Destruction AllStars Anteprima: veni, vidi, vici e… distruggi!

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Lo abbiamo capito ancora di più, in un anno difficile come questo, quanto lo sport sia parte integrante della nostra vita. Spesso lo si nega, o più semplicemente, cosƬ come per tante altre cose, viene commesso l’errore di dare tutto sempre per scontato, finendo poi col ritrovarsi a rimpiangere usi e consuetudini che ci sembrano cosƬ a portata di mano da non tributargli il giusto rispetto.

Lo sport, che vogliamo ammetterlo o meno, che sia quello sul campo o il sempre più dilagante fenomeno degli Esports, che snoda le sue diramazioni su lidi più virtuali, è parte integrante della nostra cultura, del mondo attuale così come di quello antico. Basti pensare alle competizioni olimpiche, o ai giochi romani, tutti eventi a tema sportivo che, con le dovute differenziazioni, hanno segnato lo sviluppo e la concezione che si ha della competizione stessa.

L’essere umano ĆØ competitivo, vuole mettersi in gioco, e lo sport ĆØ una parte fondamentale della vita, uno dei più validi espedienti per potersi scontrare con il prossimo, nel tentativo di sancire chi ĆØ il più forte, il più veloce, il più freddo e cosƬ via. Trionfare in una o in un’altra disciplina ĆØ una missione ardua, non per tutti. E nell’epoca attuale, in cui le iterazioni sportive sono tante e differenti, le possibilitĆ  di mettersi in gioco e di (letteralmente) buttarsi sulla pista sono sempre maggiori. Ma se vi dicessimo che esiste uno sport in cui vince chi… Distrugge di più? Ci credereste?

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Destruction AllStars: sembra Crash ma non ĆØ, ma serve a darti… L’adrenalina!

Se siete giĆ  corsi a reperire oggetti contundenti, mazze da baseball e altri strumenti simili, vogliamo subito fermarvi. No, non si tratta di una conseguenza della crisi attuale, non c’è un via libera nel creare disagio e caos per le strade. Ce n’è giĆ  abbastanza cosƬ.

L’idea di fondo ĆØ venuta più che altro ai ragazzi di Lucid Games i quali hanno annunciato il loro particolare progetto durante la conferenza PlayStation tenutasi lo scorso 11 giugno. Parliamo di Destrucion AllStars, un titolo che, giĆ  dal nome, lascia trasparire apertamente quale sia la natura o, per meglio dire, il suo obiettivo. Il titolo di Lucid Games, che arriverĆ  in esclusiva su PlayStation 5 sembra infatti la manifestazione di ciò che vi dicevamo poc’anzi: un’arena gremita, un pubblico in visibilio, bolidi che si rincorrono a velocitĆ  incredibili per poi alla fine distruggersi. Avete capito bene, distruggersi!

Il distopico mondo teatro del particolare evento sportivo ĆØ il contorno perfetto per un titolo che giĆ  da queste prime battute sembra completamente fuori di testa. E sĆ­, abbiamo usato la parola ā€œdistopicoā€ per il semplice fatto che ci ha ricordato un po’ il mondo di The Hunger Games, in cui assistere alla distruzione e al ā€œmassacroā€ sembra una pratica comune e all’ordine del giorno. Poi, sia chiaro, non sappiamo come il tutto verrĆ  contestualizzato, ma al momento ĆØ questa l’impressione che abbiamo avuto.

Ci troviamo di fronte ad un prodotto particolare, ĆØ vero, ma anche una sorta di ā€œvariazioneā€ sul tema di altre differenti iterazioni a cui Destrucion AllStars sembra rifarsi in qualche modo.

Che la distruzione abbia inizio!

Parlavamo, non a caso, di distopia, quasi di ā€œsadismoā€, anche per un’altra ragione: i bolidi in questione non si guidano da soli ma, anzi, sono strettamente legati ai loro piloti. Va da sĆ© che un eventuale crash della vettura potrebbe generare catastrofi inimmaginabili, ma che a primo acchito ci sono sembrate ben contestualizzate e nel complesso divertenti. Partiamo da un presupposto fondamentale: siamo convinti che il pilota sia strettamente legato alla vettura scelta (o viceversa), e questo potrebbe essere il primo indizio di gameplay. Abbiamo notato infatti una certa ā€œdifferenziazioneā€ rispetto ad opere quali Crash Team Racing, Mario Kart et similia, in cui il pilota selezionato, ma anche la vettura, non hanno alcuna influenza su quella che ĆØ la resa in pista.

