Abu Simbel Profanation è uno dei titoli più difficili degli anni ottanta, famoso per il suo livello di difficoltà proibitivo ai limiti della sopportazione umana, al punto che il coevo Ghosts ‘n Goblins gioco arcade cult di Capcom sembra una passeggiata al confronto. Il titolo risale al 1985 ed è stato sviluppato da Victor Ruiz per Dinamic Software, che lo ha rilasciato su tre home computer, ovvero Sinclair ZX Spectrum, Amstrad CPC e Standard MSX. Il gioco esce in Spagna viene distribuito in seguito da Gremlin Graphics nel resto d’Europa.
Si tratta di un gioco epico ed avventuroso, la cui trama vede il protagonista, Johny Jones, già protagonista di due precedenti titoli, che è stato colpito dalla maledizione di Abu Simbel, mutando in una bizzarra creatura che conserva solo il suo enorme naso del suo vecchio aspetto. Esiste solo un modo per spezzare la maledizione, ovvero recarsi nel lontano Egitto fino alla ricerca della piramide dove si trova la tomba originale di Abu Simbel, nella quale si trovano delle speciali chiavi magiche necessarie per avanzare nei tortuosi e tetri corridoi dell’antica e pericolosa costruzione. Ovviamente la piramide non è vuota, ma in realtà ricolma di nemici demoniaci e spettrali di ogni sorta, come ogni luogo maledetto che si voglia definire tale. Immerso in quel grand guignol di orrori assortiti il nostro eroe deve superare anche numerose trappole ambientali, poste nei modi più assurdi, e sempre pronte a fargli fare una bruttissima fine. Salti, corse e un pizzico di strategia sono necessari per riuscire a sopravvivere, ma il compito è davvero complesso ed arduo da portare a termine.
Un titolo di culto, che, negli anni ottanta, è sempre stato un metro di paragone per l’intero genere Adventure. A quasi quaranta anni dalla sua uscita originale, trentasette per la precisione, Abu Simbel Profanation è stato finalmente convertito per gli home computer ad otto bit della famiglia Atari XL/XE dallo sviluppatore indipendente Felipe De Toro ed è oggi giocabile anche su questi sistemi. Si tratta di un lavoro di retro programmazione virtuoso, con una riscrittura del codice parecchio laboriosa, che rende perfettamente omaggio alle versioni originali per Spectrum, Amstrad CPC ed MSX. Trovate maggiori informazioni sulla pagina Facebook di AtariWare.