Ghost Trick: Detective Fantasma – La Recensione

Il genio creativo di Shu Takumi abbandona i tribunali per dedicarsi a uno spiritello un po’ particolare… [Review]

C’è una buona possibilità che di questo Ghost Trick ne sappiate poco o nulla se non siete tra i più accaniti fan del portatile Nintendo, o se non siete passati dalle nostre parti quando abbiamo pubblicato un dimostrativo in flash (nel cui caso vi invitiamo a provarlo cliccando qui prima di proseguire la lettura). Anzi, viene facile pensare che non vi dica niente persino se il Nintendo DS è la vostra unica console. D’altro canto, non è mica facile da classificare questo gioco di casa Capcom: non è il seguito di qualcosa, non appartiene a un genere di riferimento e le sue meccaniche sono di stampo unico. A ogni modo, il nome di Shu Takumi vi dice qualcosa? Probabilmente no, ma sappiate che è un geniale game designer giapponese, che ha dato i natali a Phoenix Wright Ace Attorney, un’altra serie per Nintendo DS (sempre sotto l’egida di Capcom) con ambientazione forense, dove l’avvocato protagonista lotta in tribunale, perennemente invischiato in casi parecchio folli.

La mente sveglia e acuta del nostro Takumi ha ora partorito questo Detective Fantasma che si discosta nettamente per meccaniche dai suoi lavori precedenti, mettendoci, però, tutto il suo estro in quanto a caratterizzazione dei personaggi, intrecci e ritmo narrativo. E se un minimo apprezzate i Phoenix Wright, questa notizia da sola dovrebbe già farvi esultare. Ebbene, Ghost Trick sarà pure impossibile da piazzare in un genere preciso, ma rientra a pieno titolo nella più ambita delle categorie, quella dei capolavori.

Il gioco si apre su di una situazione alquanto incresciosa: un killer minaccia una giovane ragazza con un fucile. Il nostro protagonista è lì in mezzo, già cadavere da qualche secondo. Non è però chiaro chi l’abbia ucciso, né tanto meno perché. Il fatto è che il nostro ectoplasma ha perso la memoria e salverebbe pure la ragazza dalla fine imminente, se solo potesse fare qualcosa. Quando la situazione rischia di degenerare, arriva una presenza misteriosa a spiegarci che certi fantasmi possono sfruttare poteri particolari, grazie ai quali intervenire nel mondo dei vivi. Insomma… il giocatore veste i panni di un fantasma smemorato che per trovare le risposte al proprio triste destino dovrà aiutare tutti coloro che sembrano invischiati in qualche modo nella sua vita mortale. E non è mica una roba facile facile, perché il nostro apprende in fretta che i propri poteri sono sì mirabolanti, ma hanno pure limiti precisi.

Tanto per cominciare un fantasma non può possedere esseri viventi, ma solo alcuni oggetti inanimati; poi, solo certi di questi possono essere manipolati, peraltro in maniera assai limitata. Per dire, se l’eroe si sposta in un ombrello, può aprirlo e chiuderlo. Oppure può accendere e spegnere un congegno, ma non può muoversi liberamente nello spazio. Per passare da un lato all’altro dello scenario ci si deve spostare da tutta una serie di oggetti vicini e solo sfruttando la modalità “Ghost” (il tempo si ferma e diventano visibili i nuclei di quegli oggetti che possono essere posseduti). Con il comando “Trick”, invece, il fantasma attiva un certo effetto a seconda dell’oggetto posseduto.
Ma per salvare la vita a qualcuno, il nostro ectoplasma possiede un potere ben più determinante, quello di riavvolgere il tempo quattro minuti prima di una morte, cercando di modificare abbastanza elementi e cambiare il corso della storia.

Seppur all’inizio possa sembra impossibile venire a capo di una situazione, va detto che tutti gli indizi sono sempre a disposizione del giocatore: occorre comunque una buona dose di materia grigia per risolvere i casi che vengono continuamente proposti senza soluzione di continuità. No, non siamo dalle parti di un Professor Layton, anche se la struttura a colpi di rompicapo potrebbe ricordarlo. Gli “enigmi” sono tutti basati su pochi elementi che si apprendono in fretta e la varietà arriva da una valanga di situazioni che costringono il giocatore a ragionare ogni volta in modo alternativo. E le sorprese non mancano mai, tanto meno ad avventura inoltrata, quando Ghost Trick riesce ancora a introdurre qualche novità a livello di gameplay e a spiazzare con trovate narrative fulminanti.

Difficile comprendere appieno lo spessore del gioco Capcom da una breve descrizione. Però, fidatevi: il Detective Fantasma ideato da Shu Takumi offre un’esperienza memorabile, di quelle che lasciano il segno e che restano a lungo tra i ricordi più cari. Il gioco possiede un intreccio esaltante, scritto benissimo da qualcuno che sa come emozionare e sa tenere desto l’interesse fino all’ultima battuta.