Dungeons & Drangons Dark Alliance Recensione: Wizard ci riprova

Dungeons and Dragons; Dungeons and Dragons Dark Alliance

Il franchise di Dungeons & Dragons è sicuramente uno dei più prolifici degli ultimi trent’anni. Ed è davvero difficile riuscire a resistere in un mondo dell’entertainment che sta avanzando senza guardarsi indietro. Negli anni il tabletop RPG si è saputo evolvere in tantissimi modi, dai film fino ai fumetti, passando anche per i videogiochi ed è proprio quest’ultima categoria che oggi guardiamo con interesse, perché vi state apprestando a leggere la recensione di Dungeons & Dragons Dark Alliance, ultima fatica del neonato  Tuque Games, studio di sviluppo canadese che ha avuto il mandato da Wizard of the Coast (attuale detentrice del franchise di D&D) per produrre un action-RPG ambientato proprio nelle terre del gioco di ruolo cartaceo fantasy a sfondo medievale. Si tratta di un’impresa semplice? Assolutamente no. Il risultato ci ha convinti? Abbastanza, al netto di problematiche tecniche durante la scrittura del nostro pezzo che hanno influenzato il nostro giudizio sotto certi aspetti (ma di questo ne riparleremo poco più avanti). Inutile dire però che le aspettative erano decisamente alte: i videogiochi che utilizzano la licenza di D&D ultimamente latitano abbastanza e c’era molta curiosità nel vedere come un videogioco improntato sull’azione frenetica potesse riuscire a combinare al meglio alcuni elementi del tabletop RPG originale.

Dungeons & Dragons: Dark Alliance

Dungeons & Dragons Dark Alliance: una storia che parte da lontano

Tuque Games è uno sviluppatore indipendente, che affonda le sue radici nelle fredde terre del Canada. Luoghi comuni a parte, il team di sviluppo è stato fondato nel 2012 e il suo primo gioco è datato 2016: si tratta di Livelock, un top-down shooter sviluppato in licenza con una media company cinese. I 12 dipendenti della software house si sono presi un po’ di meritato riposo e hanno cominciato a lavorare con Wizard of the Coast per Dungeons & Dragons Dark Alliance, annunciato nel corso del 2017. Fast forward di due anni e ci troviamo nel 2019, con l’editore e Hasbro che acquistano lo studio e annunciano il titolo ai The Game Awards dello stesso anno, con una data di uscita fissata per quello successivo. Data di uscita che non verrà rispettata, a causa della pandemia ma nel mentre il team cresce e diventa di ben 60 persone ed è finalmente pronto a lanciare il titolo sul mercato per tutte le console e ovviamente PC.

Non si tratta dell’unica storia che parte da lontano. Dungeons & Dragons Dark Alliance parte addirittura dagli anni ’80 o meglio verso il tramonto di quell’epoca. Questo perché Tuque Games non ha voluto rischiare niente e invece di provare a scrivere una storia originale il team ha preferito guardare ai prodotti già pubblicati dell’universo di D&D, focalizzandosi su una serie di libri. Parliamo di quelli dello scritto R.A. Salvatore, che dal 1988 al 2020 ha pubblicato diversi libri e novel ispirate al tabletop RPG di casa Wizard of the Coast e la software house ha scelto una serie ben specifica, ovvero The Legend of Drizzt, che conta ben 30 volumi già pubblicati. I quattro personaggi giocabili sono infatti gli stessi che compaiono nei romanzi e troviamo Drizzt Do’Urden, Catti-brie, Bruenor Battlehammer e Wulfgar.

Questa scelta, a detta delle parole di R.A. Salvatore dovrebbe spingere i giocatori a conoscere molto di più le sue serie, oltre che ovviamente altri elementi dell’universo di D&D. Nella timeline di Forgotten Realms infatti, Dungeons & Dragons Dark Alliance è ambientato dopo il primo romanzo scritto dall’autore italo americano. Leggere dunque i libri aiuta sicuramente ad avere un’esperienza di gioco più profonda ma anche i neofiti o coloro che si avvicinano per la prima volta al franchise potrebbero comunque trovare un ottimo prodotto, considerando che tutti gli eventi narrati si svolgono prima del gioco di ruolo cartaceo.

