Mato Anomalies è un prodotto complicato da inquadrare e anche da valutare. Ho seguito l’evoluzione del titolo sin dai primissimi vagiti, ho potuto vivere il suo sviluppo in maniera molto vicina, anche grazie alle numerose prove che il publisher ci ha messo a disposizione, e per questo motivo ero molto curioso e anche impaziente di verificare il risultato finale. Ebbene, posso dirvi che Mato Anomalies è un po’ lo specchio riflesso del suo stesso mondo di gioco, al contempo colorato e sulle prime battute gioviale e cartoonesco, ma allo stesso tempo oscuro e tremendamente minaccioso. Arrowiz è partita dalle fondamenta dei suoi pezzi forti, ossia i titoli story-driven, cercando di fonderli però con stilemi ludici al di fuori della propria comfort zone, provando così a uscire fuori dagli schemi portando su schermo un prodotto decisamente interessante ma comunque sotto diversi aspettati limitato. Mato Anomalies non è certamente un titolo per cui strapparsi i capelli, ovvio, ma devo ammettere che ho apprezzato parecchio alcune trovate, che secondo me hanno reso il gioco anche più interessante di quanto si potrebbe immaginare. Sia chiaro, non siamo di fronte a un prodotto indimenticabile, ma gli sviluppatori hanno comunque saputo creare – per quanto con forte ispirazioni “esterne” – un mondo di gioco interessante e intrigante, probabilmente non sfruttato sempre a dovere. Se siete curiosi di scoprire il nostro giudizio in merito, beh, non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione completa, fatta grazie a un codice Xbox Series X fornitoci dal publisher.
Mato Anomalies: benvenuti a Mato, la città degli orrori (nascosti)
Il pargolo di Arrowiz, come ho avuto modo di dirvi anche in fase di anteprima, si rifà con forza a produzioni quali Shin Megami Tensei e soprattutto al suo spin-off Persona, soprattutto sul piano dell’impostazione narrativa e tematica. La città fittizia di Mato colorata, ricca di “vita” e pullulante di persone, che si susseguono con fare scanzonato e assolutamente ignaro sui freddi cocci di una strada apparentemente ricca di vita, nasconde più di un misterioso e spaventoso segreto. Nascosti nei meandri dell’oscurità si annidano infatti tantissimi punti oscuri, che proprio come in Persona, e in particolare Persona 5, la fanno da padrona nell’economia generale della trama. I desideri, l’odio, la sede di potere, la voglia di sovrastare a ogni costo il prossimo: questi sono tutti i temi che ruotano intorno alla giostra narrativa di Mato Anomalies, di cui mondo di gioco ne è lo scenario perfetto. In questo complesso e sfaccettato organigramma tematico si va a incastonare il protagonista della storia, il Detective Doe, trovatosi, suo malgrado, imbrigliato in un turbinio di eventi che vanno ben al di là della sua comprensione. Proprio come accade nei lavori di Atlus, la città di Mato è soltanto la parte superiore di un mondo oscuro che si cela in profondità, dominato dalle più terribili delle emozioni umane, che prendono forma in molteplici modi, sotto lo sguardo ignaro delle persone. Insomma: la città di Mato ha un disperato bisogni di aiuto, così come lo stesso protagonista, che appare sin dalle prime battute un personaggio fragile ma che cerca in tutti i modi di fare la cosa giusta. Proprio il poter contare sul prossimo, sulla collaborazione il gioco fa un altro passo in termini di caratterizzazione del mondo in cui si svolge la storia, e tal proposito diventa fondamentale il discorso dei comprimari, Genma su tutti, che entrano via via in contatto con il protagonista e lo aiutano, anche per ragioni di tornaconto personale, a tentare di far luce sull’oscurità che sembra destinata a prendere il sopravvento su una città sempre più in balia della perdizione e della spietata sete di potere e controllo di chi ne tesse i fili in sottofondo.
