Air Conflicts Collection Recensione

Air Conflicts Collection

Air Conflicts Collection | Non sono mai stata particolarmente affascinata dai videogiochi di simulazione di volo, e dovendo essere del tutto sincera nemmeno in quelli con importante componente arcade. Pilotare un aereo non rientra nei miei sogni più proibiti, specialmente considerando che soffro un tremendo mal d’aria. Sono affascinata, tuttavia, dalla nicchia di giocatori che apprezza questi titoli: è un piacere vederli giocare, soprattutto ai capitoli più impegnativi e realistici, e ammirare la loro concentrazione e serietà. Air Conflicts è una serie composta da Secret Wars e Pacific Carriers, due capitoli usciti in successione quasi una decina di anni fa, che si sono posti l’arduo obiettivo di combinare eventi storici con il divertimento action: non proprio una passeggiata. Le grandi guerre mondiali però possiedono una rilevanza innegabile, e calarsi nei panni dei combattenti dell’epoca ha un certo appeal nascosto.

Air Conflicts Collection

Cieli tempestosi incombono su di noi!

Air Conflicts Collection e l’atterraggio su Nintendo Switch

L’ammiraglia Nintendo era pressoché l’unica console a non potersi fregiare della presenza dei titoli di Air Conflicts: tale mancanza è stata risolta e celebrata, grazie all’arrivo sul mercato di un’edizione fisica contenente i due titoli. I double pack hanno sempre un loro fascino discreto, non solo dovuto all’effettivo risparmio, ed è noto quanto i collezionisti apprezzino poter toccare con mano i videogiochi che acquistino. A parte riunire i due titoli in uno però, sostanzialmente nulla è stato aggiunto al gameplay o alla resa grafica, che è rimasta quella che era: questo bundle è sconsigliato ai feticisti della grafica deboli di cuore, che potrebbero non reggere l’impatto. Fronzoli a parte, i contenuti ci sono e rimangono piuttosto validi, potendo intrattenere il giocatore per una quantità di ore del tutto rispettosa. La possibilità di godersi i due titoli in modalità portatile è un’extra non indifferente: le brevi missioni sembrano perfette per tale esperienza, e ciò potrebbe rendere questo porting una delle migliori versioni disponibili sul mercato.

Air Conflicts Collection

Far saltare gli edifici dà sempre una certa soddisfazione.

Air Conflicts Collection: Secret Wars e la bella contrabbandiera

Il primo dei due giochi a nostra disposizione, chiamato in maniera azzeccata Air Conflicts: Secret Wars, ci trasporta nelle grandi guerre mondiali, mettendoci alla guida di velivoli iconici. La protagonista è una giovane contrabbandiera, che pur pensando soprattutto al proprio tornaconto personale, non teme nulla e non si tira indietro rispetto al pericolo. ,Il gameplay è abbastanza vario poiché consiste non solo di combattimenti, ma anche di più divertenti missioni stealth e di ricerca di obiettivi sulla mappa. Nonostante questo genere non sia esattamente nelle mie corde – leggi: sono una tremenda incapace – ho trovato intuibili e ben realizzati i comandi, e piuttosto agevole guidare il mio aereo anche nelle acrobazie più sfacciate. L’interfaccia è senza dubbio basic e poco lussuosa, ma svolge adeguatamente il suo lavoro, e perdersi è pressoché impossibile. Ho trovato inoltre carina la possibilità di attivare la modalità “adrenalina”, un tocco di classe che fa riflettere su quanto possa essere emozionante pilotare un velivolo tentando di salvarsi la vita.

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Pacific Carriers ci consente di librarci in volo da enormi portaerei

Air Conflicts Collection: Pacific Carriers e le due facce della guerra

Il secondo titolo del nostro pacchetto regalo è Air Conflicts: Pacific Carriers, uscito sul mercato unicamente un anno dopo il primo, ma abbastanza differente. Ambientato durante le rappresaglie sul Pacifico, si divide in missioni sulle portaerei giapponesi e quelle americane, consentendo così di immedesimarsi in entrambi gli schieramenti. Sono disponibili più aerei, ma le campagne sono in numero minore e più lunghe e i protagonisti sono a mio parere meno intriganti. Ciò nonostante, è divertente spiccare il volo dalle grandi portaerei ed è semplicemente immancabile rivivere la battaglia di Pearl Harbor.

Air Conflicts Collection

Rivivere le campagne delle grandi guerre fa bene per non dimenticare la storia

Air Conflicts Collection vola via rapido e leggero. Ma bruttino.

I due titoli mostrano il fianco per la componente tecnica, che è davvero mediocre e abbastanza inaccettabile oggi come oggi. Le texture sono pessime, i terreni inguardabili e con alberi che appaiono e spariscono, e gli stessi aerei appaiono a volte poco credibili. Per di più le cut-scene sono virtualmente inesistenti, essendo costituite da illustrazioni statiche su cui la telecamera zooma o si allontana. Il doppiaggio è abbastanza terrificante e i testi confusionari e mal scritti, rendendo persino la storia difficile da seguire in alcuni frangenti, e non è che sia esattamente complessa come Il codice Da Vinci. Ciò nonostante, il frame rate è stabile ed il gioco fila via liscio. Più che liscio: risulta divertente, e ciò è stata una vera sorpresa per me. Soprattutto Secret Wars, che è costituito da missioni più rapide e sfiziose, sa intrattenere ed è piuttosto godibile, anche nella modalità libera in cui possiamo divertirci a svolazzare e abbattere nemici a go-go. Aumentando la difficoltà di pilotaggio, i titoli si avvicinano più alla simulazione che all’arcade, e ciò può essere appetibile per chi apprezza tale stile. Non per me, lo dico senza pudore, ma ho comunque apprezzato che fosse possibile scegliere come vivere l’esperienza e quanto volessi impegnarmi. Tocco di grazia dovrebbe essere la modalità multiplayer online, che però ho avuto molta difficoltà a testare data la carenza di nemici. Dove siete, assi dell’aria nintendari?

Air Conflicts Collection arriva su una console del tutto povera di titoli di tale genere. Il double pack offre la possibilità di recuperare ad un prezzo tutto sommato accettabile due classici, che ci trasportano all’epoca delle grandi guerre e sanno intrattenere per bene. Non trascurabile la possibilità di giocare a difficoltà maggiore, introducendo una componente simulativa. Il tutto purtroppo non è affatto bello da vedere, nemmeno in modalità portatile. 

Mangiatrice compulsiva di sushi e cibarie di ogni genere, ama alla follia tutto quello che è Nintendo, non disdegnando neppure il dorato mondo dei Pokémon. Videogioca sin da quando era bambina, ed ora che è grande forse lo fa addirittura più di prima. Anzi, sicuramente.