Come se non bastasse il lancio di alcuni dei migliori auricolari wireless nel corso dell’anno (su tutti, WF-1000XM5 e WF-C700N), Sony ha presentato una nuova linea di periferiche audio per il gioco con il marchio INZONE, che include i qui presenti e attesissimi INZONE Buds. Dal punto di vista del design, questi dispositivi si rifanno alle prime versioni realmente senza fili del marchio, in particolare al modello WF-1000XM3, che vantava una struttura spessa e allungata con un pannello a sfioramento sulla parte anteriore. Sono attualmente disponibili al prezzo di 148 euro presso i rivenditori ufficiali Sony nei colori nero o bianco/nero, con quest’ultima combinazione di colori che rappresenta un chiaro omaggio alla PlayStation 5. Avendo avuto l’occasione di testare diverse periferiche del genere sia in ambito gaming che nell’utilizzo continuativo di tutti i giorni, ero quindi curioso di scoprire se questa nuova offerta targata Sony sarebbe stata in grado di scalzare via gli altri capisaldi del settore con cancellazione del rumore attiva, come i Bose QuietComfort Ultra o i già citati WF-1000XM5, sempre targati Sony.
Sony INZONE Buds: tanta autonomia, scarsa connettività
Come le cuffie INZONE H9 o i monitor da gioco M9 e M3, gli INZONE Buds non sono esplicitamente marchiati PlayStation, ma potrebbero benissimo esserlo, e non soltanto perché vengono venduti anche con la suddetta variante che condivide il medesimo schema cromatico della PlayStation 5. La loro struttura è simile a quella dei Samsung Galaxy Buds 2, con un corpo leggermente più spesso che lascia spazio ai controlli touch. All’interno di ogni auricolare sono presenti due connettori magnetici che consentono di agganciare lo stesso alla custodia di ricarica in dotazione. Con i quattro set di copri membrane in gomma tra cui scegliere, non dovrete preoccuparvi di non riuscire a trovare una taglia che si adatti alla dimensione delle vostre orecchie, mentre il peso irrisorio di quasi 6,5 grammi l’uno vi farà dimenticare di averli indosso una volta posizionati.
All’interno della custodia si trova il ricevitore USB-C da 2,4 GHz, mentre il dongle USB-C permette alle cuffie di essere adoperate su qualsiasi dispositivo che non supporti il Bluetooth LE Audio. Una volta collegato il ricevitore a una porta USB-C, è sufficiente far scorrere la levetta integrata per selezionare la modalità di utilizzo. Le unità di ricezione sono controllate da piccoli pannelli tattili con i quali, mediante l’esecuzione di quattro diversi gesti come uno, due o tre tocchi in successione o una lunga pressione, è possibile programmare fino a otto diversi comandi. Durante le prove, sono riuscito a utilizzare i controlli touch per abbassare il volume senza problemi, ma ho incontrato qualche difficoltà per portarlo di nuovo a livelli ascoltabili. Sony dichiara un’autonomia di utilizzo di circa 12 ore con una carica completa, o di 24 nella custodia: quest’ultima è un piccolo contenitore trapezoidale compatto, ma la sua forma non lo rende ideale per tenerlo in tasca.
Gli INZONE Buds sfruttano lo standard Bluetooth 5.3, una prassi oramai consolidata. Detto questo, c’è una precisazione che vale la pena di sottolineare: per utilizzare il Bluetooth è necessario possedere un dispositivo con Audio LE. I telefoni più recenti, come il Redmi Note 12 Pro+ e il Samsung Galaxy S23, e più in generale tutti quelli dotati di Android 13, consentono di connettersi ai Buds senza problemi, ma il mio vecchio iPhone 12 è risultato incompatibile, e persino il nuovo iPhone 15 deve rinunciare alla porta USB-C per poterli sfruttare montando il ricevitore a 2,4GHz. Paradossalmente, nemmeno la PlayStation 5 supporta la modalità Audio LE, dunque avrete bisogno di impegnare l’unica USB-C disponibile sulla console se volete indossarli, azione che vi impedirà di farlo congiuntamente ad un eventuale visore PlayStation VR2. Ciò significa che gli auricolari non sono compatibili nemmeno con la PlayStation 4, ma funzionano con la Nintendo Switch in modalità portatile. L’imminente PS5 Slim risolverà il problema con le sue 2 porte USB-C, mentre i proprietari dei modelli attuali possono aggirare il problema con un convertitore da USB-A a USB-C, ma lo sforzo aggiuntivo richiesto smorza un po’ il divertimento.
