Returnal Anteprima: primo contatto con il pianeta Atropo

Returnal

È già passato qualche mese dal rilascio sul mercato della next-gen targata Sony, che ha portato con sé degli ottimi titoli di lancio quali Marvel’s Spider-Man: Miles Morales e il remake di Demon’s Souls. La macchina produttiva dell’azienda nipponica non si è tuttavia fermata ai titoli citati, ma sembra essere in moto costante e con le idee ben precise per il futuro della console. Una tappa fondamentale in tal senso è rappresentata da Returnal, il nuovo titolo dell’ambizioso studio finlandese Housemarque, che mette in scena uno sparatutto in terza persona con sfumature rogue-like all’interno di una macabra storia, tra cicli di morte e un pianeta poco ospitale. Grazie a Sony abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima la nuova esclusiva PS5, e queste sono le nostre prime impressioni.

Returnal Selene

Returnal: intrappolati tra vita e morte

In Returnal impersoneremo Selene, un’astronauta che durante un volo avrà un incidente alla nave e si schianterà su un pianeta particolare chiamato Atropo. Il corpo celeste in questione ospita segreti, creature ostili, atmosfere macabre, ma soprattutto rappresenta una prigione temporale in cui morire significa cedere a cicli di morte e rinascita senza fine. Sarà compito di Selene spezzare il ciclo che la intrappola e svelare i segreti del pianeta, scoprendo anche dei dettagli sul suo passato.

Il nostro primo contatto con l’ostile pianeta Atropo è stato piuttosto immediato; dall’avvio del titolo allo schianto sono passati davvero pochi minuti, e senza neanche il tempo di realizzare la cosa, ci siamo trovati abbracciati da rovine abbandonate e colme di creature xenomorfe. Appare da subito chiaro che il loop di morte è già iniziato, trovando un cadavere di noi stessi con una pistola che sfileremo prontamente per combattere la minaccia. Si avanza nei diversi scenari aprendo porte di diverso tipo, che possono condurre a luoghi di natura diversa, come lotti in cui trovare oggetti o zone per proseguire nella missione.

Returnal

Alla prima morte data dall’inesperienza con il titolo, ci accorgiamo dell’effettivo loop a cui Selene viene costretta, ma ci ha sorpreso scoprire che la zona oltre il punto d’impatto della nave Helios (luogo di rinascita dopo ogni decesso) è cambiata dal primo tentativo, mescolando le varie zone che compongono il bioma ad ogni ripetizione, dando vita ad un sistema procedurale affascinante. La situazione non sembra comunque dispersiva, tanto che ad ogni tentativo, perdendo la maggior parte degli oggetti acquisiti nell’esplorazione, abbiamo avuto quasi sempre il controllo della situazione, senza perdere di vista l’obbiettivo ma dedicandoci alla perlustrazione del bioma in cerca di potenziamenti che potessero conferirci il necessario per avanzare.

Le statistiche di Selene vengono influenzate dal modo in cui si combatte e dagli oggetti che troviamo esplorando, tenendo a mente che, ad ogni ciclo, ciò che troveremo sul nostro cammino non sarà mai lo stesso della volta precedente. Ad esempio, ci siamo imbattuti in tre tipi di armi (pistola, shotgun e carabina) con diversi spari secondari, con valori dettati dalla progressione e tratti sbloccabili con l’uso che rimarranno oltre la morte, capaci di aggiungere effetti aggiuntivi agli spari. È fondamentale notare che le armi che imbracceremo non hanno un limite di munizioni, ma possono surriscaldarsi. È dunque buona cosa dosare il fuoco e sfruttare il tempismo durante la ricarica per velocizzare il processo grazie al sovraccarico per tornare operativi il prima possibile.

Returnal rovine

Tutto ciò, anche perché gli scontri si riveleranno molto frenetici e non è raro che gli stage si trasformino in un bullet hell in cui correre, saltare, sparare e schivare allo stesso tempo. A tal proposito ci viene in aiuto un sistema di controllo estremamente comodo e reattivo per affrontare la minaccia, specialmente quando le zone diventeranno di lockdown, in cui affrontare orde di nemici con annesse creature speciali e senza la possibilità di evitare lo scontro.

Sopravvivere sull’affascinante e pericoloso Atropo

Il combat system premia il giocatore scaltro e agile, grazie al sistema dell’Adrenalina, che entrerà in gioco dopo 3 eliminazioni senza essere colpiti e conferirà ai colpi delle armi di Selene bonus aggiuntivi e buff cumulabili. Essere colpiti annulla di fatto il moltiplicatore, costringendo il giocatore a ricominciare il ciclo di uccisioni. Altro fattore importante per l’avanzamento è rappresentato dalla Competenza, che viene aumentata di base sconfiggendo i bersagli e determina l’abilità nel combattimento, influenzando i livelli delle armi che troveremo, ricordando che è possibile equipaggiare solo un’arma da fuoco alla volta. Molti oggetti accelerano questi processi, senza dimenticare la presenza di consumabili di varia natura che potremo usare per vari scopi, tra cui quelli dedicati al recupero salute, che ci sono parsi fondamentali, fino ad arrivare ai parassiti, veri e propri corpi estranei che si interfacceranno con la tuta conferendo bonus e malus diversi in contemporanea.