 

Un sistema di gioco ben collaudato

Sarebbe stato complesso poter definire Dungeons and Dragon Dark Alliance un vero e proprio tabletop RPG. D’altronde la potenza dei videogiochi è quella di poter adattare diversi media completamente scollegati tra loro in un’altra forma. Per questo motivo il prodotto di Toque Games non è affatto un gioco di ruolo classico nel termine, ma più un action in terza persona con elementi da gioco di ruolo, anche se decisamente ben approfonditi. Se da un lato abbiamo un classico schema di combattimento, con un sistema di lock, parry, difesa e un moveset vario da puro hack ‘n’ slash, dall’altra abbiamo una componente ruolistica decisamente importante, necessaria per poter proseguire all’interno del gioco e completare così tutti gli archi narrativi proposti dal team di sviluppo.

Come funziona, nel dettaglio, Dungeons & Dragons Dark Alliance? In una maniera molto semplice. Tutto comincia nel Talamo, una sorta di hub centrale del gioco. Infatti non ci troviamo davanti ad un gioco puramente single player con l’anima co-op, ma ad una sorta di GaaS dove i giocatori in realtà sono sempre e costantemente connessi tra di loro e possono dedicarsi ad affrontare parti della campagna sia nella modalità più classica, ovvero giocatore singolo e sia nella modalità multiplayer, con un gruppo di altri tre eroi. Non esiste dunque una progressione come nella maggior parte dei giochi action-RPG: in questo caso il sistema di gioco è molto più simile a quello di The Division, Destiny e tutto quel filone di giochi che possono essere sì giocati in solitaria ma trovano la loro dimensione ideale nel mondo del multigiocatore. Per questo motivo il talamo è il cuore delle nostre avventure: nell’area, decisamente ristretta, trovano spazio il mercante dove sarà possibile potenziare armature e oggetti posseduti, il forziere delle ricompense e ovviamente l’assegnazione delle quest, che non avviene tramite personaggi ma utilizzando una mappa, dove gli archi narrativi sono bloccati e mano a mano si sbloccano dopo aver completato una o più missioni. Un sistema, appunto, già visto in altri giochi simili.

Dungeons & Dragons: Dark Alliance

Il sistema di gioco di Dungeons & Dragons Dark Alliance è decisamente improntato all’action. Abbiamo proseguito il nostro playtrough scegliendo di giocare nei panni di Wulfarg, il barbaro che impugna un martello fabbricato dai nani. Si tratta di una scelta molto sbilanciata verso la pura brutalità. Il gameplay, sotto questo aspetto, è decisamente funzionale e ben progettato. Con la pressione del grilletto dorsale destro si trova spazio affondano i colpi più potenti, mentre con quello appena più superiore i colpi più rapidi che consumano meno stamina. Combinando i vari tasti si può accedere alle combo, in grado di infliggere danni continuativi e riempire continuamente la barra dell’istinto, ovvero una mossa speciale che si attiverà permettendoci di scagliarci con forza bruta sui nemici. In tutto questo è però necessario anche tenere d’occhio la stamina (ovvero l’energia), che si potrà ricaricare solamente effettuando dei parry correttamente. Su quest’ultimo ci siamo trovati abbastanza in difficoltà: spesso l’esecuzione di un parry corretto richiede tempo e il gioco sembra non accettare neanche il microsecondo di errore. Questo può portare ovviamente ad un esaurimento della stamina in breve tempo ma con le dovute precauzioni si può gestire il tutto senza troppe difficoltà, anche se ovviamente è necessario diverso tempo per poter padroneggiare al meglio la tecnica.

Per quanto riguarda la componente ruolistica, Dungeons & Dragons Dark Alliance richiama a piene mani il gioco di ruolo cartaceo. Esiste una scheda del personaggio, che si modifica sfruttando i punti attributo guadagnati durante le missioni. La scelta è completamente nelle nostre mani per decidere quali parametri sbloccare e quali potenziare. Oltre alla scheda abbiamo a disposizione anche gli alberi dei talenti, che ci permettono di conquistare diversi vantaggi come una resistenza maggiore, colpi inflitti più ferocemente, maggiore fortuna e così via. Il sistema dunque classico da gioco di ruolo cartaceo trasportato in un action-game: non si poteva, probabilmente, richiedere più di questo. Anche nella sua semplicità, infatti, il gioco fa il suo dovere e permette di passare qualche ora in compagnia senza annoiarsi più di tanto.

