La Llorona – Le Lacrime del Male Recensione

La Llorona - Le Lacrime del Male

La Llorona – Le Lacrime del MaleL’universo di The Conjuring si arricchisce di un altro inquietante episodio. Arrivati al sesto capitolo di una saga che terrà impegnati i fan almeno fino al 2020 (quando verrà distribuito The Conjuring 3) e, dopo aver annunciato la lavorazione di The Nun 2 (il primo film fu un vero successo al botteghino), esce anche nelle sale italiane La Llorona – Le Lacrime del Male. Un esordio carico di aspettative quello del regista Michael Cavez, che dopo essersi fatto notare per il corto The Maiden, eredita il ruolo lasciato vacante da James Wan (passato alla produzione) e già pregusta di dirigere anche il terzo The Conjuring.

La Llorona - Le Lacrime del Male

La Llorona – Le Lacrime del Male: un horror che strizza l’occhiolino allo spiritismo folk dell’America Latina

Stando alla tradizione, La Llorona è uno spettro dalle sembianze femminili che in America del sud terrorizza i bambini spaventandoli di notte. In pratica è una versione ancor più cupa di quell’uomo nero che ci faceva tremare quando eravamo ragazzini. E per questa nuova puntata dell’universo di The Conjuring, James Wan non poteva farsi scappare l’opportunità di imbrigliare in qualche modo lo spettro e farlo diventare il conflitto che terrorizza i protagonisti del film. Una donna che piange, intrappolata tra Paradiso e Inferno, assetata di morti bianche e pronta a colpire le famiglie di Los Angeles. Sono gli anni ’70 ed Anna,  un’assistente sociale con due figli, non prende abbastanza sul serio gli avvertimenti che le erano stati dati in riguardo alla misteriosa presenza. Così, dopo aver accidentalmente contribuito ad un attacco della Llorona, che uccide due bambini sotto i suoi occhi, la ragazza (la Linda Cardellini vista di recente in Green Book) si ritrova alle prese col peggiore degli incubi di una mamma, quello di dover difendere i suoi bambini dagli attacchi del fantasma.

La Llorona - Le Lacrime del Male

L’antidoto? I petali della pianta del fuoco

Per vendicarsi del tradimento del marito, la Llorona aveva anticamente ucciso i due bambini avuti con lui, affogandoli in un fiume. L’eco di quella tragedia però la fa piangere ogni notte e per evitare che la donna entri in casa, Anna si affida ad un ex sacerdote (Raymond Cruz) che ormai ha abiurato la Chiesa, ma che continua a sconfiggere il peccato in nome di Dio. Il prete ha degli antidoti contro lo spirito, che sempre più si manifesta con la disperazione di una vera e propria Medea moderna. Interessante è allora il modo in cui la sceneggiatura di Tobias Iaconis e Mikki Daughtry metta in contrapposizione queste due madri, una con l’irrefrenabile desiderio di uccidere ancora, l’altra invece spinta dall’istinto materno a difendere col sangue e coi denti il destino dei propri figli (molte le similitudini con A Quiet Place – Un posto tranquillo di John Krasinski).

Ma al di là della struttura solida e delle suggestioni lasciate dal confronto madre versus madre, La Llorona – Le Lacrime del Male resta un film che non può dirsi del tutto riuscito, perso com’è nel voler restituire un’atmosfera pregna di misticismo, ma non altrettanto attento a creare situazioni davvero spaventose. Certo, un horror non si giudica soltanto dalla capacità di far saltare dalla sedia ma, viste le premesse lanciate con i film precedenti, forse qualcosina in più gli spettatori potrebbero aspettarsela.

Gianluca la passione per il cinema la scopre a 4 anni, quando decide che il suo supereroe nella vita sarà sempre e solo Fantozzi. 
Poi però di quella passione sembra dimenticarla fin quando, un giorno, decide di vedere uno dietro l’altro La Dolce Vita di Fellini, Accattone di Pasolini e La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Da quel momento non c’è stato verso di farlo smettere di scrivere e parlare di cinema, in radio e su portali online e cartacei. 
Vive a Roma perché più che una città gli sembra un immenso set su cui sono stati girati chilometri e chilometri di pellicola. 
Odia le stampanti.