Balan Wonderworld Recensione: a base di teatro e platform

È probabile che abbiate già adocchiato Balan Wonderworld, il nuovo titolo platform sviluppato da Arzest e Balan Company, ma (dettaglio più importante) pubblicato e curato da Square Enix. Gli sviluppatori non vi dicono probabilmente nulla, di ciò non c’è bisogno di stupirsi; bisognerebbe però stupirsi se non conosceste nomi del calibro di Yuji Naka, già creator di Sonic The Hedgehog e di Nights Into Dreams, due produzioni alla base di Balan Wonderworld, e in modo decisamente evidente. Così come dovreste conoscere, suvvia, almeno Naoto Ohshima (quello di Sonic Adventure), che torna a capo della direzione artistica del titolo di cui vi parliamo oggi. Potremmo aggiungere altre considerazioni, ma non lo faremo. Schivando abilmente tutte le polemiche sollevatesi negli scorsi giorni circa la qualità di Balan Wonderworld, invece, vogliamo proporvi la nostra recensione del gioco. Che – ve lo assicuriamo – parlerà da sé. E forse (si spera) vi fornirà gli strumenti adatti per valutare un ipotetico acquisto.

La storia di Balan Wonderworld

Leo ed Emma sono i protagonisti di Balan Wonderworld: due ragazzini alle prese con problemi personali, che li portano ad isolarsi dal mondo circostante e li rendono molto scettici circa la possibilità di fidarsi di altre persone; all’inizio dell’avventura, il giocatore sceglie chi dei due impersonare. Poi qualcosa accade nella loro vita: nel nostro mondo arriva Balan, una misteriosa creatura benevola in grado di viaggiare tra la Terra e il Wonderworld, un regno fantastico ricco di creature e possibilità meravigliose. Balan attira nel suo teatro i protagonisti e decide di dare loro una mano, invitandoli nel Wonderworld per un percorso di formazione. Qualcosa di tutto questo ve l’avevamo già raccontato nella nostra anteprima.

Balan Wonderworld SpectaclePurtroppo Balan non è l’unica creatura in grado di viaggiare tra i mondi: ad attendere il gruppo dall’altra parte vi è infatti Lance, la nemesi di Balan; i due sembrano condividere anche altre caratteristiche in comune, e probabilmente nell’intenzione creativa rappresentano i due volti (buono e malvagio) di una stessa entità. Il fatto è che Leo ed Emma non sono i primi esseri umani ad aver visitato il Wonderworld, che ospita invece anche altri umani “perduti”, diventati creature mostruose in seguito a traumi vissuti nella propria esistenza.

Tramite la guida di Balan, i protagonisti devono riuscire ad aiutare tutti coloro che sono rimasti imprigionati dall’altra parte, a causa ovviamente dello zampino di Lance e di alcune creature oscure al suo servizio, i Negati. I momenti salienti della trama vengono scanditi tramite cinematiche realizzate a regola d’arte da Square Enix, con tanto di balletti coreografici e accompagnamenti musicali davvero notevoli. Purtroppo questi sono i pochi aspetti realmente riusciti della produzione, che per il resto offre un platform un po’ all’acqua di rose, difficilmente in grado di soddisfare i palati non solo degli estimatori del genere, ma anche di giocatori da pretese e aspettative medie.

Un platform che almeno ci prova…

Balan Wonderworld è un platform articolato in mondi in 3D liberamente esplorabili; non è un open world, i vari livelli non sono particolarmente vasti, e il tutto è tenuto insieme tramite un hub centrale suddiviso in portali. Ogni portale conduce ad un mondo diverso (dodici in tutto), ogni mondo possiede due livelli ed eventualmente una boss fight finale. Compito del giocatore è arrivare alla fine di ogni singolo livello, quindi di ogni singolo mondo, poi sconfiggere ogni scagnozzo, infine affrontare Lance una volta per tutte.

La progressione è sufficientemente intuitiva, e il livello di difficoltà non è mai stato in grado di metterci seriamente in condizioni preoccupanti; in generale sembra che per Balan Wonderworld si sia tenuto presente, come pubblico di riferimento, una platea non esperta nei platform-game. Questo però non vuol dire che il titolo non sia longevo o che non abbia chicche da riservare, anzi: perderete un numero spropositato di ore nel trovare tutte le statuetta Balan disseminate nei vari livelli, o nel raccogliere tutte le gemme colorate.

