Meno di una settimana fa il Belgio iniziava un’investigazione criminale a carico di Electronic Arts per non aver rimosso, come da loro richiesta, le microtransazioni presenti in FIFA 18. Oggi, altre quindici autorità europee che si occupano di regolamentare il gioco d’azzardo, oltre a quella dello stato di Washington, hanno annunciato il loro sforzo congiunto per “affrontare i rischi creati dalla sfumatura dei confini che dividono videogiochi e gioco d’azzardo”.
Lo sforzo congiunto è stato organizzato al Gambling Regulators European Forum di quest’anno e vede firmatari provenienti da Regno Unito, Irlanda, Spagna, Austria, Repubblica Ceca e molti altri. Pare che il loro focus sia quello di contrastare i siti third-party che offrono servizi assimilabili al gioco d’azzardo e connessi con i videogiochi popolari, come il sito CS:GO Lounge che, fino alla sua chiusura nel 2016 da parte di Valve, permetteva ai giocatori di offrire denaro per accaparrarsi le skin più rare di Counter Strike: Global Offensive. Siti di tal fatta esistono ancora alla luce del sole, ma non è l’unico tema caldo che le commissioni dovranno affrontare.
Le autorità coinvolte asseriscono che i distributori di videogiochi “devono assicurarsi che le caratteristiche di certi giochi, fra cui le lootbox, non costituiscano una forma di gioco d’azzardo per le singole leggi nazionali”. Ci si augura, oltretutto, che “le compagnie di videogiochi lavorino con le autorità che si occupano di gioco d’azzardo” per assicurarsi che i consumatori, e i bambini in particolare, ne siano protetti.