Desperados 3 Anteprima dalla gamescom 2019

Desperados 3 Anteprima | Il 2019 ĆØ un po’ l’anno dei grandi ritorni, nell’industria dei videogiochi. Basta guardarsi indietro anche di poche settimane per trovare parecchi esempi, dei quali Desperados 3, nel suo piccolo, ĆØ solo l’ultimo in ordine cronologico. I suoi predecessori, ad opera dei defunti Spellbound Entertainment, si perdono ormai nei meandri della memoria collettiva di un nugolo di appassionati: ĆØ anche a loro che THQ Nordic ha pensato, nell’apprezzabile tentativo di riportare in vita una serie di RTS con una forte accezione stealth data ormai per defunta. Su Desperados 3, in mano a Mimimi Games, sono al lavoro appena una ventina di persone, che però parrebbero avere le idee ben chiare sulla direzione da intraprendere: pur non avendo potuto vederlo altre volte nelle principali fiere di settore o in altri appuntamenti, il gioco ĆØ infatti giĆ  in fase beta, con un rilascio sul mercato pianificato entro quest’anno.

Desperados 3

Il setting di Desperados 3 ĆØ piuttosto classico, ma con alcuni elementi di rottura rispetto al selvaggio west.

Desperados 3 segna il ritorno di una serie storica dopo oltre dieci anni

Nelle intenzioni, Desperados 3 ĆØ stato pensato fin dall’inizio per essere un prequel, che raccontasse uno spaccato di storia utile a capire come i cinque protagonisti si sono conosciuti e hanno stretto un rapporto fra di loro, diventando i ā€œDesperadosā€, banditi dotati di una moralitĆ  tutta loro e costretti a barcamenarsi fra continue lotte fra bande e l’arrivo della civiltĆ , che, a cavallo dei secoli ā€˜800 e ā€˜900, avrebbe messo la parola fine all’era dei cowboy americani. Questa linea narrativa ĆØ stata imposta fin dalle prime fasi dello sviluppo del gioco, per rendere la storia più fruibile ai nuovi giocatori che magari non hanno mai provato un Desperados in vita loro. La storia sarĆ  gestita in maniera differente rispetto ai predecessori e anche agli ultimi lavori del team di sviluppo, con un’incidenza piuttosto marcata di cutscene e dialoghi che interromperanno l’azione e che, almeno in teoria, dovrebbero permettere di calarsi nell’universo della serie in maniera più immediata e al tempo stesso profonda.Ā Fatta questa breve ma doverosa premessa, gli sviluppatori ci hanno mostrato due diverse porzioni della linea narrativa principale, ambientate ognuna in uno scenario ben definito. Nella prima, localizzata circa a metĆ  del gioco e lungo il fiume Mississippi, abbiamo ritrovato Isabelle Moreau, rapita da un manipolo di banditi e rinchiusa in una gabbia, dalla quale si ĆØ presto liberata sfruttando una delle sue abilitĆ  uniche: i dardi da cerbottana, con cui può sia addormentare i nemici, sia distrarli in vari modi (utilizzando anche degli animali, fra cui un gatto), sia assoggettarli al proprio volere e persino obbligarli a uccidersi tra loro. Isabelle rappresenta solo uno degli archetipi possibili in Desperados, e può fare affidamento su abilitĆ  sfuggenti e che le consentono di non sporcarsi troppo le mani.

Sfruttare tutte le componenti più tattiche del gameplay è fondamentale per averla vinta.

Una componente fondamentale di Desperados e che torna anche nel terzo capitolo ĆØ lo stealth, amalgamato in maniera curiosa con la strategia in tempo reale: un insieme, questo, davvero peculiare e poco inflazionato. Gli sviluppatori hanno scelto di dotare ogni bocca da fuoco di pochissime munizioni, rendendo il procedere ad armi spianate e senza ragionare un vero e proprio suicidio, anche per via della manifesta superioritĆ  numerica di ogni drappello di nemici. Ne consegue un curiosissimo mix tra azione e riflessione, in cui si spara soltanto quando si ĆØ davvero sicuri di farlo e soprattutto di non essere individuati. Una componente fondamentale del gameplay ĆØ infatti legata ai coni visivi, che regolano sia la possibilitĆ  di essere scoperti, sia, spesso, la portata delle nostre abilitĆ : ciò fa sƬ che molto spesso convenga scegliere una tattica attendista, mimetizzandosi fra i cespugli o nascondendosi dietro casupole e muri. Se a parole mettere in pratica tutto quanto potrebbe suonare difficile, specie in tempo reale, esistono diverse meccaniche volte a semplificare un po’ il gameplay: la modalitĆ  showdown, per esempio, permette di non perdersi per strada nessuno dei personaggi, sincronizzando le loro azioni. La sua utilitĆ  non sta tanto nella cara vecchia (e indispensabile)Ā pausa tattica, quanto nell’innescare combinazioni fondamentali tra le abilitĆ  dei nostri eroi, spesso basate sulla reciproca distrazione dei bersagli per far fuori tutti in relativa tranquillitĆ . Ognuno dei cinque personaggi principali ĆØ dotato di abilitĆ  uniche, di cui quelle di Isabella rappresentano solamente la punta dell’iceberg: abilitĆ  che non solo vanno utilizzate al momento giusto, ma che bisogna accuratamente organizzare e disporre una dietro l’altra per avere ragione di consistenti gruppi di nemici. Nel corso della demo, abbiamo visto i personaggi rischiare seriamente di morire, e più volte: siamo però rimasti impressionati da come in ogni situazione ci fosse quasi sempre un’opzione per cavarsela senza sacrificare nulla.

