Deathloop Recensione: è il momento di spezzare il loop anche su Xbox

Deathloop

Pubblicato un anno fa su PlayStation 5 e PC, Deathloop, sviluppato da Arkane Studios e Bethesda Software, sbarca quest’oggi sulla console della casa di Redmond e su Game Pass, arrivando in un momento assolutamente felice per il servizio in abbonamento di Microsoft. Negli ultimi giorni, per l’appunto, sono stati aggiunti nuovi videogiochi al catalogo già ottimamente per infoltirlo ulteriormente, il che si traduce con arrivi già conosciuti agli utenti PlayStation, e che ora i giocatori Xbox potranno recuperare comodamente.

Quanto a Deathloop, tuttavia, c’è da dire che era questione di tempo prima che arrivasse su Game Pass. Ne abbiamo già tessuto le lodi, apprezzandolo per il suo game design, il suo contesto e cosa aveva da offrire. Come è rigiocarlo oggi, invece? In che modo l’ultima fatica di Arkane Lyon si approccia al mercato Microsoft, cercando nuovi stimoli? Potremmo accontentarci di analizzare il porting, semplificando in modo sbrigativo l’intero game design del videogioco degli sviluppatori francesi. La versione Xbox, in realtà, è uguale a quella PlayStation e non cambia di una virgola l’esperienza, anche se non si può vantare del feedback atipico del DualSense.

Solo qualche giorno fa, infatti, PlayStation e Nintendo hanno presentato la loro line up per l’anno ancora in corso e quello venturo, presentando videogiochi come Octopath Traveler II e il nuovo Zelda, dimostrando ancora una volta di essere al centro del mercato. Xbox, al contrario, ha mostrato tutti i videogiochi in arrivo su GamePass, tra cui nomi noti come Deathloop. Una sorpresa gradita, ma non ci aspettavamo altro, dopo l’acquisizione di Microsoft di Bethesda Zenimax e di alcune tra le licenze più rilevanti del panorama dei videogiochi come Starfield, un’esclusiva Microsoft attesa degli appassionati di Skyrim e delle produzioni dello studio di sviluppo statunitense. Deathloop arriva in un momento assolutamente favorevole, proprio quando pensavamo che di videogiochi di Arkane Studio e in generale di Bethesda ci sarebbe voluto ancora del tempo: attendere, tuttavia, n’è valsa la pena.

Deathloop

Deathloop: ritorno in un tremendo loop

Cosa potremmo raccontare di diverso dalla nostra recensione? Arkane Studio, approfittando delle spiegazioni didascaliche sul loop, si è allontanata da Talos I e dalle morti di Dishonored, proponendo un videogioco avanguardistico come è capace di realizzare. Impersoniamo Colt, un tizio qualunque che imbraccia armi di qualunque tipo, concentrato a sopravvivere e a non farsi male, anche se è inevitabile.
Si risveglia in una spiaggia, da solo, con accanto una bottiglia di birra vuoto e con i postumi della sbronza della sera prima. Il mal di testa lo affligge: si rialza a fatica, imprecando e vomitando, incespicando con le parole mentre prova ad avanzare, barcollando da una parte all’altra. Cerca di arrivare a una porta, ad aprirla, e si ritrova davanti uno scenario che non capisce appieno. Ci sono documenti sparsi ovunque, c’è una radio, un biglietto con un codice e una certa Julianna che lo minaccia e si prende gioco di lui.

Non crede a cosa sta vivendo, perché sarebbe impossibile crederlo: mentre cerca di scappare, viene assalito da una ragazza vestita con indumenti giovanili e i capelli ricci. È la stessa che lo aveva insultato pochi istanti prima, ma stavolta non ha paura a mostrarsi. Imbraccia un’arma che non esita a utilizzare, mentre cerca di fuggire, non riuscendo però a stare in piedi (forse a causa della sbronza della sera prima, chi lo sa) ma raggiunge un luogo sicuro dove cerca riparo. Salta nel vuoto, certo di morire, ma una mano molto familiare lo blocca prima che lui possa cadere nel vuoto. È l’immagine di sé stesso, che gli consiglia di fuggire via e non voltarsi, di correre e non fermarsi, e di rompere il loop. Cosa avviene dopo è un mistero, ma siamo certi di una cosa: Colt è morto. O forse no. Senza fare ulteriori spoiler, sappiate che il racconto di Deathloop si concentra su una trama avvolgente e coinvolgente. Inizialmente pensavamo di essere davanti a un’opera difficile da capire, come è tipico di Arkane Lyon, ma ci siamo trovati davanti una produzione in realtà parecchio esaustiva sin dai primi minuti di gioco.

