A dicembre, una bizzarra compagnia si è manifestata sul palco dei The Game Awards 2022. Lo stuntman Damion Poitier e lo sceneggiatore Kerby Joe Grubb hanno scortato davanti a una folta platea di appassionati il celebre attore Michael Madsen, quindi il trio ha annunciato a sorpresa un inedito heist game, Crime Boss Rockay City. Distribuito da 505 Games e sviluppato da INGAME STUDIOS, il titolo ha immediatamente catalizzato la curiosità degli spettatori, se non altro perché il suo trailer si è fregiato di un cast tanto sopra le righe da poter tranquillamente mettere in imbarazzo la saga cinematografica de I Mercenari.
Tra i nomi celebri figurano infatti i già citati Poitier e Madsen, ma a questi si sommano Kim Basinger, Danny Trejo, Danny Glover, Michael Rooker, Vanilla Ice e soprattutto Chuck Norris, soggetti che in un modo o nell’altro hanno fatto la storia del grande schermo e che vedono negli anni Novanta il picco della loro attività attoriale. I VIP che si sono prestati al progetto sono d’alto profilo e i giorni che mancano al lancio del titolo sono numeratissimi, non sorprende quindi che l’editore stia facendo i salti mortali pur di illustrare al pubblico che genere di prodotto stia per uscire effettivamente sul Mercato. In tal senso, 505 Games ha offerto a un numero selezionato di testate di testare Crime Boss Rockay City, un’occasione che GamesVillage non poteva certamente farsi mancare.
Gli anni Novanta secondo Crime Boss Rockay City
Benvenuti a Rockay City, una metropoli turistica che sorge sulle coste di una Florida fatta di neon, locali di lusso e fenicotteri di plastica. Nonostante sia ormai il 1995, la città sembra essere cristallizzata eternamente in una visione nostalgica degli anni Ottanta, sia per i suoi opulenti eccessi, ma anche per il torbido che si annida appena dietro ai grattacieli specchiati e alle accoglienti spiagge. E il marciume sta per venire violentemente a galla: il boss che controllava l’area urbana è caduto, quindi si è generato un vuoto di potere che ora fa gola a molte gang ambiziose.
A livello pragmatico, questo incipit narrativo da sfogo a tre differenti modalità di gioco interconnesse tra di loro: il sistema single player noto come Baker’s Battle, le partite rapide di Crime Time e le mini-campagne di Urban Legends. Ogni categoria può essere fruita autonomamente ed è caratterizzata da sfumature ludiche a sé stanti, tuttavia il superamento dei traguardi all’interno di una modalità è in grado di sbloccare potenziamenti, accessori e avatar all’interno delle altre modalità, una dinamica che stimola non poco l’esplorazione integrale del modello videoludico. Durante il nostro hands-on abbiamo avuto modo di collaudare esclusivamente due delle sei campagne Urban Legends, tuttavia la sessione di gioco è stata vitale per estrapolare alcuni concetti essenziali intavolati dallo staff di INGAME.
Il crimine paga e anche tanto
Le leggende urbane si dipanano secondo un modello che sarà certamente noto a quei gamer esperti dei giochi shooter-coop che contrappongono gli utenti a un plotone di nemici coordinati dal computer (PvE). La dinamica base è di fatto estremamente essenziale: fino a quattro giocatori scelgono un personaggio e un equipaggiamento di partenza, quindi si lanciano in una missione dagli obiettivi variabili. Se i gamer umani non sono sufficienti a coprire tutti i ruoli, quelli mancanti vengono rivestiti da bot automatizzati. A questa intelaiatura vanno però aggiunti diversi orpelli. I membri del team da cui è possibile attingere sono infatti caratterizzati da benefici e difetti specifici, inoltre osservando il bacino di scagnozzi ci si rende immediatamente conto che vi sia una netta distinzione qualitativa tra i criminali “unici” e la marmaglia generica che funge da carne da cannone.
La presenza di peones sembrerebbe a questo punto rappresentare un controsenso, tuttavia la funzione di questi sacrificabili si dimostra indispensabile per rispondere alla meccanica di gioco per cui ogni protagonista può essere mandato ko un numero estremamente contenuto di volte. Se l’avatar esaurisce le vite prima del termine della campagna, i suoi talenti non saranno più accessibili e ci si dovrà necessariamente appoggiare alle riserve. Volendo possiamo considerare il tutto al pari di una dinamica permadeath “soft”, poco punitiva e angosciante, ma che risulta anche assolutamente ineluttabile. A dire di INGAME, questo fatalismo sarà presente in tutto Crime Boss Rockay City, compreso Baker’s Battle, contesto in cui la morte del protagonista si tradurrà direttamente con la necessità di dover riavviare la modalità storia.
