EVO: conosciamo il più importante torneo di eSport dedicato ai picchiaduro

EVO Dragon Ball FighterZ

Gli eSport stanno conquistando una fetta di pubblico sempre più grande nel mondo: tornei ed eventi dedicati attraggono migliaia di persone all’interno di palazzetti adibiti agli incontri di questi sport elettronici; basti pensare al successo dell’Overwatch League, ormai giunta alla finale della sua prima edizione, seguitissima su Twitch e su molti altri canali di streaming. Molto prima che l’eSport prendesse piede in questa nuova forma ufficiale, esisteva già un principio di competizione legata a un genere in particolare: i picchiaduro. Tutti quelli che tra di voi sono cresciuti negli anni ’90 possono raccontare storie leggendarie di giocatori fortissimi a Street Fighter II nella loro sala giochi di fiducia. Ogni sala giochi aveva un proprio ecosistema di campioni e di persone che sapevano fare le mosse e battevano tutti gli sfidanti. I cabinati nei locali di un tempo rappresentavano una sorta di prototipo di quello che poi è diventato l’eSport, persino molto prima del successo delle partite competitive di Starcraft in Corea del Sud. Purtroppo, attualmente, il picchiaduro non è più considerato fra i generi di maggior interesse per il mondo degli eSport e, nonostante ogni duello riesca a essere molto spettacolare, in effetti ha sicuramente molto meno pubblico di sparatutto come Overwatch o di MOBA come League of Legends. Uno dei motivi può essere la bassa accessibilità che certi giochi danno ai novizi: giochi di combattimento come Street Fighter o Guilty Gear hanno un elevato livello tecnico, che rende a un novizio molto difficile riuscire a inserirsi nell’ambiente competitivo dominato da persone con anni e anni d’esperienza. Fortunatamente, questa tendenza sta cambiando; lo vediamo dall’elevata accessibilità di giochi come Dragon Ball FighterZ, recente successo dei maestri del picchiaduro Arc System Works, e ciò ha aperto la strada verso questo genere competitivo a molte persone, grazie anche al famoso marchio del manga di Akira Toriyama. In tutto questo turbinio di picchiaduro, si sono velocemente palesati dei tornei. Di tornei ad alto livello dedicati ai picchiaduro ce ne sono diversi, ma quando si pensa al più importante non si può che pensare all’EVO, l’Evolution Championship Series.

EVO

La storia dell’EVO

Cos’è L’EVO? Il primo torneo non si chiamava EVO, ma Battle by the Bay. Si tenne nel 1996 in California e fu fondato da Tom Cannon, redattore del famoso sito dedicato ai picchiaduro chiamato Shoryuken. Dal 2002 si è iniziato a usare il nome EVO e, edizione dopo edizione, il numero di partecipanti crebbe fino a superare il migliaio nel 2009 per il solo torneo dedicato a Street Fighter 4. Dal 2005 la competizione si tiene ogni anno a Las Vegas, e dal 2006 c’è anche il supporto da Capcom, la prima casa produttrice di videogiochi a riconoscere ufficialmente l’EVO. I giochi presenti nel torneo variano di anno in anno, a seconda della popolarità dei diversi fighting game; da molto tempo ormai l’EVO è anche la vetrina perfetta per gli sviluppatori che vogliono annunciare nuovi picchiaduro da lanciare sul mercato. Dal gennaio di quest’anno esiste anche un torneo spin-off, che si svolge a Tokyo ed è chiamato semplicemente EVO Japan. L’EVO 2018 si terrà al Mandalay Bay a Las Vegas dal 3 al 5 agosto e avrà ben otto titoli principali su cui si svolgeranno i tornei più attesi. I picchiaduro al centro dell’attenzione sono dei classici come Street Fighter V: Arcade Edition, Tekken 7, Super Smash Bros. per Wii U, Super Smash Bros. Melee per GameCube, Injustice 2, Guilty Gear Xrd REV 2, mentre i due nuovi arrivati sono entrambi di casa Arc System Works, ovverosia Blazblue: Cross Tag Battle e l’attesissimo Dragon Ball FighterZ. Grande assente è Marvel vs. Capcom: Infinite, battuto in popolarità da FighterZ per i picchiaduro a squadre, dopo anni in cui la serie è stata presente.