Sul fronte dei malus, una particolare attenzione va posta sulle avarie, che intaccheranno in maniera significativa la tuta della protagonista, causate da entità maligne che circondano alcuni forzieri, che potremo aprire a nostro rischio e pericolo se non abbiamo etere per purificarli, o generati da specifici attacchi. Tre avarie significano conseguenze critiche e bisogna soddisfare delle condizioni per rimuoverle, o intervenire grazie a specifici parassiti o consumabili. Non manca poi una valuta intrinseca con cui ottenere oggettistica di varia natura in lotti speciali, utile in diverse occasioni e dagli effetti più disparati.

Returnal parassita

Dopo aver assimilato tutte queste nozioni e sfruttato a dovere le molteplici pedane di teletrasporto che conducono verso aree già visitate dello stesso ciclo, ci siamo fatti strada a tentativi verso i segnali captati nelle rovine. Una volta ottenuti degli oggetti chiave che aprono a specifici percorsi lasciati dietro di noi, abbiamo fatto rotta verso una zona diametralmente diversa dalle altre, immaginando un imminente pericolo. Un boss con tanto di molteplici fasi e barre di salute si è destato di fronte a noi e dopo qualche tentativo e un minimo di preparazione a livello di arsenale e potenziamenti, siamo riusciti a sconfiggerlo, instradandoci direttamente verso una nuova zona.

Il secondo bioma si presenta completamente diverso dal primo per struttura, mettendo sul piatto una landa desertica molto aperta e nuove creature, legittimamente più ostili di quelle incontrate nelle rovine. Purtroppo non eravamo pronti mentalmente ad una nuova sfida e siamo rimasti vittime del deserto, colmo di nuove minacce di diversa entità. Il loop ci ha riportato al punto d’impatto della nave Helios nelle rovine, ma fortunatamente ogni stanza di tipo portale indirizzerà ora alla nuova zona, rendendo un po’ più lieve la ripetizione di gameplay, che ricordiamo mantenere i progressi chiave anche se si rinasce.

Returnal helios

Returnal ci ha fin da subito colpito per la forza estetica ed espressiva veicolata attraverso lo schermo in 4K, e soprattutto attraverso l’audio e la periferica di PS5. Il DualSense ci ha restituito ogni sensazione a schermo con precisione, sfruttando sapientemente i grilletti adattivi per sparo e mira, dove quest’ultima può vantare di una pressione maggiore per innescare il fuoco secondario dell’arma imbracciata. L’atmosfera permeata da belve aberranti ed effetti di luce evidenti e ben distinti hanno permesso una sessione pulita e mai confusionaria nonostante gli elementi a schermo si siano presentati spesso in gran quantità.

Questo primo contatto con Returnal ci ha lasciato sensazioni molto positive, stupendo per la cura e la fluidità di gioco, in cui ogni elemento funziona in un ciclo di morte e rinascita ben reso e contestualizzato. Ogni elemento dello scenario ha una sua importanza, ed è sempre il giocatore ad avere l’ultima parola, a fronte di un livello di sfida tarato verso l’alto che premia l’abilità dello stesso, ricompensandolo con potenziamenti e oggetti chiave per il proseguimento. Il sistema procedurale introdotto da Housemarque funziona e ci è risultato mai sbilanciato, sebbene l’effetto frustrazione per cicli più ostici da affrontare in confronto ad altri, in relazione all’obiettivo di ogni bioma, sia presente. L’utilizzo del DualSense ha destato sensazioni molto interessanti, ponendo Returnal tra i software con maggiore cura in tal senso, il quale sfrutta ogni singola tecnologia offerta dalla console next-gen di Sony. In attesa di scoprire quali altre sorprese il pianeta Atropo ha in serbo per noi, non possiamo che rimanere entusiasti per la nuova esclusiva Sony, che ci ha catturato in un ciclo rogue-like di pregiata fattura.

Mirko è un appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni. Ama alla follia i platform 3D e i GDR, ma è un giocatore a tutto tondo. Grazie a una PlayStation e a un Mega Drive, il mondo per lui si è fatto dinamico fin da subito grazie a un irriverente marsupiale arancione e a un velocissimo porcospino blu. Cresciuto credendo che il cuore sia la propria chiave guida, ritiene che il videogioco sia la quintessenza dell’intrattenimento e materia dall’alto potenziale costruttivo.