Il loop, che in termine fisici e metafisici assume un significato incredibile per la materia di Stephen Hawking, è qualcosa che va ben oltre il significato stesso del tempo e dello spazio, perché cosa abbiamo vissuto ritorna ma in una forma diversa, e cosa vediamo e scopriamo lo conosciamo già, come se fosse un dejavù che assume un significato ancora più sinistro e spaventoso. Vediamo davanti a noi avvenimenti che intercorrono e non si fermano, e non riusciamo in alcun modo a trattenerli. Ne veniamo però attratti, e inseguiamo queste visioni che un tempo avevano un significato estremo e profondo. In Deathloop tutto questo viene scritto e montato a regola d’arte, con una rappresentazione fedele del significato del termine “Loop”, e di come si evolve e presenta in una formula che va ben oltre il contesto rappresentato nel videogioco di Arkane Studios. Siamo all’interno di un loop che ripete le stesse azioni e ci fa rivivere quegli istanti, ma non precisamente gli stessi. Come il nostro Mirko ha scritto nella sua recensione, c’è un ordine delle cose che Julianna non intende in alcun modo intaccare: le stesse regole del loop in cui ha edificato un regno del terrore; un suo particolare parco divertimenti fatto di menzogne e lavaggi a secco del cervello.

Questo ci fa capire che il mondo, in realtà, è molto più corruttibile di quanto possiamo immaginare. Davanti a noi si stagliano situazioni al limite e momenti capaci di farci saltare in piedi dalla sedia, e la crudeltà di Deathloop è rappresentata dalla vivacità di Julianna, una protagonista a tutto tondo che possiamo impersonare però durante le sessioni online, in cui possiamo metterci alla caccia di Colt, che resta però il protagonista effettivo dell’intera campagna (e in questo caso avremmo gradito che fosse dato a Julianna un ruolo ben più importante e non solamente marginale). La trama di gioco, per quanto ben costruita, potrebbe in effetti essere per pochi palati. Essendo estremamente contorta, spesso sarà necessario cercare indizi, leggere molto e capire cosa sta accadendo, ma questo è nel pieno taglio stilistico di Arkane Studios, che per l’occasione ha confezionato un’opera ispirata e coinvolgente, capace di appassionare quanto di sorprendere. In effetti è necessario, a volte, pensare fuori dagli schemi, stringere il pad e partire, incuranti di cosa potremmo trovare davanti a noi: è il miglior modo per godersi produzioni simili, che necessitano di uno sforzo mentale in più per essere apprezzate totalmente.

Non esageriamo col dire che Deathloop, in effetti, è la produzione Arkane Studios migliore degli ultimi anni per il suo approccio alle linee temporali differenti e a un metaverso che ormai, in un modo o nell’altro, sta diventando sempre più importante, oltre che al centro della cifra stilistica delle attuali proposte videoludiche nel panorama. Abbiamo bisogno di videogiochi con una bella storia, sì, ma anche di un ottimo contesto: Deathloop non tradisce affatto questa sua visione, esaltando le caratteristiche che rendono il loop e la rigenerazione un ottimo pretesto per godersi appieno un’esperienza realmente fuori dagli schemi e dall’imprevedibilità.

