Il successo riscontrato da Ghost of Tsushima non era per nulla scontato. La nuova IP proposta da Sucker Punch, fin dall’annuncio, venne vista come un progetto decisamente minore, da parte dei consumatori, tra quelli che Sony teneva in serbo per tutti i possessori di PlayStation 4. Il pregiudizio verso le meccaniche di gioco, viste così vicine al brand Assassin’s Creed di Ubisoft, fece sì che il titolo venne ritenuto troppo anonimo e derivativo per reggere il confronto con altri prodotti rilasciati dalla Casa giapponese. Eppure, fin dai primi dati di vendita, l’accoglienza riservatagli dal pubblico fu talmente forte da far passare in secondo piano la ridondanza di alcune meccaniche ormai datate e risaltare il divertimento scaturito dal combat system e dall’incredibile direzione artistica capace di mettere in primo piano i colori sgargianti della flora e l’atmosfera che permea l’intera isola giapponese. Forte del successo meritatamente acquisito, il team di Sucker Punch decise di sganciare il carico da 90 annunciando perfino una modalità multiplayer aggiuntiva completamente gratuita e con un setting del tutto inedito: Ghost of Tsushima Legends, la quale è finalmente disponibile per tutti i possessori del gioco.
Ghost of Tsushima Legends: la paura fa… quattro
Appena varcata la soglia di Ghost of Tsushima Legends il cantastorie Gyozen fa la sua teatrale comparsa, con un aspetto decisamente macabro, per raccontarci la storia dell’invasione mongola da un punto di vista del tutto inedito. La ferocia, la violenza e la sete di conquista degli invasori fecero calare su Tsushima un alone di morte e disperazione che diede forza agli Oni (demoni del folklore giapponese) per assoggettare l’intera isola, costringendo le anime di vecchi guerrieri a tornare dalla tomba per salvare, ancora una volta, la propria casa. È così che ci vengono presentate le quattro classi che il giocatore dovrà scegliere per riportare la pace: il Samurai, l’Assassino, il Cacciatore e il Ronin. Il successivo tutorial, obbligatorio, di tutte le classi riesce a far capire fin da subito quelle che saranno le principali differenze di gameplay col prodotto principale: nonostante lo scheletro delle meccaniche di gioco sia lo stesso che ha caratterizzato l’avventura di Jin Sakai, alcune leggere modifiche apportate dal team di sviluppo sono riuscite a mettere in primo piano la necessità di cooperazione tra giocatori e la sinergia tra classi. Ognuna di esse cerca di riproporre (sebbene non in senso stretto per alcune) i ruoli caratteristici dei gdr quali il tank, il DPS, il ranger e il support, che traggono i propri punti di forza dalle abilità e movenze di Sakai riproposte per essere in tema con l’atmosfera “demoniaca” dell’espansione. Se da un lato la possibilità di effettuare parate perfette, arrampicarsi, usare l’Ascolto attento, sfruttare l’arco e gli oggetti visti nel gioco principale saranno a disposizione per ogni classe, sono le loro abilità speciali che riescono a renderle uniche. Il Samurai potrà sfruttare il potere della sua katana per assorbire l’energia vitale degli avversari causando un damage over time, e le sfere della Determinazione per colpire tre nemici vicini tra loro in rapida sequenza; l’Assassino grazie all’utilizzo dei suoi strumenti stealth potrà nascondersi in una nube di veleno capace di stordire e rendere indifeso qualsiasi avversario nelle vicinanze oltre alla sua innata abilità che gli permette di uccidere con un colpo solo nemici anche distanti da lui; il Cacciatore avrà a sua disposizione una freccia stordente ad area e la possibilità di eseguire tre headshot dopo aver marchiato gli avversari e, infine, il Ronin (la classe con le caratteristiche più originali) potrà evocare un cane spettrale per avere supporto negli scontri e l’onere di rianimare tutti i compagni rimasti sconfitti in battaglia.
