Monster Energy Supercross 3 : The Official Videogame Recensione

Squadra che vince non si cambia. E pazienza se la citata vittoria è, di fatto, un pareggio. Monster Energy Supercross 3 non rivoluziona nulla, ma davvero nulla, nel sotto settore dei racing dedicati alle due ruote e, neppure, all’interno di una serie geneticamente destinata alla cadenza annuale. Forte della licenza ufficiale del campionato della Supercross americana, il titolo punta tutto sull’aggiornamento dei roster e su una finitura del comparto tecnico capace, pur superficialmente, di raffinare indirettamente il sistema di guida grazie ad una fisica un pelo più convincente. Licenza americana, proprio come la disciplina, per un gioco, però, italiano al 100%. A firmare il nuovo episodio è ancora la casa milanese. Come più volte ricordato su queste pagine, per altro, dalle parti di Milestone, sanno come programmare un racing. Da Screamer ai giorni nostri, il numero di titoli dedicati ai motori è enorme, importante. Eppure, l’offerta della software house italiana rischiava, ad un certo punto di questa generazione, di arenarsi davanti al progresso tecnologico inseguito senza fortuna dall’engine proprietario Jam incapace, oggettivamente, di competere con le produzioni tripla A di una concorrenza sempre più agguerrita. Un vero peccato, laddove giochi come Valentino Rossi The Videogame o Ride 2 meritavano una cornice tecnica più curata. Più moderno. Quantomeno pari, sotto l’aspetto produttivo, ad una mole di contenuti e gameplay che non temevano confronti. Il cambio di motore grafico, al netto del tecnicamente acerbo terzo episodio di MXGP, è coinciso proprio con l’arrivo, nel 2018, del primo Supercross che ha sfoggiato un Unreal Engine evidentemente più adatto dell’obsoleto Jam a restituire un aspetto visivo più moderno, colorato e piacevole. D’altro canto, proprio la particolare disciplina riprodotta ha consentito a Milestone di evolvere alcuni elementi basati sulla fisica.  La Supercross, a differenza di altri campionati “europei”, non è una disciplina “aperta”. Piuttosto, si tratta di una competizione da vivere nel “recinto”, alle volte anche spettacolare e coreografico, rappresentato da arene e stadi. Come una partita di calcio, o meglio: di soccer. Ci si siede sugli spalti e si ammira lo spettacolo. In questo caso, moto e piloti pronti a “saltare” letteralmente, tra le insidie dei tracciati disegnati ad hoc per favorire lo show. Inutile dire che su una di quelle moto lanciate in aria c’è proprio il videogiocatore.