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Il gameplay di Deathloop è la massima espansione del talento di Arkane Studios

Il gameplay di Deathloop potremmo sintetizzarlo rapidamente: stiamo parlando di un FPS shooter in prima persona con dinamiche stealth tirate a lucido da altre produzioni della casa sviluppatrice francese. La visuale in prima persona, infatti, è implementata in maniera estremamente curata, risultando godibile e comoda.
Come qualunque altra produzione di Arkane Studios, possiamo scegliere l’approccio che preferiamo, tra lo stealth e il caos totale con tutto il nostro arsenale da viaggiatori del tempo sguainato. Consigliamo, tuttavia, un approccio più stealth per godersi appieno il game design del videogioco di Arkane Studios e le sue diramazioni, in modo tale da vivere i livelli e interfacciarsi con essi in maniera divertente, viva e pulsante. A differenza delle altre produzioni, c’è un esaltante livello di progressione che avviene nell’hub principale in cui possiamo aggiungere alle armi e all’equipaggiamento di Colt delle piastrine che potenziano gli attacchi, rendendo le offensive letali e divertenti da vivere. È un modo che dimostra, ovviamente, in che maniera Deathloop sia comunque fedele alle sue origini e al suo taglio stilistico, ovviamente fuori dagli schemi ma non troppo diverso da altre produzioni Arkane Studios.

Deathloop

È tuttavia l’approccio ad affascinarci, perché nel suo nuovo videogioco lo studio francese ha curato l’aspetto ludico sotto ogni punto di vista. C’è la possibilità di assorbire i residui per ottenere la valuta del gioco, spendibile ogni volta che ritorniamo all’hub per accrescere la potenza del nostro armamentario. E possiamo, ovviamente, godere di ulteriori stimoli durante l’esplorazione dei livelli, in cui possiamo divertirci a rivisitarli per raccogliere cosa ci siamo persi precedentemente. La spiegazione totale, però, l’ha data il nostro Mirko nella sua recensione per PlayStation 5; infatti possiamo assicurarvi che la versione Xbox non cambia di una virgola il game design del gioco. Tra prototipi, progetti, nuove implementazioni e divertenti combinazione c’è spazio per follie di ogni genere, e non possiamo che essere esaltati da questo aspetto, che riesce a combinare e a proporre una struttura ludica unica nel suo genere, traducendosi come uno die migliori degli ultimi anni per qualità e raffinatezza. Sebbene sia un videogioco per pochi, crediamo che ogni singolo giocatore potrebbe innamorarsi dei loop temporali all’interno della nuova produzione di Arkane Studios.

Un aspetto grafico dal fascino irresistibile

Abbiamo visitato una direzione artistica fuori scala, curata e progettata per stupire e lasciare di stucco, con ambientazioni ben rappresentate e tirate a lucido, e che dimostrano un lavoro egregio per ricreare pienamente un mondo di gioco capace di intrattenere e stupire. Avevamo, in effetti, bisogno di una produzione che sapesse proporre ben più dei classicismi del genere, andando oltre quanto avevamo visto in passato del team francese. Al netto di qualche piccolo errore tecnico, già presente nella versione PlayStation 5, Deathloop dispone di caricamenti rapidi e di un’ottima resa grafica, che coinvolge per la cura, proponendo un pregevole lavoro nel game design ambientale. Il lavoro di porting, in sostanza, è assolutamente congeniato ed implementato a dovere, con ottime aggiunte come il crossplay tra console, già disponibile nel nuovo aggiornamento, con altre succose novità.

 

Piattaforme: Xbox Series X/S,  PS5 e PC

Sviluppatore: Arkane Studios

Publisher: Bethesda Softworks

Ci eravamo lasciati un anno fa con Deathloop e i suoi viaggi temporali, e lo confermiamo nuovamente: l’opera ultima di Arkane Studios è ispirata, ben scritta e con un gameplay che approfondisce a dovere il sistema del loop, dandogli spessore e il dovuto il rispetto. Da oltre vent’anni, infatti, Arkane Studios propone opere meravigliose, scritte e designate in maniera convincente, e con Deathloop ha offerto una reale prova d’amore per il genere FPS. Qui ha affinato lo stealth, ma non è un mistero. Il porting da PlayStation 5 a Xbox Series X e Xbox Series S è assolutamente ben amalgamato, e non potevamo aspettarci niente di meglio dallo studio di sviluppo francese.

VOTO: 8.5