Modifiche, dicevamo, legate non solo all’utilizzo di abilità uniche ma anche alla formula di gioco. Servendosi di un classico sistema a menù per la selezione di missioni e per il matchmaking, il team di Sucker Punch ha deciso di accantonare le meccaniche strettamente legate alle caratteristiche degli open world come l’esplorazione e il free roaming per rendere l’azione più immediata e circoscritta a porzioni di mappa più ristrette, riuscendo a concentrarsi maggiormente sul fattore strategico e tattico in cui i movimenti e la divisione di compiti tra i giocatori la fanno da padrone. A rafforzare ancora di più l’importanza del fattore strategico ci pensano soprattutto i nuovi archetipi nemici (per quanto gli avversari base siano identici a quelli già affrontati nel gioco originale) che, tra Oni che curano istantaneamente ad area i propri sottoposti e altri che condividono la loro anima con un “gemello” i quali dovranno essere uccisi quasi contemporaneamente pena la resurrezione di entrambi in breve tempo, possono mettere a dura prova le capacità dei giocatori specialmente ai livelli di difficoltà più alti. Anche il sistema di cure è stato modificato, basandosi non più sull’ausilio della Determinazione (utilizzabile solo per le abilità avanzate) ma su quello di alcuni enormi tamburi, disseminati per le mappe, che cureranno i giocatori nelle loro vicinanze una volta colpiti.
Modalità, sfide e personalizzazione per tutti i gusti
Sul fronte dei contenuti, Ghost of Tsushima Legends riesce a tenere alta l’attenzione dei più appassionati, nonostante la ripetitività intrinseca del genere, grazie a una Modalità Storia (narrativamente sottotono), divisa in 10 atti da 3 capitoli ciascuno, giocabile fino a due giocatori e una Modalità Orda in cui fino a quattro giocatori devono riuscire a difendere una determinata mappa dalle continue ondate di Oni, sempre più forti e numerosi, grazie all’utilizzo di crediti in-match spendibili per potenziare le proprie abilità e difese. Se queste due modalità (con annesse difficoltà aggiuntive) non bastassero, le tre macro categorie di Sfide per ogni modalità e classe potrebbero fare al caso vostro. Oltre ad essere di un numero considerevolmente alto, queste ingolosiranno specialmente gli amanti della personalizzazione estetica: ad ogni sfida completata, infatti, corrisponde una diversa tipologia di equipaggiamento estetico diverso per ogni classe che, ovviamente, non conferisce nessun tipo di bonus alle statistiche. Per queste ultime, ci pensa il nuovo sistema di progressione e potenziamento. Dopo ogni missione completata con successo, i giocatori riceveranno ricompense di rarità variabile in base alla difficoltà scelta che saranno suddivisi in Essenza, utile a potenziare le abilità con tratti attivi e passivi, ed Equipaggiamento (armature, elmi, armi) che potranno essere indossati sia per potenziare le statistiche del proprio personaggio sia per aumentare il livello del Ki, il quale rappresenta il livello complessivo raggiunto da una determinata classe e che farà da parametro per le difficoltà consigliate delle varie missioni. Con l’arrivo delle ultime patch, oltre a sistemare considerevolmente il netcode, l’espansione ha inoltre accolto tra i suoi contenuti anche i raid (chiamati Incursioni) e le Sfide Settimanali.
Nuove meraviglie, vecchi problemi
Poiché sfrutta le caratteristiche principali del gioco originale, Legends riesce ad avere sia i pregi che i difetti dello Spettro di Tsushima. Il colpo d’occhio riesce ancora una volta a sorprendere dal punto di vista tecnico: le mappe, nonostante i limiti in termini geografici, trasmettono visivamente il morbo, la morte e la violenza che serpeggiano per l’isola giapponese grazie a filtri grafici rosso sangue, effetti particellari che esaltano i movimenti dei nostri Spettri e dettagli ambientali tra il surreale e l’orripilante come cataste di corpi grondanti sangue, rocce e piccoli complessi montuosi volanti, cuori umani pulsanti giganti che si stagliano alti nel cielo e una Luna piena così vicina alla Terra da essere scientificamente inaccurata. Per quanto graficamente appagante, a spezzare l’armonia ci pensano le animazioni non sempre eccellenti e, ancora una volta, l’intelligenza artificiale nemica troppo facilmente raggirabile nelle fasi stealth e con una totale assenza di tattica durante il combattimento corpo a corpo.
Il successo ottenuto in questi mesi dalla nuova IP di Sucker Punch riesce a toccare l’apice con l’espansione multigiocatore Ghost of Tsushima Legends. La quale non solo viene proposta senza costi aggiuntivi a chiunque possegga il titolo originale ma riesce perfino ad offrire una quantità di contenuti all’altezza delle aspettative, portandosi dietro i pregi e i difetti a cui gli amanti delle gesta di Jin Sakai sono già abituati. Il contenuto aggiuntivo perfetto per chi non è ancora pronto a lasciare l’isola di Tsushima e per chi non sa come ingannare l’attesa delle console next gen.