Sono passati pochi mesi dall’annuncio ufficiale di Assassin’s Creed Valhalla da parte del publisher francese Ubisoft eppure, dopo i lunghi gameplay (tra quelli trapelati e quelli ufficiali), sembra si possa aver visto tutto ciò che c’era da vedere del titolo prima della sua uscita. Se questo sia un bene o un male è ancora tutto da vedere ma procediamo con ordine in questa anteprima e cerchiamo di fare il punto della situazione, anche provando ad andare oltre quanto visto fin’ora.
Il capitolo di cui vogliamo parlarvi oggi riprende il filone canonico della saga, ponendosi come dodicesimo titolo della serie, ma sarebbe in realtà il terzo dopo il “reboot” voluto dalla Ubisoft. Dall’Antico Egitto, passando per la Grecia classica fino al freddo nord dei Vichinghi. Ed è qui che Assassin’s Creed prova a far ancora colpo sui fan, portando nella serie tutti i possibili stereotipi, storici e fantastici, di uno dei periodi più in voga negli ultimi tempi.
Assassin’s Creed Valhalla: dal gelido nord alla calda Britannia!
Se davvero dovessimo pensare a cosa, la Ubisoft, abbia fatto col brand degli assassini ormai più famosi del mondo videoludico, è ricreare nel modo più affidabile e dettagliato possibile, il contesto storico. Sin dall’inizio, la saga venne riconosciuta come pietra miliare, tra le tante cose, anche per la sua precisione storica degli eventi e dei personaggi. Ovvio che i principali racconti della trama siano pura finzione, ma il contesto non si può definire falso. Dalla Gerusalemme del XII secolo, per poi passare all’Italia rinascimentale del XV secolo, fino al colonialismo, la rivoluzione industriale, l’ Antico Egitto e la Prima Civilizzazione, in Grecia. Insomma, questo è sicuramente un enorme pro per la serie, ve n’è per tutti i gusti (anche perchè con la “perdita” della trama di Desmond Miles, è possibile giocare qualunque titolo preferendo piuttosto il contesto storico che non la trama in sé, mossa ora dal personaggio Layla Hassan e che parte proprio da Origins) ed ora, per gli appassionati della cultura norrena, grazie ad Assassin’s Creed Valhalla sarà possibile godersi le terre fredde e verdeggianti della penisola scandinava e, inoltre, le infinite distese d’erba inglese del IX secolo. C’è da dire che, da quanto visto fino ad ora, l’impatto visivo dell’ambiente rende davvero. Se Origins aveva qualche problema per la naturale ed ovvia “piattezza” dell’ambientazione, salvo le stupende Piramidi e Odyssey invece con la sua ripetitività, Valhalla sembra strizzare l’occhio a certe produzioni straniere, traendo influenze a destra e a manca (qualcuno ha detto The Witcher?) tra videogiochi e serie TV per creare un mondo vibrante e suggestivo.
Il titolo pone l’attenzione dei giocatori sulle gesta storiche del clan norreno guidato dal protagonista Eivor che, dopo vicissitudini intestine, decidono di razziare la vicina isola britannica, ai tempi suddivisa tra Wessex, Northumbria, Mercia e Anglia. Ovviamente gli inglesi non potranno di certo stare a guardare e risponderanno al fuoco, col fuoco. Le razzie dei Vichinghi non arrivavano sin da subito, sotto le mura dei forti imponenti, ma partivano proprio dalle coste dell’Inghilterra bagnate dal Mare del Nord, coste su cui si ergevano piccoli villaggi di poche anime. Infatti, la Razzìa in Assassin’s Creed Valhalla sarà una meccanica principale del gioco che probabilmente guiderà a doppio filo la trama e i contenuti secondari.
Non dimentichiamoci che, in quel periodo storico, gli sciamani e i druidi erano punti cardine del folklore norreno e giocheranno la loro importantissima parte durante tutta l’avventura, dando quel tocco di genere fantasy al titolo.
Dall’action all’ RPG, dal vecchio al nuovo
Come abbiamo già detto, questo è il terzo titolo che Ubisoft produce dopo il tentativo di dare quel qualcosa in più alla serie. Qui, come nei due precedenti prima di questo, l’impronta RPG è forte, alla pari di Origins e Odyssey. Proprio come quest’ultimo, d’altronde, potremo scegliere il protagonista di sesso maschile o femminile all’inizio della nostra avventura.
L’albero delle abilità sarà il fulcro del gameplay individuale, sperando che le varie abilità diano soddisfazione in tutte le misure contemplate: dal combattimento corpo a corpo nudo e crudo, fino all’uso di armi da lancio o dalla distanza, per poi arrivare allo stealth, che ricordiamo essersi un po’ perso negli utlimi due capitoli. Un’aggiunta molto interessante risulta essere quella delle doppie armi. Diciamocelo: un Vichingo che non impugna in entrambe le mani un’ascia che finisce irrimediabilmente per essere lanciata nel cranio di un nemico, non è un Vichingo. E Ubisoft sembra averlo capito. In Valhalla, non solo potremo avere le doppie asce tipiche, ma potremo combinare qualunque arma ad una mano per poter trovare la miglior combinazione o, semplicemente, il miglior stile. Anche gli scudi potranno essere usati a doppio e non mancheranno, ovviamente, armi a due mani come lance e alabarde. E il resto?
