Negli ultimi giorni l’FTC ha perso in tribunale: secondo la corte degli Stati Uniti d’America, l‘acquisizione Activision Blizzard da parte di Microsoft non rappresenta l’inizio di un monopolio. La sentenza si può leggere in due diversi modi: da una parte tutti coloro che esultano, convinti che sia oramai cosa fatta (quando c’è ancora un ostacolo, ovvero quello UK da superare), dall’altra invece i catastrofisti, ovvero coloro che immagino l’inizio della fine. La realtà è ovviamente ben lontana dai due scenari, ma tutto ciò non ci impedisce di fare delle speculazioni e delle ipotesi su cosa accadrà nel corso dei prossimi mesi, quando con molta probabilità il deal andrà in porto.
Nonostante non sia stato ancora firmato niente (la deadline è fissata per il 18 luglio 2023, salvo eventuali proroghe), è già infatti possibile provare a tracciare uno scenario che coprirà il prossimo anno. Da Call of Duty a Crash Bandicoot, passando per il mercato mobile e Xbox Game Pass, cerchiamo di fare chiarezza su cosa accadrà nei prossimi 365 giorni. Prendetevi tutta la calma per leggere questo articolo, perchè oltre alle ipotesi cercheremo di fornire anche alcune risposte a eventuali dubbi che stanno affollando la mente di tutti i giocatori, siano essi fan PlayStation oppure fan Xbox.
Activision Blizzard e quel nome ingombrante
L’acquisizione di Activision Blizzard va divisa in tre tronconi: da un lato il gruppo Activision, responsabile di diverse IP molto care ai giocatori PlayStation. Si tratta del più importante in realtà, perché è il gruppo che pubblica Call of Duty, Crash Bandicoot e Spyro, ovvero le tre proprietà intellettuali che per oltre dieci anni sono state sempre un punto di riferimento per il colosso nipponico. Ed è proprio da qui che partiamo, ovvero dal brand più grosso, quello che fa più rumore: lo shooter creato da Vince Zampella.
Sono oramai diversi mesi che si parla di un presunto contratto e di un accordo che impegnerebbe Microsoft a portare su PlayStation proprio Call of Duty per almeno 10 anni, oltre che ovviamente a pubblicarlo su Nintendo Switch. In realtà è molto probabile che il brand non subirà particolari scossoni: i giochi continueranno a uscire su PlayStation, mentre per la console Nintendo ci vorrà probabilmente un po’ più di attesa. Nel corso dei prossimi mesi però potremmo assistere all’arrivo dei vecchi capitoli su Xbox e PC Game Pass. Si tratterebbe di una mossa commerciale decisamente furba per Microsoft, che continuerebbe a vendere a caro prezzo l’edizione più moderna, dando nuova linfa vitale alle microtransazioni dei vecchi capitoli. Allo stesso tempo bisogna capire se i prossimi capitoli continueranno a godere dei benefici come i punti doppi e promozioni speciali solamente su PlayStation oppure ci sarà margine di manovra per portare alcuni bonus e vantaggi anche su console Xbox.
Cosa cambia per Blizzard
Passiamo ora al secondo troncone, ovvero a Blizzard. Si tratta di una società autonoma, che opera a Irvine (in California) e che è responsabile di successi commerciali come le serie di Diablo e World of Warcraft. Immaginarsi un cambio totale di strategia commerciale è praticamente impossibili: i titoli pensati per le console continueranno a uscire senza problemi anche sulle piattaforme rivali, ma qui Microsoft si gioca un gigantesco vantaggio, ovvero il Game Pass. Titoli come Diablo 4 o Overwatch godrebbero di una platea decisamente ben più grande e ridurrebbero il rischio di fallimento: per i giochi prettamente multiplayer, infatti, la scelta migliore a livello di distribuzione include il lancio al day one sui servizi in abbonamento, che permetterebbero di attirare più giocatori fin da subito e “pompare” così i dati in merito agli utenti attivi e (potenzialmente) aumentare anche il guadagno proveniente dalle vendite di pass stagionali, DLC e contenuti aggiuntivi.
Per quanto riguarda il mercato PC, non è da escludersi un ritorno dei giochi Blizzard anche su Steam. Al momento solamente i titoli Activision sono infatti presenti anche su Steam. Nel corso dei prossimi mesi, dunque, potremmo assistere all’arrivo di Diablo, World of Warcraft e altri giochi anche sul client di Valve. Difficile, invece, immaginarsi la chiusura di Battle.net, il client proprietario della software house.
