Dwarven: Monster Slayers, quando Gauntlet incontra Tolkien e Dark Souls

Una delle scene più toccanti de Il signore degli anelli, è quando la Compagnia si inoltra nelle miniere di Moria, con il nano Gimli che anticipa abbondanti libagioni e tanta nanica ospitalità. Sappiamo tutti come è andata a finire. Quando parlo con lo sviluppatore di Dwarven: Monster Slayers, e nomino Moria, i suoi occhi si illuminano.

Il suo gioco, infatti, è una lettera d’amore appassionata all’opera di Tolkien, e in particolare alla “razza” dei nani. Cupidi, burberi e con tanto amore per le sane mazzate, i nani sono i protagonisti perfetti per un videogioco. Il team Mad Dungeon, rigorosamente e orgogliosamente indipendente, lo sa bene ed è per questo che ha portato in devcom un dungeon crawler interamente ambientato in un luogo che ricorda tantissimo Moria, liberamente esplorabile in lungo e in largo, reso magnificamente da un motore Unity che esalta materiali e illuminazioni. Il gioco è semplice, ancora embrionale se vogliamo, ma si intravede già tutto il potenziale. La premessa è questa: siete un nano, che deve farsi strada in un dungeon; a sua disposizione, capacità di crafting, incantesimi, armi (come un’immancabile ascia) e tanta “ignoranza”.

Badate bene, il gioco è una sorta di figlio illegittimo tra Dark Souls e Gauntlet, che recupera la profondità e la difficoltà del primo e la innesta con la spensieratezza del secondo. Non a caso, Dwarven può essere giocato fino a cinque giocatori in cooperativa. Si intravedono già delle meccaniche interessanti, e una certa propensione al gameplay emergente. Lo sviluppatore ci mostra infatti come sia possibile “aggrare” dei giganteschi ragni (ciao, Shelob!), per poi scappare e coinvolgere nella mischia dei goblin. I goblin vi attaccheranno, ma allo stesso tempo dovranno respingere i ragni che abbiamo trascinato verso di loro.

Il gioco, seppure si tratti evidentemente di una produzione indipendente, ha un respiro che lo rende potenzialmente un prodotto capace di evolversi in qualcosa di estremamente interessante. Tenerlo d’occhio è il minimo che possiamo fare, quanto meno per rispondere alla domanda: ma dove si sarà cacciato il Balrog?

Proviene da un lontano pianeta, ma ha deciso di stabilirsi sulla Terra perché qui ci sono i videogiochi più belli. Ama la Nintendo e i JRPG (più sconosciuti sono meglio è), e aspetta il giorno in cui potrà trasferire la sua coscienza in un essere sintetico.