In Summertime, la nuova opera tutta italiana di Netflix, si continua ad esplorare in lungo e in largo il mondo degli adolescenti tra primi amori, primi baci, prime volte e sogni nel cassetto. Disponibile dal 29 aprile e suddivida in 8 episodi della durata di quaranta minuti ciascuno (tranne l’ultimo), la realizzazione è liberamente ispirata al romanzo “Tre metri sopra al cielo” di Federico Moccia, ed è la quarta produzione del nostro paese dopo Baby, Suburra e Luna Nera ad essere distribuita sulla nota piattaforma americana. Al netto delle aspettative e dopo una martellante campagna pubblicitaria, come tutte le serie tv, anche Summertime ha i suoi punti di forza e i punti deboli. Resta un buon esercizio di stile per intrattenere il pubblico dei più giovani, ma oltre le musiche e fisici da copertina c’è poco o nulla.
Di cosa parla la serie tv
In una calda estate della riviera romagnola, mai così bella e alla moda, si intrecciano le vicende di un gruppo di amici alle prese con amori e sogni di un mondo migliore. Summer (interpretata dall’esordiente Rebecca Edogamhe) si innamora perdutamente del bad boy di turno. Ale (che ha il volto di Ludovico Tersigni, celebre attore di SKAM) è un ex campione di moto, ribelle e infelice che cerca qualcosa di più dalla vita e dalla sua stessa situazione sentimentale. Innamorato perso anche lui della giovane ragazza, questo rapporto metterà a dura prova i legami familiari e intra-amicali, generando gelosie e litigi. Come la storia di Dario, migliore amico di Ale; come quella di Edo, eamante segreto di Summer, e quella di Sofia. Per i giovani sognatori la stagione è breve ma intensa e, alla fine, dopo una serie di peripezie, si troveranno a compiere diverse scelte di vita ma anche di cuore.
Una gioventù capace di sognare ma che cresce troppo in fretta
Netflix ci riprova. E dopo le squillo di “Baby” torna a raccontare vita, morte e miracoli di un gruppo ben assortito di adolescenti italiani alle prese con tutti i problemi del passaggio all’età adulta. Summertime, infatti, si presenta come una serie fresca, leggera, senza pretese e che non si prende mai sul serio, la quale affronta con criterio e un po’ di sfrontatezza tutto il corollario dell’universo teen. Un universo fatto di amori fugaci, di scazzottate, di parole vane e sussurrate al vento, di serate in discoteca, di alcol, di fumo, di risate e di caldi abbracci. Una realizzazione che non aggiunge nulla di nuovo al mondo dei più giovani, e che mixa tematiche e colpi di scena già visti in diverse produzioni dello stesso genere. La sagacità e l’intelligenza è nell’aver puntato su un linguaggio schietto e sincero, su una regia calma, pacata e luminosa e su una colonna sonora che spolvera hit di ieri e di oggi. Ma, soprattutto, Summertime con tutte le dovute accezioni del caso, convince proprio perché parla al cuore del pubblico, raccontando una storia semplice e onesta, dove tutti e specialmente i più giovani, sicuramente potranno riconoscersi.
Un teen-drama bello ma non troppo
Ma non tutto è oro quello che luccica. Summertime resta un prodotto che non brilla di certo per originalità. Non spicca il volo perché ha molte lacune a livello narrativo, e c’e una scarsa attenzione al livello recitativo del cast. Come non funziona la storia di Ale e di Summer, il cui svolgimento si intuisce fin dalle prime battute. Anzi, sono proprio le vicende di contorno a essere più consistenti; come quella di Dario, innamorato della ex ragazza di Ale, o quella di Edo che è costretto ad amare in silenzio la “sua” Summer. Una serie quindi bella ma non troppo, che funziona proprio perché è costruita per il vero binge-watcher, e che convince perché regala una ventata di aria fresca durante questo asfissiante lockdown.
Summertime aveva tutte le carte in regola per diventare un altro grande successo per il colosso dello streaming. Tra i più giovani sicuramente lo diventerà, dato che ci sono tutti gli ingredienti per una storia tormentata e appassionante. Ragionando con coscienza, invece, il nuovo teen-drama di Netflix resta un prodotto statico, che brilla soprattutto dal punto di vista estetico, ma pecca nei contenuti. Se ci sarà una seconda stagione, buone sono le probabilità per limare gli errori commessi.