Le peculiarità di Crime Boss Rockay City
Che siano d’infiltrazione o di combattimento nudo e puro, quelle di Crime Boss Rockay City sono missioni che possono nella maggior parte dei casi essere affrontate adottando approcci diversi, una propensione alla varietà che è quindi enfatizzata da un sistema di gioco che altera in maniera semi-casuale la disposizione dei punti di interesse distribuiti all’interno delle mappe di gioco. Nulla è scontato e ogni partita sarà leggermente differente da quella precedente. Per assecondare questa versatilità, i giocatori possono dunque attingere a un arsenale di uomini e armi che promette di essere estremamente vasto e profondo.
Ci si può armare di ciottoli – utili per distrarre le guardie – e pistole con silenziatore, ma anche con granate termobariche e mitragliatrici pesanti: non esiste una strategia migliore delle altre, tuttavia bisogna tenere sempre a mente che scatenare un inferno di piombo finirà regolarmente con il destare le indesiderabili attenzioni dello Sceriffo Norris e dei suoi plotoni polizieschi. Più vanno avanti le sparatorie, più sarà dunque facile incappare in ondate militarizzate numerose e meglio equipaggiate. Allo stesso tempo, come si può evincere dal fatto che siano stati scomodati molti attori action, il sistema di gioco è tutt’altro che punitivo nei confronti di coloro che non riescono a muoversi furtivamente, anzi, abbandonarsi alla frenesia della battaglia può divenire parte integrante del proprio modus operandi.
Come Payday, ma diverso
Gli sviluppatori fanno di tutto per suggerire che la loro creatura non sia da catalogare nel genere heist, bensì sotto la nomenclatura di “crimine organizzato”, tuttavia vale la pena affrontare di petto la questione: Crime Boss Rockay City sembra avere ereditato molto dalla saga di Payday, titolo di rapine che ha fatto la storia della categoria. Ciò non è necessariamente un male: Payday 2 è ancora oggi molto amato, tuttavia va riconosciuto che ormai si tratti di una bestia sacra vecchia di dieci anni. Durante la sua onorata carriera ha registrato alti e bassi, ha avuto momenti di debolezza che hanno fiaccato la community e le sua trama si è complicata al punto che le vicende narrate sono finite con il lanciare i criminali protagonisti in sfide letali contro esseri divini e immortali, presupposti che si dimostrano tutt’altro che accoglienti nei confronti dei neofiti.
Crime Boss Rockay City non vuole però limitarsi a essere un semplice sostituto. Le dinamiche d’ispirazione rogue-like, la gestione articolata di armi ed equipaggiamenti, la mortalità degli scagnozzi e un’impostazione maggiormente incentrata all’azione dimostrano che l’ultima fatica di INGAME STUDIOS ha deciso di intavolare una regia che ambisce a sviluppare un’identità che sia univoca e indipendente. Le campagne che abbiamo avuto modo di collaudare indicano che la direzione intrapresa sia promettente, che il tono e i contenuti rappresentino un buon punto di partenza su cui poggiare un’esperienza ludica duratura, tuttavia la nostra sessione non è stata in grado di dipanare alcune ambiguità ancora poco chiare. Nei minuti a nostra disposizione non abbiamo per esempio avuto modo di vagliare l’efficacia dei bot, di saggiare l’invasività delle microtransazioni o di sondare la solidità dei piani futuri del progetto, tutte dinamiche che contribuiranno non poco a definire la possibilità del titolo di lasciare un segno nel popoloso universo dei multiplayer online.
Piattaforme: PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S
Sviluppatore: INGAME STUDIOS
Publisher: 505 Games
Data di uscita: 27 marzo 2023 su PC
INGAME STUDIOS ha tra le sue fila talenti che hanno fatto la storia del gaming grazie a titoli quali Vietcong e Mafia II, non sorprende dunque che il nostro hands-on di Crime Boss Rockay City ci abbia catapultati in un’esperienza videoludica caratterizzata da un sistema di combattimento solido e accattivante. Le incognite da chiarire sono ancora molte, tuttavia quest’ultimo esponente del genere crime heist ha tutte le carte in regola per consolidarsi come esperienza coop dalla longevità pluriennale.