Occupy Mars Provato: c’è vita sul pianeta rosso?

Occupy Mars arriva finalmente al grande pubblico, pronto a regalare decine se non addirittura centinaia di ore di gioco a tutti gli amanti di giochi simulativi e survival, ma anche a chi semplicemente trova affascinante il prospetto di esplorare l’ignoto pianeta rosso. Occupy Mars, attualmente disponibile su PC, è stato sviluppato da Pyramid Games e distribuito da PlayWay S.A. ed è al momento giocabile nella sua versione Early Access, ma riesce già a mostrare delle solidissime fondamenta di gioco.

Occupy Mars

Occupy Mars: la vita su Marte

Dopo essere stato avviato e aver dato al giocatore la possibilità di creare il proprio personaggio, il gioco si presenta sfoderando subito una colonna sonora di tutto rispetto, introducendo il giocatore a Marte, pianeta dove la razza umana si sta ormai stanziando in pianta stabile. Sarà dunque un breve filmato introduttivo a mostrare la complessità e il fascino labirintico dei moduli che compongono lo base umana. Al termine del filmato agli utenti verrà immediatamente dato il controllo del proprio avatar, dando così inizio alla loro avventura.

Completati i primi due tutorial obbligatori, uno sui movimenti di base e l’altro incentrato sul crafting, i giocatori potranno cominciare a camminare liberamente per la base marziana, cominciando così a conoscere i suoi abitanti. La tranquilla permanenza del giocatore a bordo della base è però destinata ad interrompersi ben presto, infatti dopo aver conosciuto il governatore e la dottoressa della colonia e aver completato qualche breve missione per loro, un incidente porterà il nostro protagonista a dover lottare per mettere in salvo la propria vita, scappando dalla base grazie ad una capsula di salvataggio.

Occupy Mars

La sopravvivenza su Marte

Raggiunta la capsula e lasciatosi alle spalle le comodità appena trovate, il giocatore si troverà immerso nel vero gioco, infatti quando la capsula atterrerà, una volta apertasi la sua porta, il giocatore si troverà solo in mezzo alle aride rocce del pianeta rosso, trovandosi a doversi ingegnare da subito per riuscire a sopravvivere. Dal primo istante in cui il giocatore avrà il controllo della situazione, una veloce occhiata alla cabina attorno a lui basterà a capire che gli sono stati forniti tutti gli strumenti di base necessari alla sopravvivenza. All’interno della capsula di salvataggio saranno infatti presenti una sega circolare, adibita ad abbattere strutture metalliche e ricavarne materiali grezzi da utilizzare, un martello pneumatico, con cui ricavare minerali dalle rocce cosparse per il pianeta, una fiamma ossidrica, necessaria a realizzare le nostre costruzioni, un rilevatore di falde acquifere, indispensabile per la nostra sopravvivenza, arrivando infine ad una pistola spara semi, che sarà fondamentale per dare il via ad una prima fonte di cibo a lungo termine. Ad agevolare ulteriormente il giocatore c’è una comodissima stampante 3D in grado di trasformare i minerali che si trovano in giro per il pianeta in componenti basiche per il crafting di strutture utili alla sopravvivenza. Curiosando un po’ più a fondo si potranno anche trovare componenti estremamente utili a creare una prima base, adibita di pannelli solari, porte pressurizzate e pozzo per l’acqua.

Quelle appena citate non sono che una piccola parte delle costruzioni che il giocatore dovrà realizzare per assicurarsi di non arrivare al game over, infatti il gioco si pone come un simulatore estremamente realistico, mettendoci di fronte al dover costantemente monitorare lo stato di fame del nostro avatar, così come dovremo tenere sotto controllo il livello di idratazione, di sonno e di ossigeno disponibile nella tuta e all’esterno di essa.

Occupy Mars

Gli sviluppatori di Occupy Mars non hanno però voluto essere troppo crudeli con i propri giocatori! Infatti, appena usciti dalla nostra capsula di salvataggio, potremo subito notare con felicità che il nostro atterraggio non è avvenuto nel bel mezzo del nulla, ma avremo ad una distanza facilmente raggiungibile a piedi due basi di quelli che possiamo immaginare essere stati ex-coloni, ormai abbandonate da tempo. All’esterno di entrambe si troveranno pannelli solari, pozzi d’acqua e anche svariate casse lasciate in giro. Il tempo purtroppo per noi non sarà stato clemente con i pannelli e i pozzi, che saranno quindi inutilizzabili, e ci ritroveremo anche davanti la triste realtà che la nostra sega circolare non è di livello abbastanza elevato per ridurli a materiali a noi utili. Per quanto riguarda le casse invece, anche queste vengono trattate meramente come materiali di scarto, senza nessuna possibilità di interazione se non quella di farle a pezzi con il nostro fedele strumento di distruzione. Per quanto riempire ogni singola cassa con dei materiali utili al giocatore avrebbe potuto consistere in un vantaggio troppo elevato sin dai primi momenti di gioco, l’effetto di non poterci minimamente interagire in alcun modo potrebbe lasciare un retrogusto amaro nella bocca degli utenti, ma stiamo parlando di un gioco ancora nella sua fase di accesso anticipato, possiamo dunque senza dubbio sperare che se il problema verrà sottoposto all’attenzione degli sviluppatori da un numero sufficiente di giocatori, questi andranno a risolvere la questione. Non vogliamo però sembrare eccessivamente negativi, è infatti vero che a discapito di quanto appena detto, entrambe le basi abbandonate saranno accessibili e se adeguatamente ispezionate, permetteranno al giocatore di racimolare utilissimi materiali da costruzione. In una delle due basi sarà persino possibile trovare un quad elettrico per facilitare le sequenze di spostamento ed esplorazione del giocatore, anche se andrà riparato prima di essere utilizzabile.