Personalizzazione e qualità dell’audio
Per personalizzare gli INZONE Buds si utilizza INZONE Hub, disponibile esclusivamente per i PC Windows, perciò chiunque utilizzi un sistema operativo differente dovrà accontentarsi delle pre-impostazioni di fabbrica. Con tale strumento è possibile creare gesti e profili standardizzati, nonché attivare l’audio spaziale. È presente un equalizzatore a 10 bande per l’audio delle cuffie, un controllo della gamma dinamica e un cursore per il bilanciamento tra gioco e chat. Tuttavia, il microfono dispone solo di una levetta per il controllo automatico del guadagno e di un cursore per i toni laterali, lo stesso delle cuffie INZONE serie H rilasciate in precedenza. È interessante notare che l’equalizzatore non dispone di una pre-impostazione per le sessioni di gioco. Sony ripropone inoltre il suo espediente per la customizzazione dell’audio spaziale: scaricando l’applicazione separata 360 Spatial Sound sul telefono, è possibile avviare una scansione che traccia una mappa delle orecchie di chi indossa il dispositivo e modifica il surround simulato per adattarsi meglio alla loro forma. Il profilo così generato viene poi sincronizzato con INZONE Hub. Nel complesso, il software è completo, interessante e relativamente semplice da utilizzare. L’interfaccia è pulita, completa di una UI moderna e leggibile ed è molto più facile da padroneggiare rispetto ad altri suoi analoghi, come Razer Synapse.
Giocare con i Buds è stato un vero piacere, grazie all’eccellente qualità audio, alla cancellazione del rumore e a una connessione a bassa latenza che ha mantenuto l’azione sincronizzata. Sebbene gli auricolari siano pensati per gli sparatutto multigiocatore, nei quali l’audio spaziale da il meglio di sé, ho apprezzato i rumori attenuati del traffico di Spider-Man 2 ed i suoni delle sezioni più affollate di Horizon Forbidden West. Parimenti, sono stati in grado di riprodurre musica con la giusta potenza e nitidezza quando ho avviato Spotify e le ho sottoposte ad una vasta gamma di generi, dai Van Halen ai Talking Heads, dai Lynyrd Skynyrd ai Jethro Tull passando per Nightwish, J. Cole, Sonata Arctica e Imogen Heap. La resa si è rivelata molto più ricca a basso volume rispetto alle vecchie Jabra Elite 75t che porto in palestra, mentre livelli dei bassi sono buoni ma non eccezionali. Tuttavia, le consistenze dei brani vengono riprodotte in maniera uniforme. Arriviamo perciò al piatto forte del pacchetto, ossia la cancellazione attiva del rumore (ANC): si tratta di una tecnica utilizzata negli auricolari per ridurre il rumore di fondo misurando i rumori esterni e generando onde sonore appropriate per contrastarli.
In tal senso i Buds si sono dimostrati decisamente efficaci, forse prendendo ispirazione dalle WH-1000XM5 di Sony e dalle loro ottime prestazioni a tutto tondo. È disponibile anche un’opzione di ascolto ambientale che lascia passare i rumori esterni. Purtroppo, il microfono in dotazione è senza infamia e senza lode e conferisce alle chiamate, alle chat vocali e alle registrazioni una qualità telefonica, nel senso peggiore del termine: per quanto la voce risulti comunque chiara e non troppo ovattata, non è uno strumento che utilizzerei con regolarità per parlare con i colleghi o giocare in team su Discord. Tanto per fare un confronto, la qualità dei microfoni delle EPOS H3Pro Hybrid, sia su asta che integrato, è nettamente migliore a parità di prezzo.
Gli auricolari INZONE di Sony sono un passo nella giusta direzione per il marchio emergente della multinazionale giapponese dedicato al gaming. Il comfort, lo stile e l’audio forte e nitido rendono questi intraurali una scelta valida per giocare e ascoltare musica. Tuttavia, la mancanza di un supporto Bluetooth convenzionale e lo scarso rendimento del microfono li rendono poco appetibili nella fascia di prezzo in cui ricadono, dove è facile trovare alternative dal costo inferiore e prive di qualsivoglia problema di connettività.
