Loot Box, la Federal Trade Commission avvia una inchiesta

Loot box

Sembrerebbe che la querelle sulle loot box, e soprattutto sui meccanismi che regolano queste meccaniche nei giochi che prevedono acquisti in game, non accenni a calmarsi. Ultimo ente ad entrare in questa particolare arena è la Federal Trade Commission statunitense.

L’ente, incaricato dal 1914 di vigilare solo sull’osservanza delle leggi commerciali negli Stati Uniti ha infatti dichiarato, attraverso le parole di Joseph Simoncapo della commissione, di aver intenzione di avviare una indagine estesa per chiarire alcuni dubbi riguardo gli schemi di monetizzazione che regolano queste microtransazioni.

Al momento non è ancora chiaro cosa la Federal Trade Commission intenda con “indagine estesa” nè quali saranno i parametri che verranno presi in esame. Parlando di questa decisione Joseph Simon ha dichiarato che “vista la serietà della questione penso che sia ora che noi della Federal Trade Commission cominciamo ad interessarci seriamente alla tematica. Dobbiamo assicurarci” continua Simonche i minori e i loro diritti siano tutelati. Dobbiamo educare i genitori a riconoscere ed evitare i potenziali rischi.“.

Parole decise, che seguono la dichiarazione di un membro del Senato statunitense, Maggie Hassan, che in alcune recenti dichiarazioni ha definito il sistema delle loot box in alcuni videogiochi come un vero e proprio preambolopatologie legate al gioco d’azzardo nei minori e in soggetti a rischio.

Loot box

Gamer dal 1990, complice un NES è diventato un essere mitologico, metà uomo metà pad. Nato per partenogenesi dal dio Chaos, si narra che nel suo pizzetto viva un troll viola del tutto simile a Trevor Phillips. Tra una sessione di gaming e l'altra è riuscito a procreare e la stirpe, sorprendentemente, è umana. Sincero, arrabbiato e politicamente scorretto, ama Halo alla follia, tanto da chiamare la figlia Cortana.