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Da questi titoli, però, ci ĆØ parso di scorgere diversi punti di ispirazione, alcuni molto evidenti. Durante le ā€œgareā€ abbiamo avuto modo di vedere come i piloti avessero a disposizione diverse possibilitĆ , diversi mezzi, per potersi liberare dei nemici in pista, una sorta di variante più credibile e forse meglio contestualizzata delle varie bombe, bucce di banane e boccette esplosive varie, necessarie per garantirsi un posto sul podio.

Se tale formula appare complessivamente derivativa, a rappresentare una piacevole variazione sul tema potrebbe essere il ruolo stesso del pilota. Abbiamo visto come, una volta distrutto un veicolo, alcuni di essi continuano a rimanere in pista, schivando missili e oggetti di morte vari, e ci auguriamo che questa meccanica possa effettivamente palesarsi una volta ā€œscesi in pistaā€, poichĆ© potrebbe dare una sferzata di novitĆ  al genere di appartenenza decisamente interessante.

Destruction AllStars ĆØ una lunga corsa contro… le incertezze

Che Destruction AllStars abbia il potenziale per risultare non un gioiello, ma sicuramente un titolo divertente, perfetto per i casual gamer o per chi cerca un passatempo ā€œparticolareā€, magari in compagnia degli amici, ĆØ abbastanza evidente.

Ma, nonostante quelle che potrebbero essere delle buone sensazioni lasciate trasparire dal trailer di lancio e dai primi gameplay mostrati, il curioso racing game di Lucid Games ci ha in veritĆ  suscitato non pochi dubbi. In primis, la nostra principale preoccupazione riguarda la varietĆ  delle modalitĆ  di gioco, da sempre uno degli spartiacque più incisivi quando si tratta di valutare una simile iterazione videoludica. Siamo sinceramente curiosi di scoprire quante e in che modo verranno implementate le diverse tipologie di gara, poichĆ© la vena ā€œsportivaā€ del titolo, ossia, ad esempio, il fatto che si svolge su piste che sembrano ricordare i tracciati di competizioni quali Formula 1 e MotoGp, potrebbe limitare le possibilitĆ  del team di sviluppo dal punto di vista dalla varietĆ .

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Un altro punto fondamentale riguarda la fruizione del titolo in single player. Destruction AllStars ci sembra un titolo nel complesso godibile anche per i lupi solitari, ma qualora le meccaniche da team (i vari piloti che compongono le squadre sono più volte in bella mostra) venissero estese con maggior peso alla componente online, sempre più centrale in simili operazioni videoludiche e che potrebbe influenzare non poco il gameplay, questo potrebbe scoraggiare alcune tipologie di videogiocatori.

Nel caso in cui il gioco fosse quindi basato su forti meccaniche cooperative, l’approccio dei giocatori potrebbe variare, non solo nel bene ma anche nel male. Potrebbe fare la gioia di molti, al netto della sua qualitĆ , ma potrebbe scoraggiare, anche qualora si trattasse di un capolavoro, quelli sprovvisti di un team affiatato ma desiderosi comunque di mettersi in gioco.

E, in chiusura, l’ultimo punto di domanda riguarda un altro tasto dolente: a primo impatto, in tutta onestĆ , Destruction AllStars – a parte il fatto che non ci ha fatto gridare al miracolo, tecnicamente parlando – ci sembra un prodotto fondamentalmente grezzo, che potrebbe finire velocemente nel vortice della ripetitivitĆ . Non riusciamo ad immaginare in che modo gli sviluppatori possano dare varietĆ  al gioco dal punto di vista delle meccaniche e delle possibilitĆ  ludiche, calate in un contesto sportivo, ma di questo avremo modo di parlare in futuro.

Lasciateci fare, inoltre, un ultimissimo appunto: siamo rimasti ā€œfreddiā€ nei confronti dei piloti, la cui caratterizzazione ci sembra tutt’altro che ispirata e nel complesso anonima. E sarebbe un peccato, perchĆ© in un gioco simile, in un contesto simile, avere dei volti familiari a cui affezionarsi può essere veramente importante.

Destruction AllStars ĆØ un progetto particolare, avvolto nel mistero ma anche ā€œsempliceā€ da identificare. Un po’ Rocket League, un po’ Mario Kart, il titolo pensato per PlayStation 5 da Lucid Games potrebbe risultare divertente e sufficientemente coinvolgente, ma ha bisogno di un’identitĆ  bella precisa per poter competere in un mercato come quello attuale. Qualche buona premessa c’è, ma anche tanti punti di domanda che, chiaramente, proveremo a fugare nel corso dei prossimi mesi, quando ne sapremo di più sull’avanzamento dello sviluppo della produzione.

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.