Occupy Mars

Un gameplay molto libero

La prima incombenza da risolvere per il giocatore sarà costruirsi un riparo che sia adeguato a contrastare le temperature che il pianeta rosso raggiunge nelle ore notturne, con picchi che arrivano, ma non si limitano, a 54 gradi sotto lo zero, non proprio il massimo per la sopravvivenza di un essere umano. Costruite le nostre quattro mura iniziali ci rendiamo presto conto che dobbiamo anche preoccuparci della pressione al suo interno, e sarà quindi necessario costruire due portelloni che la rendano costante. La prossima impellenza sarà alimentare il tutto, e quindi ci dovremo apprestare a costruire almeno un pannello solare, che dovremo collegare alla presa esterna della nostra base. Occupy Mars infatti lascia al giocatore la libertà di scegliere come gestire il “cable management” delle proprie creazioni, che andranno collegate le une alle altre per far passare elettricità, liquidi e gas, una piccola chicca di gameplay che bisogna sicuramente riconoscere agli sviluppatori. A questo punto, costruiti anche un pozzo e un letto si potrà dire conclusa la nostra prima giornata passata in autonomia sul pianeta rosso, e possiamo dirci fortunati ad essere ancora vivi per raccontarlo. Nel nostro secondo giorno probabilmente cominceranno a scarseggiare i materiali e quindi dovremo incamminarci, martello pneumatico in mano, volti alla ricerca dei preziosi minerali contenuti all’interno delle rocce del pianeta, per alimentare la nostra stampante 3D e costruire gli ultimi macchinari utili alla nostra permanenza.

Da qui il viaggio del giocatore si può diramare in virtualmente qualsiasi direzione, infatti una volta che ci si è occupati di avviare un sistema di sostentamento stabile a lungo termine, si può decidere di dedicarsi all’esplorazione, aspetto del gioco che gli sviluppatori hanno tenuto in grande considerazione visto le varie opzioni di mezzi per muoversi che vengono resi disponibili al giocatore. Nel caso invece non ci si sentisse particolarmente avventurosi si potrà passare il proprio tempo dando sfogo al designer nascosto dentro di noi, costruendo un’intera colonia marziana completa di ogni comfort che si possa desiderare.

Come si comporta in Accesso Anticipato?

Nonostante Occupy Mars sia arrivato tra le nostre mani in stato di Early Access, sicuramente una grande nota di merito va dato al comparto audio, particolarmente efficace per accompagnare il giocatore nella sua avventura, così come la resa grafica. Possiamo infatti affermare con certezza che, eccezion fatta per gli NPC, che potrebbero giovare di qualche accorgimento estetico e come possibilità di interazioni con il giocatore, Occupy Mars regala meravigliosi scorci del pianeta rosso, sia questo nella sua desolazione che nell’unione alle strutture da noi create. Ci riteniamo dunque più che soddisfatti del reparto audio e video.

Parliamo ora delle prestazioni del gioco. Qualche miglioria può sicuramente essere apportata alla fluidità del movimento e alle interazioni con gli oggetti raccoglibili: infatti, non sempre in nostro personaggio riuscirà a metterli dentro l’inventario al primo colpo e questo è un bug che va risolto quanto prima. Problema ben più serio è invece rappresentato dalla costruzione di strutture, il cui posizionamento risulta estremamente difficoltoso e troppo legato alla fortuna, senza che il giocatore abbia un modo per gestirne con precisione posizionamento e rotazione. Tutto sommato comunque, il gioco risulta estremamente godibile e non dubitiamo che questi problemi andranno a migliorare col tempo.

Piattaforme: PC

Sviluppatore: Pyramid Games

Publisher: PlayWay S.A.

Data D’uscita: TBA

Occupy Mars si mostra ai propri giocatori in uno stato di tutto rispetto, mettendo chiaramente in luce i punti di forza a suo favore, mostrando anche egregiamente le capacità e la passione del team di sviluppo alle sue spalle. Lo scheletro che sorregge il gioco è solidissimo, è vero infatti che in gran parte, se non addirittura interamente, i problemi recriminabili al gioco dipendono semplicemente dalla natura stessa di un titolo in Early Access. Dopo aver provato il gioco possiamo sicuramente considerarlo un survival game di tutto rispetto, che saprà rapire i propri giocatori tenendoli incollati ore e ore allo schermo prima ancora che questi se ne possano rendere conto. Per qualunque informazione aggiuntiva o novità rispetto al titolo vi rimandiamo al nostro sito.