Fae Farm è il nuovo titolo di Phoenix Labs che ha incuriosito molto i giocatori veterani dei “cozy games”. Il titolo sembra infatti strizzare l’occhio a Stardew Valley e alla saga degli Harvest Moon (oramai chiamati Story of Seasons come ben sappiamo). Esiste una ampia fetta di mercato per questo genere, capace di attirare una popolazione di acquirenti che in genere fuggono da giochi più complessi o impegnativi, mentre adorano titoli rilassanti che richiedono più tempo e dedizione che abilità e concentrazione. Ovviamente ci sono le eccezioni, numerosi gamer apprezzano un po’ di tutto, me inclusa. Fae Farm a conti fatti non somiglia troppo ai titoli a cui si ispira e in realtà non è nemmeno troppo rilassante. Però offre una esperienza gradevole che mi ha tenuto incollata al Nintendo Switch per una quantità ridicola di ore, quasi scandalosa.
Fae Farm: la terra è mia e decido io
Il primo elemento di gameplay di Fae Farm che reputo necessario analizzare è la gestione della propria fattoria: in fondo è proprio questo l’apparente cardine del titolo. Ci viene data a disposizione una fattoria, e in seguito persino più di una, in cui coltivare ed allevare a nostro piacimento. Stalle, magazzini e pollai sono già presenti sulla mappa, ma tutto il resto è posizionabile a nostro piacimento e le possibilità di decorare l’area sono notevoli. Piantare semi ed alberi è facile e intuitivo, ma diverse coltivazioni richiedono differenti terreni e il tutto va annaffiato ogni giorno per farne progredire la maturazione. Saltando una annaffiatura il raccolto comunque non si secca, il che rende il sistema meno crudele di altri titoli affini. Gli animaletti della fattoria vanno acquistati e registrati presso le nostre strutture e in seguito vanno nutriti ed accuditi. Anche in questo caso, ignorarli del tutto per qualche giorno non crea grossi danni, il che è ottimo considerando quanto altro c’è da fare ogni giorno in Fae Farm. Con gli ingredienti ottenuti dal nostro duro lavoro possiamo cucinare piatti più o meno complessi, creare vestiti e mobili o semplicemente guadagnare denaro vendendoli al mercato. Fin qui tutto bene!
Il gioco inoltre utilizza in automatico lo strumento adeguato su campi, alberi e rocce, consentendoci di non dover selezionare manualmente ogni volta l’innaffiatoio o la zappa. Tutte queste azioni richiedono punti energia, ma il loro consumo non è rapido come in altri titoli (in primis Stardew Valley) ed è meno difficile da digerire nelle prime ore di gioco. La gestione della fattoria consente anche di creare sentieri, recinti o decorazioni varie che però non hanno utilità se non di abbellimento, mentre arredare la nostra casa ha effetti pratici: diversi mobili aumentano i punti complessivi dell’abitazione, consentendoci di svegliarci al mattino con più punti vita o mana o energia. Un sistema davvero carino anche se difficile da sfruttare, poiché molti mobili si possono realizzare solo dopo parecchie ore di gioco. Comunque, si può decorare anche solo per il gusto di farlo e le possibilità di scelta in questo caso sono anche più numerose.
Lasca la zappa e prendi la spada
Mentirei se dicessi che le mie ore di gameplay in Fae Farm siano state passate quasi tutte al mio casolare. La maggioranza di esse sono state impiegate ad esplorare i dungeon, il che è in effetti necessario per proseguire nel gioco e completare le missioni principali. Tali labirinti richiedono di scendere piano dopo piano trovando le chiavi, che possono essere nascoste sotto un minerale o possedute da un nemico. In sostanza il tutto si riassume nel raccogliere i materiali di ogni piano per cercare la chiave e nell’ uccidere i nemici, cercando di fare più in fretta possibile. Siamo infatti vincolati non solo dai nostri punti vita, mana ed energia , che possiamo comunque recuperare con oggetti vari, ma anche al passare del tempo della giornata, poiché alla mezzanotte il nostro personaggio va comunque a dormire a casa e tanti saluti alla missione in corso. Inoltre il combattimento non è molto agevole! Pur avendo un bastone magico , attacchiamo i vari mostri da vicino e schivare i loro attacchi non è per nulla comodo. Ciò nelle prime facili battaglie non si nota nemmeno, ma diventa un problema quando iniziano effettivamente a comparire nemici pericolosi, da cui conviene semplicemente fuggire. Ci sono in effetti altri modi per superare i dungeon, cioè costruire dei sigilli da apporre piano dopo piano per sbloccare le porte e scendere giù di volata. Una passeggiata, non fosse che fare ciò richieda una delle attività più noiose e al contempo più presenti nel gioco, ovvero il farming di materiali.