Molte volte ĆØ necessario pensare bene a quali abilitĆ  scagliare. Altro che button mashing, qui serve tattica e riflessione.

Proseguendo nella dimostrazione, abbiamo visto altri tre personaggi: il ā€œtankā€, dotato di doppietta e trappole da disseminare in giro (che in realtĆ  tank non ĆØ vista la ben poca propensione dei personaggi di Desperados ad assorbire i colpi), il pistolero, unico, vero DPS del gruppo, e infine il dottore, considerabile una sorta di cecchino e armato di mirino a lunga distanza. La vera chiave del gameplay di Desperados 3 sta nel saper sfruttare le combinazioni fra le loro abilitĆ , moltiplicandone sinergicamente l’efficacia: uno, da solo, non ĆØ neanche lontanamente sufficiente per averla vinta, mentre tutti insieme formano un ā€œpoolā€ di opzioni da cui ĆØ fondamentale saper ā€œpescareā€ bene. Le abilitĆ , peraltro, sono bilanciate in modo piuttosto severo e punitivo e non se ne può abusare: il controllo mentale di Isabelle le fa consumare HP, portandola spesso a rischiare la vita per salvarsi la pelle.Ā Abbiamo poi assistito a un lungo intermezzo di gameplay, nel quale abbiamo potuto vedere le abilitĆ  dei personaggi all’opera, combinate in modo da sbarazzarsi in vari modi dei nemici presenti in un insediamento: sfruttando (a nostro rischio e pericolo) i dardi di Isabelle, oppure gestendo con furbizia la situazione e puntando non tanto a eliminare tutti, ma a raggiungere una posizione tattica, sopraelevata, con il pistolero Cooper: qui, imbracciata una mitragliatrice, il nostro ha fatto letteralmente strage di banditi, concludendo il grosso della missione in pochi secondi. E non ĆØ tutto, perchĆ© gli approcci visti rappresentano solamente due dei tanti possibili, e si estendono – in vari modi – a tutte le quest presenti nel gioco. Non ĆØ sempre obbligatorio combattere, ad esempio: nell’ultimissima parte della demo, abbandonati gli scenari rurali, siamo stati trasportati direttamente a New Orleans, in cui l’obiettivo era quello di riuscire a rubare una lettera senza essere visti, nella zona del mercato della cittĆ . Proprio qui, tra l’altro, abbiamo potuto ammirare il comparto visivo di Desperados 3 nel suo massimo splendore, fra luci soffuse, modelli ben disegnati e un quadro generale sufficientemente pulito, sebbene non ancora scevro di fastidiosi bug, come uno, legato ai caricamenti, che ha obbligato a uscire e rientrare dal gioco per poter proseguire. La relativa pesantezza del motore grafico, peraltro, ha reso impossibile portare il gioco anche su Switch: i giocatori console, nel 2020 (in ritardo di qualche mese, quindi, rispetto al PC), dovranno “accontentarsi” delle sole versioni PlayStation 4 e Xbox One.

Desperados 3 ci ha nel complesso convinti, presentandosi come una riproposizione in chiave moderna di una serie che sembrava caduta nel dimenticatoio, con un livello di cura nei dettagli che poco ha a che vedere con i rudimentali primi due capitoli. Gli sviluppatori hanno sfruttato l’esperienza accumulata con Shadow Tactics: Blades of the Shogun, adattando anche alcune meccaniche stealth, legate al sabotaggio e all’assassinio, a Desperados e dando vita a una ricetta che sembra funzionare a meraviglia grazie a personaggi ottimamente caratterizzati e un sistema di gioco tattico e profondo, senza aspetti poco studiati o lasciati al caso.

Nato nello scorso millennio con una console fra le mani e rimasto per molti anni confinato nel mondo distopico della Los Angeles del 2019, ha infine deciso di uscirne per divulgare al mondo intero le sue più grandi passioni: il videogioco in tutte le sue forme, il cinema (quello vero) e Dylan Dog.