Cuore italiano, salti americani

La dicotomia tra Italia e Stati Uniti si espande ad altre aree del gioco. La passione infusa nella produzione è quella di casa. Ma la disciplina è quanto più lontana dagli standard europei. Domare, di questo si tratta, una moto da Supercross richiede una tecnica diversa rispetto a quella “canonica” di una stradale o una sportiva. Lo sarebbe nella realtà, lo è, a maggior ragione, anche nel videogioco. Come già visto nei “precedenti episodi”, l’alternanza di whoops e salti doppi richiede un approccio più simile, per certi versi, ad uno snowboard. Non si cada, però, nell’errore di catalogare Supercross come un titolo di stampo arcade. Nonostante l’esperienza sia scalabile, il gioco resta piuttosto difficile per i neofiti. In primo luogo, la sfida principale è familiarizzare con una filosofia di fondo radicalmente diversa per chi, ad esempio, ha sempre preferito l’asfalto al fango. Le moto, a terra, restano “pesanti”, per quanto, sembrerebbe, il controllo dei bolidi sia stato in qualche modo snellito. Curvare non è sempre immediato, ma richiede, nonostante le basse velocità, una corretta lettura delle traiettorie e un sapiente uso di gas e accelerazione. A questo, per natura stessa della disciplina, Supercross 3 richiede, rispetto al passato recente, un corretto e certosino uso dei pesi quando si è in aria. Una volta lanciati da un dosso e una rampa di terra verso le stelle, le carte in tavola cambiano radicalmente, con la moto che, stranamente, sembra acquisire chilogrammi. L’assenza di comandi dedicati a trick o acrobazie vere e proprie, sposta tutta l’attenzione sulla fisica: tanto del mezzo, quanto del pilota. In linea generale, il comportamento delle due ruote sembra più coerente a più livelli, restituendo un feeling più appagante. Si tratta, ad ogni modo, di sensazioni quasi personali, probabilmente ereditate, prima ancora che da un inedito studio della fisica che regola il gioco, da animazioni meglio legate e realistiche. Il gioco, in fin dei conti, resta sempre lo stesso. Nei tre campionati disponibili, che fanno da ossatura anche alla modalità carriera, l’obiettivo principale, come nelle precedenti edizioni, sarà sempre quello di  lasciarsi alle spalle gli altri piloti, per accumulare punti su punti nelle varie arene sparse in lungo e largo sulla mappa degli Stati Uniti e nelle due categorie disponibili. La personalizzazione estetica del mezzo e dei piloti, ora è possibile creare un alter ego di sesso femminile, può essere in parte “limitata” dalla possibilità di impersonare uno dei piloti ufficiali grazie alla licenza del campionato 2019. E ancora, torna il Compound, già accarezzato via DLC nel primo capitolo e approfondito lo scorso anno. Un gioco nel gioco, ora apprezzabile anche in Co-Op, che mette a disposizione la Supercross Test Arena in California. Un’area concettualmente “Open World” dove scorrazzare liberamente alla ricerca di salti, cadute, rampe. Libertà.

Picasso Racing

Ricapitolando: Monster Energy Supercross 3 : The Official Videogame mantiene la stessa struttura già apprezzata dagli appassionati negli ultimi due anni. Il restyling dei menu – che rende più piacevole, oltre alla semplice navigazione, anche l’uso del completo editor di tracciati – non rivoluziona le sorti di una serie destinata ad un pubblico, almeno in Europa, da gusti motoristici più esotici rispetto alla media. D’altro canto, sarebbe ingiusto, anche a fronte delle premesse, non sottolineare l’ottimo lavoro svolto da Milestone sotto il fronte meramente tecnico. Anche in questo caso, siamo lontani dal parlare di una vera evoluzione, sono stati fatti passi in avanti nella semplice “messa in scena” degli eventi. I modelli di moto e piloti sono ben disegnati, privi di spigoli. Il frame rate è ancorato, nella versione PS4 PRO da noi testata, ai canonici e granitici 30 FPS, ma il sistema di collisioni è stato chiaramente migliorato, così come, in generale, l’effettistica e gli shader. Supercross resta, come serie, bella da vedere. Colorata e spettacolare. Condita da rombi fedeli alla realtà e da un comparto multiplayer che promette performance più convincenti grazie al potenziamento dei server. Supercross 3 resta, anche, un gioco dedicato agli appassionati. Troppo marchiate le peculiarità concettuali proprie della disciplina perché il racing su licenza American Motorcyclist Association possa davvero sfondare tra il pubblico di massa. Almeno, tra quello europeo.

Con Energy Supercross 3 : The Official Videogame Milestone, ancora una volta, salta sul sicuro. Letteralmente. Metabolizzato con successo l’Unreal Engine e limate alcune imperfezioni, il racing motociclistico su licenza ufficiale resta un prodotto dedicato all’utenza più appassionata, a caccia del roster aggiornato e di competizioni online. Privo di difetti oggettivi, il titolo è un ottimo prodotto su licenza evidentemente pensato per una fascia di utenza ben precisa. Per le rivoluzioni, quelle vere, l’appuntamento è rimandato alla prossima generazione.

Michele Iurlaro è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti e dei praticanti professionisti. Scrive molto. Scrive troppo. Da troppo tempo