Ripulire i Covi in compagnia
Tornando ai nuovi membri del “party” è impossibile non trattare l’argomento gameplay del gioco. Mato Anomalies è un RPG a turni molto classico, ma non soltanto. Quando si affrontano i dungeon, figli della Marea Funesta e delle perversioni dell’animo umano, conosciuti anche come Covi, il giocatore entra in un campo di battaglia in cui, appunto, si affrontano i nemici, tenendo conto di tutti gli stilemi del caso: debolezze, resistenze, attacchi speciali e via dicendo. Ognuno dei membri del cast possiede infatti attacchi dall’elemento o dalla tipologia di colpo particolari, unici, che hanno più o meno effetto su determinati nemici. Tutte queste abilità si sbloccano in automatico avanzando con i livelli, e proprio questi ultimi danno accesso a punti Talento, che servono a potenziare sia i parametri base dei vari membri del party (salute, attacco, elusione e così via) sia a potenziare proprio le suddette abilità e la loro potenza di “fuoco”. Complessivamente, questo sistema ludico è molto classico, ma comunque funziona bene. Quando si gioca, per farmi capire, perché il gioco vive di sequenze di dialogo molto prolissi e tante cut-scene, Mato Anomalies è un titolo molto particolare, soprattutto perché ho trovato alcune idee molto interessanti. Ad esempio, i membri del party condividono la medesima quantità di salute e quando si va ad usare un consumabile si può tranquillamente curare tutto il party. Un’altra dinamica molto interessante, per quanto non originale, è quella della Battaglia Automatica. Dopo le prime ore di gioco si sblocca la possibilità di vivere gli scontri da spettatori, con i membri del party che si scontrano con i nemici in maniera autonoma e complessivamente consapevole.
Quando si esce dal combattimento, Mato Anomalies si mantiene comunque complessivamente divertente. L’esplorazione delle aree di gioco e dei dungeon è limitata nel senso che le aree sono sempre discretamente piccole, ma quasi sempre nascondono oggetti da recuperare e nemici speciali, come quelli Mutanti, da affrontare per ambire a ricompense sempre maggiori. L’esplorazione viene anche accompagnata da una discreta dose di enigmi ambientali e da un puzzle solving quasi sempre molto basilare, che nel complesso comunque rende l’esplorazione dei dungeon più interessante e “forzatamente” più maniacale. Ludicamente parlando, dunque, Mato Anomalies funziona piuttosto bene, anche perché da al giocatore un buon numero di attività da portare al termine. Come ogni buon gioco di ruolo che si rispetti, anche Mato Anomalies offre al giocatore missioni principali, missioni secondarie e incarichi extra, utili sia a rimpinzare i propri strumenti sia le proprie tasche. Attenzione però: a un certo punto della storia, ma non vi dico quando, potreste incappare in un finale alternativo, un finale che potrei definire “cattivo” che fa anche concludere la storia anzitempo. Prestate molta attenzione alle vostre risposte, dunque, perché Mato Anomalies possiede anche un discreto numero di bivi a cui potersi approcciare in maniera differente e con modi diversi, ma con conseguenza quasi mai importanti, tranne che in questo caso specifico. Un’altra trovata molto interessante è quella della dinamica del Mind hack. Come accade per la serie Persona, la mente di alcuni individui risulta “bloccata” e gli impedisce di Ragionare in maniera consapevole. Per arginare questo problema, gli sviluppatori hanno introdotto un gioco di carte che funziona un po’ come il Gwent, che diventa lo strumento per hackerare, appunto, la mente del bersaglio. Tra bonus, colpi offensivi, colpi difensivi e via dicendo, il gioco nel gioco è decisamente interessante e per quanto il sistema generale non sia del tutto originale, devo ammettere che funziona bene.
