Andrzej Wojcicki: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare l’IA

La tecnologia non deve spaventarci. È questo il monito che sembra volerci dare Andrzej Wojcicki, di Adavio (compagnia specializzata nella creazione di contenuti 3D, VR e AR), uno degli speaker di questa edizione 2018 di devcom. Il suo speech, apparentemente ad appannaggio dei soli tecnici, ci permette infatti di vedere quale sarà il futuro degli asset artistici all’interno dei videogiochi. Uno scenario, dunque, che interesserà tutti, dai creativi ai giocatori, passando per i giornalisti. Il suo speech, non a caso, si intitola Artpocalypse. E cosa sta causando tale “Apocalisse?”.

È presto detto: l’intelligenza artificiale e il deep learning. Non impanicatevi, e non correte ai ripari immaginando scenari alla Matrix. Wojcicki ci spiega infatti come l’IA non sostituirà la figura dell’artista nei team di sviluppo di videogiochi, ma al contrario gli faciliterà in maniera enorme la vita. Un esempio lampante lo otteniamo nel motion capture, ossia nella ripresa dei movimenti degli attori, usati poi come base per le animazioni in-game. Fino a poco tempo fa, era necessario per un animatore scremare tantissimi dati provenienti dal mocap; in futuro, ci penserà l’IA, sulla base della sua esperienza, a interpretare i dati raccolti, e restituire animazioni convincenti.

Wojcicki conclude il suo speech affidandosi alle parole del grande scrittore Mark Twain: la storia non si ripete, ma spesso fa rima. Abbiamo già assistito nella storia a grandi cambiamenti che hanno apparentemente distrutto il mondo dell’esperienza artistica, ma che in realtà l’hanno potenziata dando nuovi strumenti agli artisti. Pensiamo alla fotografia, ci dice lo sviluppatore, che ha eliminato la necessità di affidarsi a un pittore per immortalare, ad esempio, la propria famiglia.

Questo non vuol dire che oggi la pittura e l’arte non sia più rilevante: essa si è evoluta, ha trovato nuove forme, espandendosi oltre il figurativo. L’intelligenza artificiale, come conclude Wojcicki, è uno strumento. E toccherà agli sviluppatori farne un uso che sia il più creativo e dirompente possibile.

Proviene da un lontano pianeta, ma ha deciso di stabilirsi sulla Terra perché qui ci sono i videogiochi più belli. Ama la Nintendo e i JRPG (più sconosciuti sono meglio è), e aspetta il giorno in cui potrà trasferire la sua coscienza in un essere sintetico.