Da King al cloud: Microsoft si gioca l’all-in
Al di là dei tanti benefici che Xbox riceverà dall’acquisizione di Activision Blizzard, è innegabile che la maggior parte della partita si giocherà nel settore cloud e mobile. Per quanto riguarda il gioco in streaming, il colosso di Redmond ora parte sicuramente avanti rispetto ai suoi concorrenti. I dubbi su una possibile monopolizzazione del settore, espressi dalla CMA (l’antitrust inglese, che ricordiamo deve ancora approvare l’acquisizione) ci sono tutti. D’altronde quasi nessuno potrebbe inserirsi nel mercato del cloud senza sostenere costi altissimi e chi ci ha provato in realtà non ci ha mai creduto veramente. Ora, con l’aggiunta di Activision, Blizzard e il gruppo King le cose cambiano drasticamente: Microsoft ha tra le mani quello che potrebbe essere il catalogo più importante mai visto prima in mano a un publisher.
C’è poi il secondo aspetto da non sottovalutare ed è probabilmente quello che avrà un impatto maggiore, ovvero il segmento mobile. Più volte a Redmond hanno parlato della possibilità di creare un store alternativo a Google Play e App Store. Ora, con l’inserimento di King tra le sue fila, questo obiettivo sembra essere sempre più vicino. Gli autori di Candy Crush e di altri giochi mobile vennero assorbiti proprio da Kotick e compagnia per avere una presenza massiccia all’interno dello spaccato Android e iOS. Ora, con il supporto della società che fu di Bill Gates, c’è il rischio che Satya Nadella e Brad Smiths spingano al massimo per poter far notare a Cupertino e Mountain View che sì, ci sono anche loro a spartirsi la fetta del mercato più popolato dai videogiocatori.
Activision Blizzard e Sony, un rapporto oramai logoro?
Al di là dei benefici che potrà avere l’acquisizione, c’è un aspetto che quasi nessuno ha in realtà messo in conto. Ma i rapporti tra Activision Blizzard e Sony si potranno recuperare? A differenza di altre acquisizioni, infatti, quasi tutti i videogiochi prodotti dal gruppo saranno per forza di cose multipiattaforma. Il problema è capire se i dirigenti Microsoft avranno ancora voglia di parlare con Jim Ryan, vista la sua aggressività nell’ultimo anno, volta a far saltare l’acquisizione.
Ryan ha fatto dichiarazioni decisamente controverse, come per esempio la volontà di non condividere i devkit di PS6 e ha cercato di parlare privatamente con diversi esponenti della CMA, dell’Antitrust dell’UE e dell’FTC per fermare il tutto. Dal nostro punto di vista è molto probabile che i rapporti siano davvero logori e impossibili da recuperare nel breve periodo, ma questo non vuol dire che il gruppo non pubblicherà più sulle console Sony oppure che le versioni dei giochi saranno di pessima qualità. Semplicemente c’è bisogno di tanto tempo per ricucire uno strappo, che sul medio periodo può portare a una comunicazione più complicata, oltre che magari la perdita di alcuni bonus in favore (oltre che di Xbox) di Nintendo. Non uno scenario allarmante, sicuramente, ma comunque complesso e complicato da gestire. Non riusciamo a immaginare Ryan parlare con un dirigente di Microsoft dopo l’ultimo anno.
Sony in risposta deve essere se stessa
L’acquisizione di Activision Blizzard in realtà non cambia nulla, o almeno non nel breve periodo. Call of Duty continuerà a essere multipiattaforma e Microsoft semplicemente guadagnerà molti più soldi rispetto a prima. Sicuramente però Sony dovrà reagire in qualche modo, soprattutto dando un segnale a livello PR e di comunicazione con il pubblico. Ma non deve essere una risposta fuori dagli schemi, ma più che altro una conferma dell’ottimo lavoro svolto dal colosso nipponico dalla generazione PS4 in avanti.
Certo, ci sono alcuni elementi che andranno aggiustati. Il primo riguarda sicuramente una comunicazione migliore: al momento nessuno sa quali giochi esclusivi arriveranno su PS5 dal 2024 in avanti, mentre PS VR 2 sembra più un esperimento che nessuno ha intenzione di portare a termine. È necessaria, insomma, un po’ più di chiarezza rispetto a ciò che è avvenuto in questo ultimo anno, dove spesso i giocatori sono stati lasciati in mano ai dubbi rispetto alle certezze.
Per quanto riguarda i giochi, Sony ha tra le mani un’occasione decisamente importante: assoldato il fatto che Call of Duty potrà giocare un ruolo importante proprio su Xbox, magari grazie ai bonus pre-order che traslocheranno sull’ecosistema di Redmond, PlayStation può tranquillamente rispolverare una delle sue vecchie IP, come per esempio Killzone. Certo, è necessario che il lavoro sia decisamente migliore rispetto agli esordi, ma si tratta di una chance importante: non è importante creare il rivale di CoD, ma più che altro offrire un’alternativa, che forse i giocatori PlayStation potrebbero apprezzare. E no, non ci stiamo riferendo a Marathon di Bungie: serve un FPS esclusivo, che sia in grado di rivaleggiare proprio con il franchise di Activision Blizzard.