comparso ne “I Simpson”, (lo avevamo già citato proprio noi di GamesVillage con la recensione ad Everybody’s Golf nel 2017, alla faccia dell’originalità) non siamo riusciti ad astenerci dal citarlo ancora, se non altro per segnare uno spartiacque e gridare a gran voce che, per chi non lo sapesse, i giochi sul Golf, o meglio, i giochi targati “Everybody’s Golf”, fra i quali questo in versione VR, non sono noiosi. Esistono, sono fra noi, respirano la nostra stessa aria, numerosi fan della serie di videogiochi sul Golf più nota del globo, e chi vi sta scrivendo ora fa parte di quella schiera. Vi diciamo di più: ci siamo informati bene, abbiamo studiato, provato e osservato tutte le differenze fra quest’ultimo e i precedenti titoli rilasciati su PS3, ma anche i capitoli portatili, su PSP. E ci sentiamo ora più che qualificati nell’uso dell’”Ammazza che Mazza”, anche come esclamazione di giubilo: ogni qualvolta uno dei nostri swing porta la pallina sul Fairway, o ancora meglio sul Green, a seconda della buca e delle circostanze, o anche in ogni brutta situazione risvoltata a nostro favore, come una pallina finita semisepolta in un bunker che con un colpo ben tirato riusciamo a riportare in gioco miracolosamente. Gli utilizzi della neonata esclamazione si moltiplicano insieme con le situazioni, numerosissime, di fronte alle quali saremo messi a confronto. Situazioni che a ben vedere non differiscono da quelle dei precedenti Everybody’s Golf, ma che, viste e giocate in VR, vanno affrontate tanto diversamente da risultare in qualcosa di completamente nuovo.

Everybody's Golf VR

Una scia blu durante la pratica indica che il colpo sarebbe andato a segno…

Rilassate le spalle

Dimenticate la giocabilità classica della serie, se mai l’avete “praticata”: che usiate il controller Dualshock o il Move non dovete dimenticare che il focus ora è spostato, logicamente, sulla visuale in prima persona, su quello che vedreste se davvero vi foste iscritti al fantomatico club giapponese di Golf. Prima di analizzare più nel dettaglio le modalità di interazione con la pallina e il campo, a tal proposito va evidenziato come in Everybody’s Golf VR gli sviluppatori di Clap Hanz si siano impegnati nella transizione da terza a prima persona con dedizione, rinnovando il ruolo della caddy in funzione del fatto che sarà lei la persona che guarderemo durante tutto il match, non più il nostro avatar (ora inesistente). Anche e soprattutto… durante gli eventi casuali che lo “insaporiranno” di tanto in tanto. Abbiamo scherzato nell’introduzione con la parola ammiccante riferita alla nostra fedelissima caddy, ma l’ambiguità di alcune pose e situazioni, appunto in particolare gli eventi, di certo caratterizzano e solidificano il rapporto con la nostra compagna di giochi, in un modo che va oltre il semplice “rapporto professionale”. Nulla di esagerato, assolutamente, categoricamente niente di esplicito, ci mancherebbe. Ma, per i più smaliziati, un tipo di atteggiamento tipico dei giochi in VR dove ci troviamo a relazionarci con l’altro sesso, in un contesto nipponico, si intende. Avete mai sognato di farvi imboccare un cioccolatino dal vostro caddie, seduti guancia a guancia su di una panchina per esempio? No? Ecco, appunto. Everybody’s Golf VR, però, proprio quando potreste pensare, per le nostre dichiarazioni, che il gioco si sbilanci nel ridicolizzare la figura del caddy, si riscatta. E lo fa, attraverso i preziosissimi consigli che ci verranno forniti proprio dalla caddy in varie situazioni in-game. Consigli che vanno decisamente e piacevolmente nello specifico, facendoci sentire parte di un’esperienza Golfistica più reale che mai. “Rilassa le spalle” ci potrebbe consigliare, qualora notasse che tendiamo a tenere la mazza troppo sollevata dal terreno, o “hai la pallina sotto ai piedi, il colpo potrebbe tendere a sinistra” ci avvisa, se siamo finiti sul rough, la parte di campo più laterale, con l’erba un po’ alta. Senza uscire dall’immedesimazione offerta dal VR la figura del Caddy ci renderà giocatori migliori, guidando i nostri colpi e, questo off screen, scegliendo per noi alcune mazze fra quelle disponibili in base alla situazione in cui ci troviamo (colpo dal basso verso l’alto, colpo di avvicinamento, swing, ecc.). Di base questo si traduce in una accessibilità maggiore, dato che non potremo mai “sbagliare mazza”. Fra l’altro: il doppiaggio in italiano è non solo apprezzato, dato che facilita la comprensione delle meccaniche, ma anche ottimamente realizzato e completo.

Everybody's Golf VR

…se invece la scia è rossa, avremmo mancato la pallina!