Dungeons & Dragons Dark Alliance: benvenuti a Icewind, ovvero “D&D nella realtà”

Cosa c’è di meglio che avventurarsi in un gioco di Dungeons & Dragons e rivivere l’atmosfera di D&D? Niente. E forse è proprio questo l’aspetto dove Dungeons & Dragons Dark Alliance riesce a dare il meglio di sé. Già, perché se nonostante il gameplay sia decisamente solido e venga conservata quella parte ruolistica molto importante considerato il franchise non c’è niente di meglio che vivere le avventure del regno di Vento Gelido credendo di essere per davvero, a Vento Gelido. Tuque Games ha fatto un lavoro incredibile a livello di atmosfera, progettando e creando un mondo vivo, coerente, con tutto il fascino medievale e fantasy su cui si poggia il franchise. Non c’è angolo di mappa che non sia in grado di farci immergere in questo mondo crudele e violento, rendendoci davvero partecipi all’interno del gioco. Gran parte del lavoro è stata sicuramente facilitata dal fatto che non siamo davanti ad un mondo aperto, ma a piccole mappe ben progettate. Anche il level design infatti merita una menzione d’onore: limitarsi a seguire il percorso tracciato dagli sviluppatori è sicuramente uno spreco di tempo, visto che ci sono ricompense dietro l’angolo sotto forma di forzieri e piccoli segreti da esplorare.

Dungeons & Dragons: Dark Alliance

Attenzione però: non è tutto rose e fiori in un gioco del genere. Soprattutto nel momento il cui prodotto viene lanciato ad un prezzo budget (39.99 Euro), in controtendenza rispetto a produzioni simili. Perché conviene avvicinarsi a Dungeons & Dragons Dark Alliance molto cautamente? Perché c’è il rischio di rimanerne delusi sotto l’aspetto della pulizia generale. In attesa di una patch day one, infatti, il gioco non sembra ben rifinito a livello di controlli e la telecamera, un po’ ballerina, non aiuta moltissimo. La longevità inoltre (che purtroppo non abbiamo potuto testare a fondo a causa dell’impossibilità di giocare online) sembra essere abbastanza in linea con un prodotto single player ma non multiplayer. Le dichiarazioni di Tuque Games sono chiare: 15 ore per completamente tutte le missioni in co-op e circa 30 ore per “maxare” il personaggio. Questo punto è comunque un dato molto indicativo, visto che è già stato annunciato il supporto a lungo termine, tra cui nuovi personaggi e due DLC gratuiti. Difficile dunque dare un’idea di quanto possa essere lungo un prodotto del genere e soprattutto quale sarà il suo ciclo di vita.

Niente da dire, invece, per quanto riguarda il comparto tecnico. Su PC abbiamo giocato Dungeons & Dragon Dark Alliance al massimo dei dettagli, equipaggiati con una Nvidia RTX 3060 Ti e un i5-10400F. Prima dell’ultima patch avevamo riscontrato un po’ di stuttering e qualche calo importante di frame rate ma dopo l’ultimo intervento degli sviluppatori il tutto sembra essersi ripreso ed è stato possibile giocare a 60fps fissi. La qualità grafica è ben curata e si sposa con l’art direction e ovviamente con il level design. Niente di eccezionale, ovviamente. Si rimpiange un po’ l’assenza del DLSS e del ray tracing ma per un prodotto budget siamo sicuramente ad un livello ottimo. Da segnalare, infine, anche un po’ di legnosità e di pigrezza nel game design, con alcuni elementi che fanno storcere il naso e sembrano figli di altri tempi. Non un difetto insormontabile ma comunque un qualcosa da segnalare.

Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, PlayStation 5, Xbox Series X/S, PC

Sviluppatore: Tuque Games

Publisher: Wizard of the Coast

Al netto di alcune incertezze, come il supporto post lancio e il ciclo di vita totale, Dungeons & Dragons Dark Alliance è sicuramente un buon gioco, che si posiziona  perfettamente nella fascia di prezzo a cui viene proposto. Le nostre ore passate in compagnia del barbaro sono state sicuramente piacevoli e se il multiplayer avesse funzionato, permettendoci di trovare delle partite a cui partecipare il nostro giudizio avrebbe potuto essere diverso. Prendendo in esame però il comparto artistico, la natura tecnica e gli elementi di gioco presenti all’interno possiamo comunque dire che Tuque Games passa l’esame, senza infamia e senza lode.

VOTO: 7

Alessandro muove i primi passi nei videogiochi grazie a Crash Bandicoot 2 e The Curse of Monkey Island. Il suo genere preferito restano le avventure grafiche e narrative ma ama anche gli sportivi come ad esempio FIFA (dove comunque non sarà mai bravo quanto vorrebbe). Nel tempo libero impreca per i risultati dell'Inter, legge e suona la chitarra