Il combattimento non differisce di gran lunga dalle versioni precedenti del titolo, le animazioni del combattimento base sono le stesse, molto belle quelle di “esecuzione” che risultano brutali e molto affini con l’immaginario colletivo che si può avere nei confronti di un’opera a tema Vichinghi. In questo nuovo capitolo, la fase stealth sembra, per un attimo, rivangare il passato d’oro della serie ma, nel video stesso, viene fatto vedere giusto qualcosa, dando l’impressione che sia tutto lì, cioè: quasi assente. Probabilmente, vi saranno delle fasi stealth ma non aspettatevi assolutamente la forma dei vecchi AC. Quella, è bella che andata, anche perché personalmente, credo sia davvero difficile far conciliare quello stealth con uccisioni istantanee ed il lato prettamente RPG del titolo: cozzano sistematicamente. Dopo un assalto ad un forte, secondo quanto mostrato nel post-show di Ubisoft, sarà d’obbligo affrontare il suo quasi ex-possessore con una boss fight, decidendo poi la sorte di quest’ultimo. Un punto a favore, almeno per un Assassin’s Creed novizio degli RPG, è sicuramente quello di poter dare delle proprie scelte. Ciò dovrebbe un minimo portare nel giocatore la possibilità di immergersi nel personaggio e non esserne solo spettatore; da calcolare anche le conseguenze che avranno tali scelte che, a detta di Ubisoft, si presenteranno in vari modi: scegliere non sarà così facile, dice il publisher.
Alla fine di una razzìa inoltre, si apre una fase di costruzione per l’insediamento che prenderà il posto del precedente. Un’aggiunta azzeccata sia per l’arricchimento del gameplay, sia per una più fedele ricostruzione del passato. Da menzionare anche i vari gruppi di nemici e fazioni minori, come banditi, nativi del posto e così via. Ciascuno con il proprio modo di combattere e con il proprio equipaggiamento.
L’esplorazione di Assassin’s Creed Valhalla, sarà fondamentalmente la stessa dei due titoli precedenti; ciò che cambia, ovviamente, è l’ambientazione che, a mio parere, ha la miglior resa fino ad ora, giocandosela alla pari con Odyssey. Non ha il volto totale della next-gen, ma darà comunque delle soddisfazioni per l’impatto visivo generale, apprezzabile a cavallo quanto a piedi o sulla nave tipica vichinga, come la Drakkar. La vista, mentre si naviga per razziare o semplicemente per muoversi da punto a punto, è davvero spettacolare. Tali navi in fatto di movimento, consentiranno di navigare nei fiumi con piccoli gruppi di uomini a bordo di ciascuna. Si potrà pescare per puro divertimento ma anche per rifornirsi di cibo, utile a ripristinare la salute di Eivor, così come raccogliere piante e funghi. Le “battaglie rap” tra Vichinghi potranno essere svolte contro vari NPC dello stesso clan, un modo per passare del tempo che non risulta così insolito nella cultura norrena, a quanto pare.
Non mancheranno i puzzle fondati sul level design dell’ambientazione: ad esempio si potrà entrare in una casa sperduta nella verde campagna inglese e, al suo interno, cercare indizi per capire che fine abbiano fatto i proprietari, controllando il fuoco, il piatto a tavola, una lettera e così via. Ultima chicca che sento di dover menzionare, è il tumulo. Sarà un tanto semplice quanto folklorico passatempo: sparsi per il mondo vi saranno degli ammassi di pietre, con i quali sarà possibile costruire, appunto, dei tumuli e, una volta fatto, daranno come ricompensa un punto abilità.
Se dovessimo guardare al volto di Assassin’s Creed, in questo momento sarebbe quasi completo dopo esser stato modificato qualche anno fa. La saga sta, titolo dopo titolo, appropriandosi di sfaccettature più vicine al gioco di ruolo, modificandosi ad ogni nuova produzione. Valhalla è un prodotto sicuramente più completo sotto quell’aspetto, ora che abbiamo visto il sistema di “scelta e conseguenza” tipico di un RPG o anche una personalizzazione più profonda, ma Ubisoft ha dovuto, per forza di cose, fare dei grossi passi indietro riguardo la formula originale del suo titolo, quella che un tempo, rendeva la saga originale. Lo stealth non è assente, ma è soltanto l’ombra di quello che prima costituiva quasi interamente il gameplay ed il combat system attuale vige sotto l’ala della sigla RPG, discostandosi di molto dai suoi originali, come è giusto che sia per un titolo che adesso si definisce action RPG. Insomma, Assassin’s Creed Valhalla potrebbe dare soddisfazioni per una serie di novità in campo di ruolistica, sicuramente più vicino ad un genere che tutti possiamo dire di aver “già visto” e, di conseguenza, già apprezzato. Vedremo però a lungo andare, quanto questa formula gioverà alla serie che, ora come ora, fa fatica a trovare una vera identità originale, come quella di un tempo.