Crisis Core Final Fantasy VII Reunion Recensione: ritorno al passato

Era il 2007. A dieci anni precisi dall’uscita del titolo che diede origine non solo a un filone narrativo quasi a se stante, rispetto all’intera saga di Final Fantasy, ma anche a un universo che ha alimentato i sogni di migliaia di fan. Innegabile il fatto che Square Enix, nel lontano 1997, abbia avuto un’idea più che brillante, con il primo Final Fantasy VII, quando il mondo faceva la conoscenza di Cloud, Aerith, l’affascinante quanto micidiale Sephiroth, e compagnia. Arriva però qualche tempo dopo il racconto del prequel di queste vicende (si parla di sette anni prima degli eventi raccontati in FFVII Remake, di cui trovate qui la nostra recensione), dove il focus si sposta da Cloud a Zack, come protagonista della storia, e si apre il sipario di Crisis Core Final Fantasy VII, oggi di ritorno sulle nostre console e piattaforme grazie a un lavoro di potenziamento della qualità del gioco originale. Così si aprono le danze, dal 13 dicembre, sul palcoscenico di Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, ma cosa è cambiato e cosa è rimasto imperituro nel tempo? Quali le impressioni in un titolo che, per ovvie ragioni, presenta comunque delle modifiche e ammodernamenti per renderlo più vicino all’evoluzione videoludica vissuta nel corso tempo? Abbiamo provato questa nuova avventura su PlayStation 5, di cui vi raccontiamo senza spoiler e con dovizie di dettagli (ma fino a un certo punto, senza rovinarvi la sorpresa) com’è stato imbracciare di nuovo lo spadone di Zack e ritornare a vestire i panni di un S.O.L.D.I.E.R. .

Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, ritornare a Midgar

La storia che ci viene presentata in questa nuova edizione di Crisis Core è decisamente poco distante da quanto abbiamo potuto vedere nel 2007. Per completezza e onestà, vi consigliamo di giocare prima a Finale Fantasy VII Remake per comprendere meglio le vicende in corso, e soprattutto per approcciarvi alla saga qualora ne foste a digiuno. Se invece siete già a conoscenza di questa storia, potete tranquillamente accendere la vostra console e incontrare Zack Fair, il S.O.L.D.I.E.R. che sognava di diventare un eroe con lealtà e onore, come gli ha insegnato il suo mentore Angeal. Ma come i fan della saga sanno molto bene, la Shinra è un’azienda che cela parecchi lati oscuri e se Zack era un soldato di seconda classe, l’ingresso in prima non sarà affatto facile. In questa occasione diventa evidente come i suoi valori di onore e lealtà siano ben distanti dal tenore omertoso di chi si sporca le mani e la coscienza di assassinii senza remore. Questi comportamenti però dovrebbero turbare il nostro eroe fino a un certo punto, se consideriamo che uno dei suoi modelli è niente altri che Sephiroth, e quando il S.O.L.D.I.E.R. Genesis Rhapsodos e diversi altri guerrieri di Seconda e Terza Classe abbandonano l’esercito della Shinra Electric Power Company, la multinazionale si trova in difficoltà e incapace di sostenere la guerra con la nazione di Wutai, dunque ci si ritrova a dover assegnare un delicato e rischioso incarico ad alcuni guerrieri scelti, guidati proprio da Angeal e Sephiroth. Il primo dei due, che aveva a lungo addestrato Zack, si ritrova a sceglierlo per entrare nel tempio sacro di Wutai e porre fine al conflitto. Ma proprio a questo punto, l’esperienza a cui sta andando incontro gli farà cambiare la sua percezione della realtà che lo circonda…

A cavallo tra il passato su PSP e il presente su PS5…

Arriviamo ora ad alcune postille contenutistiche, prima di parlarvi del gameplay puro e di quello che ci attende da un punto di vista di pura esperienza attiva videoludica. Con un ritmo inizialmente lento, per poi subire un’accelerazione sempre maggiore a seguire, Crisis Core Reunion racconta una vicenda che alterna in maniera interessante un pastiche dettato dall’unione della quotidianità di Zack e di colpi di scena pieni di pathos. Non vivremo però una altrettanto coinvolgente caratterizzazione del lato antagonista, contrapposto quasi totalmente all’approfondimento a tutto tondo di Zack e di altri, memorabili ora forse più della versione originale. Precisando ancora una volta che non vi sono cambiamenti relativi alla storyline di Zack, abbiamo notato degli approfondimenti ulteriori nei confronti di Aerith e dei Turks, senza però dirvi troppo nel dettaglio, anche se la tappa di Crisis Core sarà fondamentale per comprendere il legame tra Zack e Aerith. E tante altre pieghe narrative che cambieranno in questo pilastro della saga, dando senso a quanto visto in FF VII Remake. Tutto molto interessante, prima di venire ai fatti concreti relativi al gameplay. Crisis Core, per chi non lo sapesse, aveva già dei limiti nel 2007 per via della sua uscita su PSP, e ne abbiamo ancora oggi diverse tracce non sempre risolti ora in Reunion. Tra questi, l’evidente ripetitività delle missioni secondarie e le mappe dalla struttura decisamente schematica e replicabile tra loro senza troppa originalità.

