Monster Hunter Stories 2 Wings of Ruin Recensione PC: è venuto prima l’uovo o il Rathalos?

Monster Hunter Stories 2

Ho recuperato Monster Hunter Stories su mobile, appena in tempo per occuparmi della recensione di Monster Hunter Stories 2 Wings of Ruin per PC. Mi piace avere un contesto generale, narrativo e di gameplay, prima di approcciarmi a un secondo capitolo. Inoltre, in questo modo riesco a farmi un’idea dell’avanzamento delle meccaniche, dell’evoluzione del franchise, dell’attenzione riposta dagli sviluppatori nel proporre un seguito a un gioco, Monster Hunter Stories, che già su 3DS era stato premiato da critica e pubblico. E per delle buonissime ragioni. Sono contento di averlo fatto. In questo modo, mi sono accorto di quanta cura sia stata dedicata nell’adattare non una, ma ben due volte un franchise tanto celebre a un genere distante anni luce da quello di arrivo. Con un’efficacia tale che, alla fine, si rischia di confondersi. E di non capire più se sia venuto prima l’uovo, o il Rathalos. 

Tuttavia, non sono tutti cristalli di terra quelli che luccicano. E Monster Hunter Stories 2 si trascina dietro un’eredità “mobile” che lo permea vistosamente. Evidente, in particolare, nella versione PC che ho avuto modo di giocare. fino ad oggi. Ma andiamo con ordine, perchè Monster Hunter Stories 2, come suggerisce il titolo stesso, inizia con una Storia. E, da bravo JRPG, è alla Storia che dedica gran parte delle sue attenzioni e risorse.

Monster Hunter Stories 2 Wings of Ruin: Riders VS Cacciatori

Nel mondo di Monster Hunter che siamo abituati a vedere, esplorare e giocare nei capitoli regolari, gli esseri umani, gli Wyveriani (che per comodità potremmo definire Elfi) i Felyne e i Canyne collaborano allo scopo di sopravvivere nella natura più crudele e fantasiosa che esista. Le creature che madre terra mette in campo per rendere le cose più complesse a tutti gli altri esseri viventi, i cosiddetti Mostri, sono infatti la specie dominante del pianeta, in tutte le forme e le dimensioni e tipologie che esistono. A questo servono gli Hunters, specialisti nel trattare con queste spesso abnormi creature, per controllarne la diffusione, limitarne l’habitat, e impedire che gli esemplari più forti e dominanti, i cosiddetti Draghi Anziani, possano sconfinare dando inizio a migrazioni potenzialmente apocalittiche. 

Tuttavia, alcuni mostri possono essere addomesticati, domati e resi socievoli, diventando addirittura utili alla società umana. Questo concetto è reso chiaro in special modo negli ultimi capitoli della saga regolare, nella quale sono apparsi sempre più spesso mostri docili e mansueti, alleati degli NPC o, semplicemente, non nocivi per noi protagonisti. In Stories, il primo e il secondo, il contesto narrativo si fa più realistico, sfaccettato e complesso, introducendoci al ruolo dei Riders. Anche i Riders, come i Cacciatori, tengono d’occhio la fauna “mostrifera” per impedire che il Rathalos di turno si svegli e decida che l’era degli uomini è finita. Ma lo fanno avvalendosi dell’aiuto di Monstie, ovvero mostri ammaestrati alla stregua di Pokèmon. Va da sé che Cacciatori e Riders non siano sempre d’accordo sulla metodologia di approccio ai Mostri selvatici. Ed è proprio da questa premessa che Monster Hunter Stories 2 ha inizio, su di una verdeggiante isola controllata dai Riders. 

Monster Hunter Stories 2 Wings of Ruin Recensione PC

Protagonisti carismatici e dove trovarli

Attraverso filmati coreograficamente e registicamente molto curati, assistiamo a una festa in onore dei mostri dominanti sull’isola, i cosiddetti Rathalos Guardiani, e a una sessione di caccia clandestina. Sulla pacifica isola dei Riders, infatti, sono stati invitati alcuni cacciatori, nel tentativo di riappacificare i due schieramenti, e aiutarsi a vicenda. La situazione precipita quando il gruppo di cacciatori segretamente a caccia si trova faccia a faccia proprio con il Rathalos Guardiano, una sorta di re della natura, e lo mette in fuga. Contemporaneamente, le acque del fiume presso il villaggio dove si sta tenendo la festa si tingono di rosa, e un’intero stormo di Rathalos si allontana da tutte le isole dell’arcipelago circostante, mettendo in subbuglio l’ecosistema, i Riders e i Cacciatori. Solo una giovane, sembrerebbe, Wyveriana riesce a fuggire, portando con sé un misterioso uovo di Rathalos…