Tecnica e grafica
Sul piano artistico e tecnico, Mato Anomalies vive di un bipolarismo costruttivo difficile da non individuare praticamente subito. Come vi dicevo anche in fase di anteprima, e posso ribadirlo con maggior cognizione di causa dopo aver provato il prodotto finito (in attesa della patch del day one), il lavoro svolto dai ragazzi di Arrowiz è molto interessante sul piano dell’ispirazione e delle concezione artistica. Da vedere, infatti, Mato Anomalies è un prodotto che funziona, pur senza alcun tipo di magia creativa, che fa del “dualismo” cromatico la sua arma migliore, un dualismo generato dalla continua mescolanza tra l’oscurità di una città che sembra bloccata in una notte continua, illuminata però dalle luci dei negozi e delle case che hanno un peso specifico diametralmente opposto all’oscurità di cui parlavo poco sopra. Questa scelta di art design viene appoggiata anche dalla scelta di avvalersi di un cel-shading che funziona molto bene e che, anzi, riesce ad amplificare ancora di più il contrasto tra i colori forti dei personaggi e delle strutture in generale rispetto agli sfondi più oscuri e meno “violenti” sul piano cromatico. Anche il design dei cast è molto molto figo. Arrowiz ha svolto un ottimo lavoro in tal senso, creando un insieme di personaggi, sia tra quelli principali sia tra i comprimari e tra gli antagonisti, che non hanno nulla da invidiare alle migliori produzioni animate. Da questo punto di vista, per quanto le mappe siano comunque molto piccole e poco “aperte” il lavoro svolto dal team di sviluppo è decisamente vincente, soprattutto se si considera la parte più “umana” del mondo e non quella cognitiva. Nel mondo “nascosto”, infatti, ho avuto la sensazione che i covi e in generale le mappe siano troppo ripetitive e poco ispirate, così come il design dei mostri che vivono al loro interno, tutti complessivamente abbastanza anonimi e poveri di guizzi artistici vari.
La complessiva buona riuscita del comparto artistico, però, si scontra con quella tecnica, che non mi ha entusiasmato mai, nemmeno nelle prime ore passate in compagnia delle versioni preliminare del gioco e che con questa versione finale ho ritrovato esattamente dove le avevo lasciate. Per quanto complessivamente “stabile” nella sua fruizione, Mato Anomalies è un prodotto tecnicamente superato e poco performante. Anche su Xbox Series X, per farvi capire cosa intendo, mi sono imbattuto in tempi di caricamento lunghi, caricamenti continui anche per piccoli spostamenti e in generale una povertà complessiva in termini di pixel. Mato Anomalies da questo punto di vista mette a nudo il suo sviluppo “limitato” e lo si avverte in maniera troppo evidente proprio osservando il forte distacco che c’è tra il design dei personaggi e quello, appunto, delle ambientazioni. Purtroppo è un peccato, anche perché la scelta di affidarsi a una sorta di stile “manga” in alcune cutscene e nelle fasi di dialogo è sicuramente una trovata molto originale e che si sposa alla grande con lo stile anime dell’opera, ma che viene in qualche modo messo in cattiva luce proprio dalla veste eccessivamente minimal ed essenziale del resto del pacchetto. Discorso molto simile anche per il comparto sonoro, che ho trovato a dir poco anonimo. Le tracce che accompagnano il viaggio di Doe sono poche e poco ispirate, e faccio veramente fatica a ricordare qualcosa di vagamente capace di rimanere bloccato nei ricordi dei giocatori. Infine, ho trovato Sufficiente il doppiaggio inglese, che non si eleva verso nessuna vetta clamorosa e che si limita a svolgere in maniera discreta il proprio compito, senza alcun tipo di picco o colpi di genio vari.
Piattaforme: Switch, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC
Sviluppatore: Arrowiz
Publisher: Prime Matter, Plaion
Mato Anomalies è un gioco a cui sono molto legato emotivamente. Ho seguito la sua crescita sin dalla fase embrionale, e sono contento, nel complesso, del risultato finale ottenuto. Sia chiaro, il titolo è ricco di limiti e di scelte di level design poco digeribili, che evidenziano la natura “limitata” del progetto, ma allo stesso tempo tanti buoni spunti interessanti che il team ha saputo portare su schermo, con una forte ispirazioni dai grandi successi di Atlus. Nel complesso, Mato Anomalies è un titolo con una storia interessante e un gameplay divertente, ma al contempo è vittima di scelte di level design poco intelligenti e di uno stile narrativo troppo lento, che potrebbe scoraggiare anche i giocatori più avvezzi con il genere. Il dualismo creativo è dunque un po’ il simbolo della produzione, che certamente non ambisce alla grandezza e che si piazza senza infamia e senza lode nella lista di quei titoli da recuperare con calma e tranquillità, soprattutto con tanto tempo libero e una parco titoli da recuperare meno intasato.