Underworld Ascendant, provato l’erede di Ultima Underworld

Abbiamo parlato di Underworld Ascendant diverse volte su GamesVillage, l’ultima delle quali solamente pochi mesi fa, lo scorso aprile. Il gioco di Paul Neurath, veterano della game industry e fra gli autori di titoli come Thief, System Shock e Ultima Underworld, è recentemente tornato alla ribalta dopo diverso tempo passato in stand-by. La fondazione dello studio Other Side Entertainment, nel 2014, ha rappresentato il primo passo per riportarlo in vita e per poterlo finalmente pubblicare il 15 novembre 2018 (versione PC, per provarlo su console dovremo aspettare il 2019), ad oltre quattro anni dal suo annuncio ufficiale. Noi abbiamo avuto modo di riprovarlo a poche settimane dal lancio, e ci è sembrato decisamente in forma. Siete pronti a ridiscendere con noi nell’abisso?

Che cos’è Underworld Ascendant, nei fatti? Basilarmente, un RPG che mira ad assolvere un compito nient’affatto fra i più semplici: riportare in auge le atmosfere della serie Ultima, fungendo da erede spirituale per Ultima Underworld e con alle spalle praticamente tutti gli autori originali (se si eccettua il creatore della serie, Richard Garriott), ma guardandosi bene dall’utilizzarne il marchio, di proprietà di Electronic Arts. La sua genesi, lo saprà perfettamente chi ha qualche anno in più sulle spalle, non è stata per niente semplice: per poter finanziare il progetto, è stata persino avviata una campagna su Kickstarter, che ha raccolto ben 860mila dollari e raggiungendo due delle tre milestone previste (le richieste per la terza, va detto, erano praticamente impossibili da soddisfare). Underworld Ascendant immerge i giocatori nel cupo mondo dello Stygian Abyss, una sorta di enorme dungeon sotterraneo (avete presente le miniere di Moria nel Signore degli Anelli?) popolato da scheletri, mostri ed altre piacevoli amenità. Questo mondo è perennemente segnato da una lotta intestina, con tre fazioni divise da una perpetua guerra. Il protagonista si colloca esattamente nel mezzo, e ha il compito di scavare nel passato di ognuna di esse per scoprirne i segreti, al fine di portare a termine un obiettivo in cui nessun altro potrebbe riuscire. Nell’universo di Ascendant, infatti, giocheremo nei panni dell’Ascendente in persona, un prescelto chiamato a combattere il minaccioso Typhon, l’antichissima minaccia dalla quale si sono originati tutti i mostri che minacciano il mondo.

Ma vediamo nel dettaglio cosa verrà chiamato a fare il nostro eroe e come. Dalla prova approfondita che abbiamo potuto effettuare, emerge subito un tratto distintivo e decisamente da lodare, ossia la possibilità di risolvere gli enigmi in modo libero e creativo, utilizzando gli oggetti a disposizione ma soprattutto la fantasia e le qualità di “problem solving” del giocatore. Ci troveremo, infatti, a poter agire liberamente con l’ambiente, sfruttando gli oggetti a nostro favore con una creatività non limitata nell’ambiente di gioco, ma che è propria dell’esperienza della vita reale. Cosa faremmo se ci trovassimo di fronte a una porta chiusa a chiave? Guardandoci intorno troviamo lanterne e casse di legno, così capiamo quasi istantaneamente che possiamo lanciare contro la porta una cassa precedentemente incendiata per distruggere anche la porta e oltrepassarla (ovviamente solo una volta che il fuoco si è spento per non arrecarci danno). Oppure potremmo avere a disposizione una bacchetta magica, ma non sempre il suo utilizzo sarà legato all’esecuzione di un incantesimo ma potrà servirci, ad esempio, per prendere oggetti lontani che ci possono servire in quel momento per aprirci il cammino. In pratica il gioco ci permettere di vivere la nostra personale avventura, sviluppando le capacità di sopravvivenza. Un mix di stimolanti possibilità di azione, che stuzzicano le nostre abilità primordiali.

L’obiettivo di Ascendant è quello di recuperare le basi da immersive sim di Ultima, fondendole con meccaniche di gameplay più moderne e parzialmente basate sul recente Thief. E in effetti, l’impressione che abbiamo avuto è che praticamente tutte le caratteristiche più positive di quest’ultimo vengano recuperate e ibridate con una struttura in generale molto più libera, sia nella concezione e nel design degli scenari che nelle scelte a disposizione, elementi che fungono da vere e proprie colonne portanti dell’esperienza. Underworld Ascendant, come abbiamo visto, si prefigge lo scopo di dare al giocatore assoluta libertà di scelta e di esplorazione, anche utilizzando l’ambiente a proprio favore, caratteristica appena abbozzata in Thief e che qui riesce a raggiungere vette ben più notevoli, anche grazie alle maggiori possibilità di sperimentazione e di approccio con armi e magie, che consentono spettacolari uccisioni a distanza. In generale, l’avventura è caratterizzata da un piacevole retrogusto “old school”, che si fonde a meccaniche mutuate da videogiochi più recenti; del resto, l’obiettivo è proprio quello di infondere linfa nuova ad idee di design recuperate direttamente dai gloriosi anni ’80 e ’90: sezioni puzzle-platform con semplici meccanismi da attivare e trappole da superare, nemici da sconfiggere con le giuste tecniche, magari sfruttando tattiche messe a punto grazie al pensiero laterale, e così via. Ne viene fuori un’alchimia che onestamente, nella freneticità propria dei tempi moderni, avevamo quasi dimenticato: giocare Ascendant equivale ad ammirare un vecchio film d’epoca, rivisitato e restaurato. È una sensazione bellissima, e non solo per i nostalgici. Anche perché tecnicamente il gioco ha ben poco da invidiare a produzioni più recenti, e dal punto di vista stilistico pesca a piene mani dall’immaginario visivo di un periodo della storia dei videogiochi che non ha certo bisogno di presentazioni.

Underworld Ascendant ci ha nel complesso convinto molto: il mix di stile retrò e modernità che il gioco di Other Side Entertainment propone è qualcosa di piacevolmente unico, pur forse adatto più a chi mastica esperienze old school e hardcore che ai giocatori occasionali. Fra pochi giorni lo rivedremo in azione, e potremo parlarvene più approfonditamente in sede di recensione: per ora, nonostante alcuni dubbi restino, possiamo dirvi che la partnership con 505 Games ha fatto benissimo agli ultimi mesi di sviluppo, ed è riuscita a dissipare molte fra le nostre ataviche perplessità su Ascendant.

Alessia "Paddy" Padula, Production Director di Idra Editing nonché abruzzese doc, ha una grave dipendenza dalle serie tv, specialmente Doctor Who e Sherlock! Permalosa in modo pericoloso, potrebbe uccidervi per uno spoiler, quindi siete avvertiti. Il suo punto debole? Panda, koala e tutti gli altri animali coccolosi. E gli arrosticini, ma questa è un'altra storia.