Cosa non si farebbe per perseguire la propria passione? Essa, in fin dei conti, รจ la manifestazione eterea di quella fiammella inestinguibile celata nei meandri dell’animo umano, capace di spingere gli individui oltre i propri limiti, aldilร delle reali capacitร , permettendogli di raggiungere obiettivi inaspettati o considerati impossibili anche semplicemente da immaginare. Perchรฉ l’uomo รจ questo: un essere criptico ed enigmatico, in grado di fornire il meglio di sรฉ soltanto in condizioni di grande motivazione, potendo soltanto cosรฌ espletare del tutto i desideri piรน reconditi e nascosti. Proprio questa insaziabile spinta propulsiva della passione potrebbe riassumere brevemente l’immensa e disorientante odissea vissuta da Invader Studios: il piccolo team italiano, infatti, perdutamente innamorato delle tenebrose atmosfere della saga di Resident Evil, decise – in completa autonomia – di realizzare un remake non ufficiale del secondo capitolo basato sulla celebre minaccia batteriologica, chiamatoย Resident Evil 2 Reborn, creato appositamente per sedare quello spasmodico desiderio di veder risorgere un grande classico del panorama videoludico. Purtroppo, non sempre i sogni si trasformano in realtร , e lo studio nostrano nel 2015 si dovette scontrare con la decisione di Capcom – probabilmente sollecitata dal grande successo ottenuto dal progetto – di realizzare da zero un proprio rifacimento, il quale avrebbe sostituito quanto concepito fino ad allora dai developer. Non tutti i mali, perรฒ, vennero per nuocere, e dato l’ingente lavoro profuso lo studio italico decise di creare un titolo tutto suo, partorendo proprio Daymare 1998: un survival horror ambizioso, frutto dell’inesauribile impronta lasciata dai classici del genere e costruito con l’obiettivo – non troppo nascosto – di impreziosire il tradizionale mix di meccaniche con qualche gustosa aggiunta. Recentemente abbiamo avuto l’opportunitร di immergerci nelle ansiogene location della produzione, e finalmente possiamo offrirvi delle opinioni fondate su una versione di prova sostanzialmente definita, essendo il gioco schedulato per il mese di agosto.
Daymare 1998 – come piรน volte accennato – รจ davvero in tutte le sue sfaccettature un vero e proprio tributo ai survival horror di fine anni 90, partendo addirittura dai titoli di testa che anticipano il logo della software house: silenzioso ma roboante, ecco apparire il tipico avvertimento che i piรน navigati del genere erano soliti osservare nelle produzioni Capcom come Resident Evil o Dino Crisis: “Questo gioco contiene scene violente e sanguinose”. La pratica appena descritta appare ormai completamente desueta, e per questo crediamo che la scelta di implementarla sia stata oculatamente inserita per instillare nei player piรน grandicelli un senso di piacevole nostalgia, capace di far riaffiorare ricordi ormai sopiti. Tralasciando reminiscenze adolescenziali – e gettandoci a capofitto nell’avventura – quello che ci troviamo di fronte รจ un prodotto costruito attorno ad un’intelaiatura narrativa piuttosto tradizionale per il genere, anche se caratterizzata da qualche elemento inedito. Come da canovaccio per produzioni di questa tipologia, vestendo i panni dell’agente speciale Liev, dovremo indagare su un misterioso incidente avvenuto all’interno del Laboratorio Aegis, cercando i sopravvissuti e recuperando materiali di importanza vitale per la riuscita del compito. “Casualmente”, perรฒ, nella sede del misfatto erano stati condotti dei terribili esperimenti sugli esseri umani, che hanno causato lo scoppio di una pandemia in grado di trasformare tutti gli infetti in orrende creature mangiacarne. Il nostro obiettivo sarร quello di entrare nel laboratorio, recuperare l’agente chimico rilasciato e fuggire prima possibile dalla zona, preservando le informazioni raccolte.
L’elemento innovativo in questo calderone di avvenimenti molto classici รจ risultato essere proprio il protagonista: per quanto fin troppo stereotipato e caratterizzato da linee di dialogo non particolarmente ispirate, Liev ci รจ parso un personaggio principale atipico, inusuale, sicuramente non allineato con gli stilemi di produzioni simili. Egli, infatti, รจ un soldato piuttosto navigato, temprato da mille incarichi, completamente privo di qualsiasi umanitร e altruismo nei confronti di colleghi o cittadini indifesi. Il suo unico obiettivo รจ il completamento della missione, non importa con quali conseguenze: compagni non recuperati, tradimenti o sotterfugi, l’imperativo รจ portare a termine l’obiettivo. Sicuramente รจ presto per valutare concretamente la qualitร della narrazione, perรฒ – malgrado l’evidente citazionismo ai tradizionali plot dei survival horror – di spunti intriganti ce ne sono davvero parecchi, e le possibilitร di trovarci dinanzi ad una trama interessante ci sono tutte. Certo, speriamo vivamente che la costruzione narrativa non sia semplicemente confinata ad una riproposizione pedissequa di quanto visto nei Resident Evil, in quanto sarebbe affascinante osservare punti di vista differenti in un genere fin troppo inflazionato. Staremo a vedere anche come i developer riusciranno a gestire la caratterizzazione dei personaggi e la coerenza del mondo di gioco, ma confidiamo nel talento dello studio italiano per la buona riuscita del progetto.
