Era questione di poco tempo, ma finalmente ci siamo! Lo studio legale americano Chimicles Schwartz Kriner & Donaldson-Smith LLP ha confermato in maniera ufficiale di aver avviato contro Sony Interactive Entertainment la prima class action a causa del problema di drifting che ha colpito migliaia di DualSense, ossia i controller di PlayStation 5. Il tutto è partito dopo le tante segnalazioni dei giocatori, che si sono resi conto che i loro joypad non rispendevano ai comandi.
Dopo aver valutato il tutto, i legali dello studio hanno appurato la presenza di tutti gli estremi per avviare la class action, mettendo così nei guai la compagnia giapponese. Stando alle prime informazioni emerse, nei documenti è presente una riga che parla nello specifico di movimenti anche in caso di leve analogiche in posizione neutra, ossia non utilizzate. Attendiamo la risposta di Sony Interactive Entertainment che non si farà attendere, e vi spieghiamo di seguito il perché.
Chimicles Schwartz Kriner & Donaldson-Smith LLP è lo stesso studio legale che ha messo in atto la class action contro Nintendo per lo stesso problema di drifting presentatosi all’interno dei joy-con di Switch. In questo caso però la causa è stata intentata perché Nintendo, conscia del problema, ha deciso di offrire assistenza agli utenti dietro un pagamento di 40 dollari e non la sostituzione gratuita dei controller. La gravità dei fatti risiede non solo nella cifra richiesta, ma soprattutto perché i 40 dollari garantiscono la riparazione di un singolo joy-con e non di entrambi. Tornando alla questione PlayStation 5 e DualSense, vi aggiorneremo non appena giungeranno ulteriori dettagli sulla vicenda. Intanto vi chiediamo: i vostri DualSense rispondono ad ogni vostro comando, oppure vi sembra che in-game accadano movimenti dei personaggi differenti e sospetti? A dicembre fu pubblicato un nuovo update proprio per migliorare le prestazioni del controller, ma a quanto pare si tratta di un difetto di altra natura.