Avrete capito ormai quanto profondamente Everybody’s Golf prenda sul serio il realismo dell’azione golfistica, riuscendo però ad alleggerirla dove serve per renderla digeribile a più palati possibile. Senza snaturare né l’essenza della serie, che pure è abbastanza lontana in termini di gameplay puro dalla versione VR, né il cuore dello sport, quello vero. Sia con il Move che con il Dualshock la precisione che un tempo era relegata alla pressione di tasti con le dita si sposta nel bilanciare il corpo sopra la pallina, nel ruotare il polso quanto basta per colpirla con la parte di mazza che vogliamo; dandole, alla bisogna, effetti di taglio, curve, potenza e profondità del colpo in base a come stiamo tenendo la mazza, al quanto forte la faremo oscillare sulla pallina e altro ancora. In modi che è difficile descrivere a parole, tanto sfaccettato da padroneggiare è davvero questo nuovo approccio VR al golf. Potremmo dire “easy to learn, hard to master”, con l’accezione più positiva possibile, ma, a dire il vero, bisogna distinguere prima fra le due modalità di controllo: Playstation Move oppure Dualshock? Il secondo offre una giocabilità sicuramente meno immersiva, questo è vero, ma durante la nostra prova è risultata la soluzione più facile da padroneggiare, dato che l’oscillazione del controller che è alla base del movimento della mazza è meno suscettibile ad inclinazioni scorrette, e i colpi risultano spesso più puliti. D’altro canto, giocare in piedi con il Move fra le mani, nella posizione più naturale e realistica possibile, rende persino i panorami ancora più veri ed evocativi, spingendo l’acceleratore dal lato “immersione”. Ma, forse proprio per questo, risulterà più difficile azzeccare i movimenti, non esagerare con la distensione degli swing, per dire, o usare tutto il corpo nei colpi ravvicinati, e non solo il polso; con il risultato che sì, Everybody’s Golf VR giocato con il Move è incredibilmente più reale, ma anche meno “easy to learn” ricollegandoci a quanto detto prima. Ma tranquilli, è possibile allenarsi più che a sufficienza nella modalità “allenamento”, sulla quale, se sceglierete il Move, vi consigliamo di passare qualche tempo.

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Arriva un aeroplano carico carico di…

Everybody’s Golf VR è un’esperienza davvero piacevole, un gioco rilassante, per certi versi, specialmente per chi ama perdersi in panorami virtuali dalla bucolica e verdeggiante bellezza, ricchi di dettagli ed elementi vivi, che non rompono mai quindi la parete della “realtà virtuale” facendoci presto dimenticare, con un po’ di fantasia, di essere con la faccia dentro un visore. Ma anche un gioco capace di regalare soddisfazioni a chi dovesse cedere alla voglia di padroneggiare le movenze perfette per eseguire degli incredibili Eagle, o anche solo dei più modesti Par o Bogey. Imparerete giocando, se siete dei novizi, i termini più specifici e i tecnicismi di questo sport, che,  pur se edulcorato e semplificato, richiede e ottiene sicuramente un realismo e un impegno più pronunciato e spostato verso lo sfruttare l’intero corpo. E lo farete divertendovi, ve lo assicuriamo, fino ad entrare in un loop di partite che non rischia nemmeno lontanamente di dare motion sickness, dato lo studio delle inquadrature e dei movimenti eventuali di camera, anche perché il nostro personaggio non si muove mai liberamente, e se lo fa è vincolato al nostro reale movimento del corpo, impedendo il fenomeno classico che produce la “nausea da VR”.

https://www.youtube.com/watch?v=HR7DKPCyPi4

Qualora foste fan accaniti e secolari della serie Everybody’s Golf, però, differenze nel gameplay a parte, mancano alcune modalità peculiari, un online più sviluppato ad esempio, mancanze che potrebbero pregiudicare la validità dell’esperienza per come eravate abituati a viverla. Un’esperienza diversa, lo ripetiamo, che però convince in ogni suo aspetto, e che forse proprio per questo avremmo voluto vedere più varia, più estesa, meno ripetitiva non tanto nelle meccaniche, quanto in tutto ciò che le contorna: più campi, più caddie, più set di mazze. Sta di fatto che, per il prezzo a cui è proposto, Everybody’s Golf VR vi terrà incollati al vostro visore per parecchio tempo, più di molte altre esperienze precedentemente sviluppate per la piattaforma. Ed è proprio questo il suo maggior pregio: l’essere stato realizzato pensandolo come un’esperienza pienamente ed esclusivamente VR, e per il VR ottimizzata, nella pulizia dei panorami, nei realistici movimenti degli NPC, nella responsività dei controlli. Una ragione, più che un debole pretesto, per togliere la polvere accumulatasi con il tempo sul candido visore Playstation e sui sotto sfruttati Move. Ed esclamare, infine, senza più vergogna, “Ammazza che mazza!”.

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.