EVO Injustice 2

I titoli prescelti

I titoli che quest’anno saranno al centro dell’attenzione sono tutti titoli di grande successo nella scena dei picchiaduro passata e presente. Ovviamente il torneo non è limitato agli otto titoli elencati in precedenza, ma ci saranno molti altri giochi di combattimento con tornei minori, come il grande escluso Marvel vs. Capcom: Infinite, ma non mancheranno anche giochi più vecchi come Marvel vs. Capcom 3 o Street Fighter IV e addirittura Third Strike. L’affluenza generale di partecipanti all’EVO è in continua crescita: quest’anno si sono registrati ben 11.000 partecipanti contro i 10.000 della scorsa edizione. L’EVO 2018 rappresenta anche un record per un nuovo grande gioco, infatti Dragon Ball FighterZ conta il maggior numero di iscritti tra tutti i tornei principali, con più di 2.500 partecipanti. Il gioco, ispirato al noto manga di successo, ha superato persino il quinto capitolo di Street Fighter, spodestando la serie di Capcom che da anni deteneva il primato per il maggior numero di iscritti a un torneo. Street Fighter V ha infatti intorno ai 2.400 partecipanti, mentre al terzo posto troviamo Tekken 7 di Namco Bandai, ancora popolare a un anno dalla sua uscita, con oltre 1.500 iscritti. Al quarto e quinto posto si collocano i due Smash Bros., con il capitolo per Wii U a 1.354 partecipanti e il Melee per Gamecube a 1.351, il che mostra quanto i titoli di Nintendo siano ancora popolarissimi fra gli appassionati; si aspetterà l’anno prossimo per vedere entrate nel circuito competitivo anche il nuovo Super Smash Bros. Ultimate. Al sesto posto c’è la new entry BlazBlue: Cross Tag Battle, il nuovo picchiaduro di Arc System Works uscito appena un mese fa e che ha già una buona affluenza di pubblico con quasi 1.200 iscritti; al settimo posto troviamo Guilty Gear Xrd REV 2, sempre dagli sviluppatori nipponici di Arc, con 629 partecipanti, mentre l’ultimo posto tocca a Injustice 2, che ha perso un po’ di popolarità rispetto allo scorso anno, con appena 363 iscritti. Arc System Works sta finalmente iniziando a ottenere il riconoscimento che merita nel campo dei picchiaduro. La software house giapponese ha ben 3 titoli all’interno degli 8 posti disponibili per i tornei principali. Molto del merito lo deve al bellissimo Dragon Ball FighterZ, che l’ha resa molto più popolare in Occidente grazie alla licenza del famosissimo manga e anime. I giocatori si sono accorti di quanto il combat system di Dragon Ball sia ben realizzato: semplice da imparare, ma complesso da padroneggiare. Le combo e le tecniche eseguibili hanno davvero diversi livelli di profondità che dipendono dalla bravura del giocatore, tramite gli assist si possono creare combo davvero incredibili, inoltre, nonostante i tecnicismi di difese e contrattacchi esistano sempre, questi non arrivano mai a essere troppo complessi o di difficile attuazione. Dragon Ball FighterZ riesce dunque a essere un titolo gestibile da qualsiasi giocatore, ma allo stesso tempo non rinuncia alla complessità tipica dei picchiaduro di Arc, cosa che ha fatto avvicinare molti giocatori titubanti e spaventati dall’entry level di picchiaduro più complessi come un Guilty Gear o uno Street Fighter, creando una community molto numerosa. Arc System Works ha poi ripetuto questa scelta anche per BlazBlue: Cross Tag Battle, rendendolo molto più semplice nell’apprendimento rispetto al passato e facendoci capire che nei futuri giochi punterà a espandere la base di giocatori con dei sistemi di combattimento più semplici, ma che non rinunceranno alla spettacolarità delle azioni e al bilanciamento dei personaggi. L’unico a rimanere della vecchia guardia è Guilty Gear Xrd REV 2, titolo molto bello e curato, ma che presenta ancora meccaniche per giocatori hardcore. Capcom invece si ritrova soltanto con Street Fighter V, ultimo baluardo del capostipite del genere, ancora oggi molto valido grazie ai continui aggiornamenti e all’inserimento di nuovi personaggi in grado di ravvivare la scena competitiva grazie ai nuovi match up. Questo picchiaduro mantiene la sua struttura di gioco più difensiva e precisa, dove ogni momento può essere quello buono per punire un avversario troppo avventato. Tekken 7 invece continua a essere supportato dalla community grazie al cast più grande di sempre e a un sistema di combattimento più immediato rispetto al passato, che è piaciuto molto ai giocatori. L’introduzione di mosse come le Rage Arts ha dato molta più imprevedibilità agli incontri, che possono essere ribaltati in qualsiasi momento. I due Smash Bros. presenti testimoniano invece l’affetto che questa serie suscita ancora tra i giocatori, lo testimonia soprattutto la presenza del vecchio Melee per GameCube, famoso per alcune tecniche create sfruttando glitch come il Wave Dash, con cui era possibile sfuggire agli avversari parando i loro attacchi in ogni occasione. La serie di Nintendo riesce ad affermarsi grazie a un sistema che può essere affrontato sia in modo semplice e caotico, come nelle classiche sfide tra amici che tutti abbiamo fatto, che in modo molto tecnico, grazie a un sistema di attacchi e schivate in cui il tempismo perfetto la fa da padrone. Due modi completamente diversi di giocare Smash Bros., ma entrambi interessanti e divertenti. Injustice 2 è l’unico rappresentante occidentale in un genere dominato soprattutto dai giapponesi. NetherRealm ha fatto un ottimo lavoro con il suo nuovo picchiaduro a tema super eroi DC, grazie al livello di personalizzazione e a un gameplay molto rapido e tecnico. Gli amanti dello stile alla Mortal Kombat non sono rimasti delusi.