Talvolta il level design diventa però frustrante, dal punto di vista dei collezionabili. Non è ben comprensibile perché si sia scelto di nascondere determinate statuette in punti così punitivi, o perché richiedano trasformazioni e poteri che in quel livello neppure ci sono (parleremo più avanti del loro funzionamento). Però proprio il pubblico di riferimento, forse, permette di comprendere l’operazione. Un bambino, un giocatore occasionale, chi non ha troppe pretese è davvero in grado di accorgersi di questi problemi? O piuttosto viene catturato dal tripudio di colori, dalle musiche e dall’ispirata direzione artistica? L’aver mostrato le carte in tavola con una demo, sin da subito, lascia supporre che il team di sviluppo sia consapevole del proprio operato, e del proprio pubblico di riferimento.

Le trasformazioni di Balan Wonderworld

Balan Wonderworld offre ai giocatori ben 80 trasformazioni diverse per il protagonista. “Ma non sono un po’ troppe?” potreste legittimamente chiedervi, e noi rispondiamo: “certo che sì; in realtà ne sarebbero bastate meno della metà”. Nel loro utilizzo non vi è infatti una vera consapevolezza di fondo, o qualsivoglia finalità legata al gameplay; l’intento è semmai quello di stupire, di strabiliare, di colorare, di mostrare sempre qualcosa di inatteso, di nuovo, di interessante. È in fondo una caratteristica propria all’intera produzione, quella dell’insistenza sul tema dei colori, del cabaret, del teatro. A volte tutto ciò funziona; molto più spesso, invece, il meccanismo si inceppa.

Prendiamo i singoli livelli di gioco: vi abbiamo già detto che vi sono molti collezionabili nascosti. Aggiungiamo adesso la presenza di nemici che possono essere tranquillamente sconfitti saltando loro in testa, e che quasi mai rappresentano una minaccia; aggiungiamo anche degli ostacoli ambientali (giganteschi cubi di roccia, ad esempio) che vanno eliminati con determinate mosse da parte del giocatore. Per far fronte a tutto questo, Balan Wonderworld propone le trasformazioni, legate a costumi indossabili dal protagonista. Questi costumi sono nascosti all’interno di gemme trasparenti, per aprire le quali serve una chiave collocata poco distante, in generale in posizioni facili da raggiungere.

Se vi sembra un po’ intricato, non abbiamo ancora finito. Difatti l’eroe può portare nello stesso momento con sé soltanto tre costumi, e alternarli a piacimento: però vi sono dei “però”. Come prima cosa, passare dall’uno all’altro richiede una piroetta, e un’attesa discreta di 3-4 secondi (un’attesa voluta, studiata: come se fosse divertente perdere tutto quel tempo solo per avanzare di pochi passi in un livello); poi, se si viene colpiti da un nemico o si cade nel vuoto, si perde automaticamente il vestito indossato in quel dato momento. Non è per nulla una bella cosa, dato che magari avevate con voi un costume ottenuto cinque livelli prima, e che adesso non è più disponibile nell’immediato.

Per quanto riguarda l’originalità delle trasformazioni, invece, può essere spesa qualche parola gentile: sicuramente vi sono dei costumi ispirati, come il drago sputafuoco oppure una sorta di pianta che permette di allungare verso l’alto il collo del giocatore, così da raggiungere le gemme più distanti. Ma tantissimi altri costumi (troppi) non servono praticamente a niente se non a fare numero (sì, stiamo pensando proprio al calciatore). Di buono vi è il fatto che ogni livello propone anche spunti che esulano dalle trasformazioni vere e proprie: Balan, ad esempio, propone una sua “sessione” del tutto slegata dall’avventura principale. Qui dovrete impersonare per pochi secondi il buffo eroe, agendo come in un qualsiasi quick time event e premendo il comando giusto al momento giusto. La precisione viene ripagata con un punteggio pari a Perfetto, e relative gemme; il tutto è naturalmente fine a se stesso. Come fini a se stessi sono minigiochi simpatici nascosti di mondo in mondo. Avremmo preferito che si evitasse tutto questo per raffinare il gameplay in sé, ma tant’è.

Commento

Balan Wonderworld è un platform che avrebbe potuto fare molto di più: le sue meccaniche sono interessanti, così come ispirate sono le idee proposte dagli sviluppatori; il problema è che tutto è stato approfondito e bilanciato un po’ all’acqua di rose. Le ore di gioco proposte sono giuste, la direzione artistica e il comparto sonoro ispiratissimi, i costumi buffi (anche se soltanto raramente davvero sensati a livello di gameplay). Per quanto ci riguarda, ve ne suggeriamo l’acquisto solo se in forte sconto; e comunque pensiamo che prima o poi finirà nell’offerta del PlayStation Plus, dunque se potete attendere… Consigliatissimo, invece, per i più piccoli, soprattutto in assenza di una console Nintendo Switch, dove di certo non dobbiamo ricordarvi quali platform imprescindibili acquistare.

VOTO: 6

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.