Quando il caduto non si rialza più.
È uscito proprio una decina di giorni fa nelle sale italiane il secondo film ispirato ai leggendari Transformers, che gli appassionati ricorderanno per la seria animata e, ancora di più, per gli splendidi giocattoli della Hasbro. La pellicola di Michael Bay, seppur non certo l’apice della sceneggiatura, è comunque riuscita a rendere con una certa efficacia l’eterna battaglia fra Autobot e Decepticon, anche grazie all’ampio utilizzo della computer grafica, sempre e comunque di altissimo livello. Uno di quei film che vale la pena di vedere al cinema o, al massimo, in Blu-ray. Nella “Vendetta del Caduto” troveremo combattimenti mozzafiato e una valanga di nuovi Transformers, nonché le grazie della splendida Megan Fox, che da sola è una scusa più che sufficiente per tirare fuori qualche euro per il biglietto.
Ovviamente questo discorso non si può certo applicare alle trasposizioni videoludiche, sia perché la somma necessaria per giocarseli è ben più alta, sia perché con i tie-in il più delle volte si finisce con il prendere delle cantonate micidiali. Oltretutto Transformers vanta un tutt’altro che illustre precedente, visto che il primo titolo ha totalizzato un’agghiacciante media di voti, che lo hanno posto come una delle peggiori conversioni da film di sempre.
Quando poi si tirano in mezzo le console portatili le cose rischiano di precipitare, dato che quasi mai il team che si occupa di sviluppate le edizioni principali (PC, PS3 e Xbox 360) si dedica a quelle minori, lasciano l’infausto compito a sviluppatori non proprio avvezzi al genere. Ecco… ora noi vorremmo tanto dirvi che a questo giro le cose si sono svolte in maniera differente, ma saremmo dei gran bugiardi e di sicuro ci toccherebbe andare a letto senza cena. Una punizione simile spetterebbe anche ai produttori di questo “capolavoro”, solo che senza cena ci dovrebbero rimanere per un paio d’anni almeno…
CADUTO SÌ, MA MOLTO IN BASSO
Questo gioco è davvero la summa di tutto il peggio che si possa fare con una licenza cinematografica vincente. Partiamo ad analizzare il comparto tecnico, probabilmente quello più disastrato: arrivati al quinto anno di PSP uno si aspetterebbe che lo standard qualitativo sia giunto a un livello quantomeno di decenza. Viene alla mente, facendo un esempio recente, Indiana Jones e il Bastone dei Re, magari non un capolavoro, ma perlomeno decisamente piacevole a vedersi. Non è questo il caso della Vendetta del Caduto, dove assistiamo a un ritorno alle origini, ma non a quelle di PSP, bensì quelle di PlayStation in generale. Una povertà poligonale sconcertante, texture di una definizione inesistente, animazioni ridotte all’osso e, come se non bastasse, un frame rate terrificante, come se davvero fosse possibile giustificare i cali di fluidità per quelle quattro esplosioni in croce presenti a video. Non da meno gli effetti sonori, praticamente sempre gli stessi, roba che neanche ai tempi delle console a 16 bit.
Il sistema di controllo poi sembra uscito dall’incubo di un game designer degli anni ’80: in pratica il nostro Transformers spara in un’unica direzione e per orientarlo tocca usare L o R. La schivata, legata al tasto X funziona una volta su dieci, mentre gli attacchi corpo a corpo sono quantomeno improponibili, non essendoci combo di nessun genere e dovendo oltretutto fare i conti con delle collisioni totalmente campate per aria.
Le varie missioni, divise fra Autobot e Decepticon sono in realtà tutte uguali: una serie di lunghissimi e noiosissimi livelli a scorrimento, con vista dall’alto, dove non bisogna fare altro se non abbattere una valanga di nemici a ripetizione. Di tanto in tanto ci scappa uno scontro con qualche boss di rara intelligenza, paragonabile a una mucca che guarda fissa un treno che sta per travolgerla. Stendiamo quindi un velo pietoso sulla “sezione di guida”, perché probabilmente la Taito di Chase HQ si rivolterebbe nella tomba. No, non ci siamo, non ci siamo per niente!