EVO Street Fighter III

Spirito guerriero

La tendenza che negli ultimi anni si osserva nei picchiaduro è quella di una maggior semplificazione dei sistemi di base. Ciò non deve essere visto come un male, perché come dimostrano i casi di FighterZ o di altri titoli recenti, la complessità ad alti livelli rimane, ma in compenso aumenta il bacino di utenti, molti dei quali prima erano spaventati da tempi di reazione mostruosi che solo pochi giocatori hardcore abituati da anni riuscivano a concretizzare. I picchiaduro sono come ciò a cui si ispirano, le arti marziali: se in questi giochi si vuole diventare davvero bravi bisogna allenarsi giorno dopo giorno facendo ricorso al Training Mode, provando e riprovando le proprie combo e i propri schemi fino a quando le dita non eseguono ogni colpo automaticamente, senza dover scomodare il pensiero. Questo concetto è molto simile a quanto succede nei Kata di diverse arti marziali come il Karate o il Kung Fu. Gli scontri contro la CPU o contro altri giocatori online rappresentano poi il Kumite, ossia la parte di combattimento presente in tutte le arti marziali, dove combattendo si impara e si cresce, soprattutto dalle sconfitte che permettono di metabolizzare i propri errori in modo da non ripeterli più. Stare dietro in modo serio a un picchiaduro richiede tantissime ore di gioco, spesso anche più della media di un RPG classico, per riuscire a padroneggiare bene il sistema di combattimento, anche se ciò poi varia a seconda della curva di apprendimento di ogni giocatore. Una cosa è certa: in tornei come l’EVO, vedere due professionisti affrontarsi a suon di combo, contromosse e colpi che ribaltano il match è qualcosa di estremamente avvincente, uno degli spettacoli più divertenti che l’eSport possa offrire al momento, anche per la sua semplicità. Se giochi come Overwatch o League of Legends possono essere altrettanto divertenti da vedere, sono sicuramente più impegnativi da seguire per lo spettatore medio, infatti molte meccaniche di gioco e obiettivi non sempre sono chiari a chi non abbia mai toccato uno di questi titoli. Con un picchiaduro invece chiunque può capire come sta andando, data la semplicità delle informazioni su schermo: alla fine sono due personaggi che si picchiano e perde chi viene colpito di più. L’epicità di alcuni incontri, poi, è condivisibile anche dai neofiti. Ricordiamo ad esempio lo storico match dell’EVO 2004, disputato su Street Fighter III: 3rd Strike fra il leggendario pro player Daigo Umehara e Justin Wong. Daigo utilizzava Ken mentre Wong Chun-Li; nell’ultimo match il Ken di Daigo era ridotto a un pixel di vita residua e sarebbe bastato un solo attacco anche parato, a causa del chip damage, per perdere lo scontro. Wong decide di chiudere l’incontro con una mossa speciale da 15 hit di Chun-Li: sarebbe stato sufficiente un solo calcio messo a segno, parato o meno, per vincere. In quel momento, Daigo decide di azzardare una mossa rischiosissima e decide di usare il parry, una tecnica in cui bisogna muovere la leva direzionale verso l’avversario nello stesso momento in cui l’attacco colpisce, un’abilità per cui serviva un tempismo preciso al millisecondo. Daigo para tutti e 15 gli hit e contrattacca con una sua combo, ribaltando completamente il match e vincendo la sfida. Questa scena è ancora oggi ricordata come uno dei momenti più epici non solo dell’EVO, ma di tutta la storia dei videogiochi competitivi, paragonata addirittura ad alcuni dei momenti più epici dello sport classico. Scene come questa possono davvero rendere i picchiaduro fra i generi più amati nell’ambito degli eSport.

Manca dunque poco all’inizio del più importante torneo dedicato ai videogiochi di combattimento. Sarà possibile seguire tutto l’EVO in streaming su Twitch o su altri canali, così che tutti possiamo assistere a scontri avvincenti e magari carpire qualche segreto da fare proprio e riutilizzare nei nostri picchiaduro preferiti. Sicuramente arriveranno anche degli annunci importanti, come ad esempio nuovi personaggi per Dragon Ball FighterZ o novità sull’imminente Soul Calibur VI, o ci saranno addirittura nuovi giochi da rivelare. L’EVO è dunque un torneo da non perdere per tutti gli appassionati di questo avvincente genere, che pian piano inizia a ritagliarsi un importante spazio nel mondo degli eSport.
Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).