La trama di Kingdom Hearts non è per tutti. Comprendere le districate ramificazioni narrative condotte dal team di Nomura in questi anni darebbe filo da torcere a scrittori incalliti e menti brillanti. Nell’ultimo decennio in particolare la storyline della saga è diventata una matassa informe di informazioni, tanto da lasciare ad ora, al termine del terzo titolo, ancora moltissime incognite. Cosa c’è dentro quella sinistra scatola nera? Segreti, i “piani a lungo termine” di Xigbar, eppure anche ai vertici dell’organizzazione si gioca al “scavicchio ma non apro”, e dire che il fandom sia sulle spine è un mero eufemismo. Si provano così a delineare le mosse dell’infinita scacchiera narrativa tra luce e oscurità in un DLC che cambierà il punto di vista del fruitore per quanto concerne il post game e accende un barlume di speranza in vista delle prossime opere. Kingdom Hearts ReMIND apre così a un vorticoso cambio di prospettive, in cui si scorre da una linea temporale ad un’altra per rispondere a domande oltremodo esistenziali. Vi ricordiamo che il DLC è ora disponibile negli store digitali al costo di 29,99 euro, e anche in una versione aggiuntiva a 39,99 euro con tanto di orchestra strumentale annessa.
Nessun scacco matto
Il contenuto di Kingdom Hearts ReMind lo possiamo dividere sommariamente in tre macro sezioni: una strettamente legata agli avvenimenti vissuti nell’ultima porzione della main story con tanto di nemici memorabili, una seconda con una frazione di alleati giocabili per la prima volta in esclusiva, e una terza completamente inedita. Oltre che all’interessante ritorno di boss fight assolutamente indimenticabili, vero fiore all’occhiello del terzo capitolo, le cut scene delicatamente amalgamate con intriganti risvolti narrativi, condiscono la serie di duelli a cascata che farciscono la prima porzione di DLC. Una grande nota di merito va attribuita alla scelta del personaggio da controllare prima di alcune battaglie salienti: un modo intelligente per accontentare chi bramava sprigionare i poteri del proprio eroe preferito. Laddove curiosi intermezzi visivi mettono l’accento su alcuni fatti spiegati in maniera parzialmente nebulosa nella versione originale, le sfide iniziali finiscono per annoiare chi è già un veterano dell’opera. Tra molte perplessità ReMind verrà comunque ricordato per aver messo in scena uno degli scontri più appaganti e adrenalinici degli ultimi anni, capace di coinvolgere, in un valzer di magie pirotecniche e colpi sontuosi, tutti i nostri beniamini.
Legami ineffabili
Ma non sono solo un paio di battaglie memorabili a rendere Kingdom Hearts ReMind un contenuto a parer mio eccellente. È senza dubbio encomiabile la ricostruzione ambientale di Scala ad Caelum, probabilmente uno dei lavori più apprezzati di questo DLC, anche se non gode di uno spazio così ampio come mi aspettavo. La piccola missione che avvolge l’intera esperienza nella città dei Keyblade è la ricerca forsennata di Sora per i frammenti di cuore di Kairi: ricerca che ci guiderà negli anfratti della mappa di gioco, spesso brulicanti di nemici di ogni genere e specie. La terza parte del contenuto cambia invece completamente marcia, proiettando l’attenzione dell’utente su una lunga serie di duelli al cardiopalma contro gli storici nemici della saga, obiettivo? Scoprire tracce sull’esatta ubicazione di Sora, al termine degli ultimi avvenimenti. Qui si entra nella zona calda del breve ma intenso excursus narrativo che abbiamo seguito sin ora. Sebbene gli avvenimenti salienti di ReMind si concludano con le ultime cut scene a schermo, la longevità dell’espansione è ben ripagata negli atti finali.
Tirando le somme, possiamo definire Kingdom Hearts ReMind come un DLC decisamente appetibile per gli appassionati della saga, ma che non ingolosisce troppo i novizi fruitori. Chi è già saturo degli scontri cruciali della storia o chi si professa come assoluto completista si potrebbe leggermente annoiare nella prima frazione del contenuto, ma la presenza di alcuni scontri inediti assicurano il prezzo del biglietto. Bene per metà la ricostruzione di Scala ad Caelum: esuberante ma poco sentita. Sebbene sia capace di far espirare aria nuova al titolo, essa non risulta così memorabile, barattando spesso la profondità con lo sfarzo. Magistrale invece la minuzia riservata per il bilanciamento delle boss fight finali: ognuna profondamente ispirata a uno storico nemico del protagonista e largamente appagante. Promosso, ma se siete veri amanti del brand, perché il prezzo è decisamente troppo alto.