Fae Farm, Fae Farm, Fae Farm
Che un titolo come Fare Farm, di base un gestionale, richieda di raccogliere oggetti e materiali è ovvio e normale. Mai nessun titolo che ho giocato finora lo ha richiesto a tali livelli: è un farming continuo! Possiamo creare da soli una grande quantità di oggetti e strumenti ma ciò richiede di possedere non solo gli ingredienti per la preparazione, bensì anche il materiale per costruire il corrispettivo bancone da preparazione. Ne servono diversi per ogni attività, tra cui raffinare minerali, creare lingotti, tagliare il cibo e cucinarlo. Solo per realizzare piatti gourmet sono disponibili quattro diverse strutture da creare,ognuna con diversi materiali da raccogliere.
Il sistema di per sé non mi dispiace. È carino essere autosufficienti e creare da sé quasi tutto crea una certa soddisfazione. In certi frangenti è però pesante da gestire, in primis nei dungeon: i sigilli per proseguire in maniera più spedita richiedono una grande quantità di materiali e pietre raffinate, il che significa ore ed ore a farmare nei dungeon stessi. È una continua ricerca di ingredienti per qualsiasi cosa si voglia fare e pochissimo si può ottenere solo comprandolo. Anche gli strumenti stessi, come asce e picconi, necessitano materiali per poter essere potenziate, che è fondamentale per proseguire. Dover farmare ore per completare queste missioni principali rende impossibile dedicarsi pressoché a qualsiasi altra cosa, inclusa la fattoria. Certo, farlo con calma e non nel tempo di una recensione stampa di sicuro è diverso, inoltre sospetto che la co-op locale renda meno gravoso il compito. Giocare da sola e in tempi stretti mi ha messo in difficoltà, perché portare a termine le missioni così non è stato affatto una passeggiata.
Azoria e gli Azoriani
La regione che ospita Fae Farm si chiama Azoria ed è caratterizzata da tre distinte aree che si sbloccano man mano. Le dimensioni sono sufficienti per una esplorazione gradevole e non difficoltosa, inoltre è presente una ottima varietà di specie di pesci, insetti e vari ingredienti naturali. Catturare tutte le diverse specie non è troppo difficile ma impegna comunque il giocatore, soprattutto nel minigioco della pesca che è un po’ più laborioso. Gli NPC con cui interagiamo sono numerosi e con la maggioranza di loro si può stringere amicizia o persino una relazione amorosa, proprio come ci si aspetterebbe da un titolo che si ispira ai grandi classici del genere. A differenza di altri giochi però, purtroppo qui la personalità dei vari single è scarsa: sono quasi tutti delle caricature e le cut-scene delle interazioni con loro sono abbastanza deludenti. Non sono arrivata a sposare nessuno, ma i primi appuntamenti non mi hanno certo incoraggiata a proseguire le conoscenze e ciò vale anche per le amicizie. Non riesco davvero a capire come mai non sia stato messo più impegno nel realizzare potenziali partner interessanti, vista la cura nella personalizzazione del protagonista e in altri dettagli. Rimane infatti un titolo molto inclusivo in ogni aspetto, a partire dalla scelta dei propri pronomi fino ad ogni dettaglio del nostro aspetto.
Dal punto di vista grafico, Fae Farm è ben curato ed è un piacere per gli occhi. Ho molto apprezzato lo stile scelto per personaggi e animaletti, nonché per l’interno delle abitazioni. Su Nintendo Switch ci sono spesso cali di frame rate fastidiosi, soprattutto in zone con tanti elementi a schermo o nei dungeon. Ho inoltre notato qualche bug, come l’impossibilità di cambiare strumento occasionalmente, risoltosi solo cambiando zona. Anche le traduzioni sono discutibili ed è evidente a volte come siano state fatte con una applicazione e non da un professionista, ciò nonostante è apprezzabile la varietà di lingue inclusa. Fa comunque ridere che il gioco ti avvisi di essere “Fuori dall’ acqua” quando il tuo annaffiatoio è vuoto e dunque sei “Out of water”. Sono certa che avrei apprezzato molto di più il gioco con il multiplayer, che sarà un punto di forza rilevante del titolo, ma non ho avuto modo di provarlo. Va segnalato come sia necessario creare un account Phoenix Labs oltre a quello Nintendo. Tutti piccoli problemi che rendono il gioco un po’ meno godibile, ma a conti fatti la voglia di giocarlo non mi è mai passata in queste settimane.
Piattaforme: Nintendo Switch, PC
Sviluppatore: Phoenix Labs
Publisher: Nintendo
Ho apprezzato Fae Farm e i suoi tentativi di fare la differenza nel genere di gioco a cui appartiene, semplificando la vita al giocatore e introducendo numerose varietà interessanti. Il titolo ha dei difetti, alcuni veniali altri un po’ più rilevanti, ma resta gradevole. Rimane da valutare il multiplayer che potrebbe davvero cambiare le carte in tavola. Sicuramente però si tratta di un gioco che può dire la sua e che sicuramente gli amanti del genere apprezzeranno… a patta di barattare diverse ore della propria giornata da dedicare a Fae Farm!