… e qualche segno di svecchiamento nel nuovo Reunion

Non solo residui retrò, ma anche qualche aggiustamento: partiamo dal sistema di combattimento, ora più fluido nonostante alcune mosse un po’ legnose e poco naturali e verosimili. Ora però abbiamo un movimento complessivo più fluido e di quanto ricordassimo, con il supporto dell’IA che rende gli scontri più variegati rispetto al passato, guardando al comportamento dei nemici, tra bestie piuttosto inferocite e boss con attacchi potenti e distruttivi. Dunque è evidente che il combattimento è in Crisis Core Final Fantasy VII Reunion una delle componenti imprescindibili e più strutturate, che vantano diverse features interessanti e meritevoli di approfondimento, per quanto non vi siano parecchie variazioni rispetto alla versione originale. La prima di queste è l’Onda Mentale Digitale, una roulette che ci mostra, alla fine di ogni estrazione, un effetto sempre diverso. Un’opzione che consuma PS (Punti Salute) e che si basa su un sistema simile a quello delle slot machine, genera effetti differenti e casuali a seconda delle estrazioni, con bonus che ci regalano un aumento di Materia o incremento di PV, PM e PA. Oltre a questo, il gameplay sembra essere stato privato di diversi aspetti indigesti che avevamo visto sin dalla sua prima uscita. Un chiaro esempio di passaggio e risoluzione di questi problemi è dato dalla rivisitazione anche del sistema di controllo in fase di combattimento, dove una volta potevamo scegliere l’attacco base, abilità e incantesimi associati alle Materie tramite un elenco orizzontale, spostandoci sul campo di battaglia. In Crisis Core Final Fantasy VII Reunion possiamo invece guidare con una levetta il movimento della telecamera, e con l’altra guidiamo Zack, con i tasti di comando in battaglia piuttosto simili a quelli che abbiamo imparato a usare in Remake.

Il ritorno al 2007 passa dalla grafica

Guardiamo ora all’altra parte del gioco, dopo quella tecnica. La grafica gioca sempre un ruolo fondamentale, e qui notiamo come sia l’interfaccia ad aver subito diversi interventi significativi, oltre al redesign di ogni personaggio, conferendo tratti senza dubbio più realistici rispetto al passato, nei lineamenti così come nelle animazioni e nei modelli 3D. Uno svecchiamento sicuramente necessario, ma che per certi aspetti mostra ancora dei legami con il passato, a differenza di quanto successo nei due precedenti lavori di Final Fantasy VII Remake e The First Soldier. La volontà è quella di proseguire totalmente allineati da un punto di vista di scelte nel comparto grafico e per alcune impostazioni tecniche: stessa impostazione grafica del menu, stessa possibilità di scegliere la lingua di dialogo e doppiaggio tra inglese e giapponese, ma due sole le modalità di gioco, tra normale e difficile. Non manca nemmeno l’opzione di conversione dei dati di salvataggio tra la versione per PS4 e PS5 di questo gioco, consentendoci di non perdere alcun progresso di gioco, qualora dovessimo fare un upgrade di console. Vediamo ora però nel dettaglio cosa ci regala il comparto estetico di Crisis Core Final Fantasy VII Reunion, a cominciare dall’HUD di Crisis Core ridisegnato e con un sistema di comandi rivisitato per rendere il gameplay più moderno e accessibile. Il lavoro di rivisitazione dell’estetica passa anche dai personaggi e dalle creature richiamate dalle Materie di evocazione. Alcune di queste sono state ricreate proprio per come le abbiamo viste in Remake, tra cui Ifrit e Bahamut, sempre con l’obiettivo di creare un esplicito e netto très d’union in soluzione di continuità tra i lavori di questa nuova età dell’oro per la saga in questione.

Crisis Core Final Fantasy VII Reunion conferma il cammino verso nuovi orizzonti

Come abbiamo visto finora, i punti di contatto tra Reunion e Remake in particolare sono  davvero molti, non solo da un punto di vista grafico. Quest’ultimo titolo prende in prestito alcune tracce musicali dal gioco del 2020, mentre altre sono state riarrangiate e remixate da Takeharu Ishimoto per regalarci una colonna sonora più moderna e vicina a questo nuovo percorso aperto da Remake. Ora ogni menù e schermata risultano più leggibili chiaramente, rispetto alla versione del 2007 su PSP, e con una generale, più che buona prestazione del software sulla nostra macchina next-gen. Durante la nostra prova non abbiamo riscontrato particolari problematiche nella fluidità: Reunion sembra in tutto e per tutto un titolo moderno per via dell’ottima risoluzione in 4K, se non fosse che possiamo ben notare fin dall’inizio come cambi la sinfonia una volta che le sequenze video lasciano il posto al gameplay. Qui la modellazione un po’ spigolosa e un poco di goffaggine nei movimenti, per quanto comunque questi ultimi riescano ancora in questo titolo di un doppiaggio, sia in inglese che in giapponese, dalle ottime prestazioni.

Piattaforme: PC, PS5, PS4, Switch

Sviluppatore: Square Enix

Publishers: Square Enix

Crisis Core Final Fantasy VII Reunion è indubbiamente un importante pilastro che segna in maniera indiscussa la volontà di rivisitare in chiave moderna e svecchiata la sequela di titoli legati a questo “franchise nel franchise” che rappresenta l’universo di Final Fantasy VII all’interno della saga di Square Enix. Il lavoro fatto è buono da un punto di vista della fluidità tecnica e del riammodernamento in toto della grafica, non solo per renderla più contemporanea, ma anche per dare soluzione di continuità tra i diversi capitoli che man mano stanno finendo sotto la mano del remake. Non rimane dunque alcun segno del passato? Certo che sì, per quanto sicuramente meno percettibili e inficianti la nostra esperienza di gioco, soprattutto circa il comparto estetico. Che in ogni caso rimane ottimo, se comparato all’edizione del 2007 per PSP. Innamorarsi di Reunion è molto facile, sin dalle prime note della colonna sonora che ci colgono quasi di sorpresa nell’udire le stesse musiche che conosciamo da oltre vent’anni, tornando alle prese con la Shinra Corporation senza alcuna paura.

VOTO: 8