Passando all’azione nuda e cruda,ย Daymare 1998 รจ, come giร detto, un survival horror in terza persona, contraddistinto da una telecamera fissa sulle spalle del protagonista in pieno stile Resident Evil 4. I movimenti del personaggio principale appariranno piuttosto compassati, e, se non fosse per la possibilitร di aumentare leggermente la velocitร del protagonista tramite una corsa appena accennata, la mobilitร risulterebbe davvero limitante e limitata. Tutto ciรฒ, ovviamente, รจ stato appositamente pensato per trasmettere costantemente all’utente una pesante sensazione claustrofobica, fondamentale per sollecitare sensazioni di ansia e paura nei confronti dei non morti. Difatti, specialmente in situazioni di ampia inferioritร numerica, il ristretto raggio di movimento spingerร il fruitore a reagire in maniera quasi “isterica” ai putrefatti, sfoggiando l’arsenale al completo. Nella demo, inoltre, abbiamo avuto l’opportunitร di testare due bocche da fuoco: la tradizionale pistola e un rapido fucile d’assalto, vitale per abbattere celermente zombie nelle vicinanze. Il sistema di shooting ci รจ parso di buona fattura e in linea con produzioni del genere, anche se risulta necessario un perfezionamento delle hitbox dei nemici: in parecchie occasioni, infatti, pur sparando in maniera leggermente imprecisa sul volti tumefatti degli infetti, i colpi sono comunque andati a segno, non rispettando l’effettiva traiettoria del proiettile.
La gestione dell’inventario, invece, รจ stata assorbita completamente dai Resident Evil, avendo l’obbligo di organizzare lo spazio, combinare gli oggetti tra di loro e ricaricare manualmente i caricatori delle armi:ย Daymare 1998, infatti, prende le distanze dalle “semplificazioni” implementate dal remake di Resident Evil 2, proponendo un approccio piรน old school e angosciante. Nella produzione nostrana possederemo due metodi per ricaricare gli strumenti di morte: una ricarica rapida e una lenta. La prima consentirร , ovviamente, di inserire i proiettili piรน velocemente, ma condannerร il fruitore a far cadere il caricatore sostituito, obbligandolo a recuperarlo in un secondo momento. La seconda, al contrario, garantirร una procedura sicura e senza rischi, ma anche dannatamente piรน lenta. Pertanto, in situazioni drammatiche, saremo obbligati a sfruttare i servigi della ricarica istantanea, dovendo perรฒ amministrare l’inconveniente di perdere momentaneamente preziosi bossoli. Insomma, da queste piccole aggiunte appare evidente il desiderio del team di sviluppo di strizzare il piรน possibile l’occhio ad un ritmo contemporaneamente misurato e frenetico, facendo leva proprio sulle paure del giocatore.
Peccato purtroppo che quanto descritto sia andato in scena in un ambiente particolarmente limitato, nel quale la via principale appariva fin troppo chiara e il level design decisamente scontato: nella seconda missione da noi testata la situazione apparentemente sembrava migliore, ma – dopo un frastornante primo impatto – ci siamo resi conto di quanto la location fosse comunque chiusa, incapace a nostro modo di vedere di fornire quel senso di smarrimento tipico di prodotti di questa tipologia. Soltanto il titolo completo potrร svelare l’arcano, ma le risorse non particolarmente cospicue del progetto, unite all’esigua grandezza del team di sviluppo, ci lasciano presupporre che difficilmente vedremo realmente qualcosa di piรน ampio e variegato: felici di essere smentiti. Convincono poco anche le animazioni tanto dei non morti quanto dei personaggi, per non parlare dei volti dei character: se pad alla mano si potrebbe scambiareย Daymare 1998 per un titolo tripla A, le legnose movenze degli infetti – soprattutto durante le prese – e le goffe fattezze dei volti rompono in parte la magia. Malgrado ciรฒ, ci sembrerebbe ingeneroso criticare aspramente anni di lavoro dello studio per colpa di chiari limiti derivanti dalle dimensioni contenute dalla casa di sviluppo; pertanto ci sentiamo di considerarli come defezioni marginali. Anche perchรฉ tutto ciรฒ sarร controbilanciato da un comparto tecnico di tutto rispetto –ย praticamente sempre stabile nei suoi 60 frame per secondo – e da una direzione artistica capace di regalare all’utente ambienti cupi e raccapriccianti.
Daymare 1998, insomma, rappresenta uno dei piรน fulgidi esempi di come lo sviluppo italiano sia in grande crescita: pur non convincendo del tutto sotto il profilo narrativo – a causa di un’evidente volontร di non distaccarsi troppo dai classici stilemi del genere – la produzione ha saputo colpirci nel profondo per quel che concerne la giocabilitร , la quale รจ apparsa divertente,ย old school piรน che mai e perfetta nel far provare all’utente un mix di sensazioni a metร tra l’angosciante e l’ansiogeno. Gli enigmi ambientali, poi – complessi e non immediati – ci hanno saputo coinvolgere, spingendoci a ragionare e ad osservare oculatamente l’ambiente di gioco. Le principali problematiche del prodotto derivano soprattutto dalla sfera tecnica, a causa di un comparto animazioni legnoso e poco entusiasmante. Malgrado ciรฒ, รจ innegabile cheย Daymare 1998 simboleggi una delle produzioni del Bel Paese piรน promettenti, e non vediamo l’ora di mettere le mani sul gioco completo per poterlo valutare al meglio.