Noi, in tutto questo viavai degno di un anime (sia lato artistico che lato narrativo) siamo un giovane Rider, nipote di un ex capo-villaggio molto apprezzato di nome Red. Il cui Monstie, pensate, era proprio il Rathalos Guardiano. Cosa ha a che fare la fuga dei Rathalos con il misterioso fluido rosa presente nell’acqua? Quali effetti avrà a lungo termine la scomparsa dei Rathalos sul mondo? E chi è e cosa ha a che fare con noi la Wyveriana a cui il Rathalos Guardiano ha affidato il suo prezioso uovo? Tutte queste e molte altre domande attendono solo voi, e i vostri Monstie.

Monster Hunter Stories 2 Wings of Ruin Recensione PC

Monster Hunter Stories 2 Wings of Ruin: famolo strano… JRPG

Monster Hunter Stories 2, come il predecessore, è un JRPG. Di più, un JRPG Monster Based, basato cioè sull’uso di un team composto da Mostri (i Monstie) con abilità uniche e capacità differenti dentro e fuori dalle battaglie. I Monstie sono il nostro mezzo di trasporto nell’Overworld, nei Dungeon (le tane di mostro dove otteniamo uova che poi diventano altri Monstie), e ci permettono di superare ostacoli nel mondo di gioco basati sulla loro morfologia (ci arriviamo dopo). Ma, soprattutto, sono i nostri compagni di lotta. Similmente ai Pokèmon possono essere allenati, ottengono nuove mosse, e possono essere “breedati” per ottenere nuovi esemplari dotati di caratteristiche di base superiori ai genitori. Dispiace dire che, per quanto intrigante e ben realizzata possa essere tutta la struttura ludica dei Monstie, la stessa non è assolutamente necessaria al completamento della storia. Perché?

Durante gli scontri a turni è importantissimo gestire correttamente mosse, strumenti, tempistiche, mosse speciali; e, soprattutto, la ruota “a morra cinese” degli attacchi. Potenza batte Velocità che batte Tecnica, che a sua volta sconfigge Potenza. Memorizzate, e sfruttate a dovere questo mantra, perché altrimenti non andrete lontani in Monster Hunter Stories 2. Ma nonostante questa premessa, e anche se la difficoltà degli scontri, in special modo con i Mostri più grandi, oscilli sempre tra il medio e il difficile, non si può non notare che la garanzia di fruibilità da un pubblico più vasto possibile abbia leso, diversamente dall’originale MH, alla complessità generale del titolo. Cioè, possiamo arrivare alla fine senza grindare, senza sfruttare il breeding, senza curarci troppo di quali mostri abbiamo in squadra; anche solo appoggiandoci alla potenza del personaggio, a un attento uso di strumenti e mosse, e ad armature/armi adeguate al livello del personaggio. 

Un vero peccato, considerando quanto siano appaganti i turni votati al riempimento della barra speciale, che ci permette di cavalcare il nostro Monstie e di eseguire tecniche ultimate che esaltano il lavoro svolto nei modelli 3D umani e mostruosi. Un lavoro eccezionale, dal quale emergono versioni quasi anime, mai snaturate, di tutti i Mostri, le armi, le armature, gli oggetti (anche dentro ai menù) che chi gioca a MH dalle origini conosce bene. Per non parlare della caratterizzazione di NPC e protagonisti, tanto ben realizzata tecnicamente e artisticamente da offuscare l’Overworld, le arene di combattimento e… oh, beh. A ben pensarci, forse, l’ottima qualità dei modelli 3D non è l’unico motivo per cui le texture ambientali sembrano tanto sottotono…

Su PC, Monster Hunter Stories 2 non dà il meglio di sé. Sebbene sia massimizzata la resa estetica di cui sopra (personaggi, mostri, menù, cinematic in battaglia e narrative) è chiaro che le texture ambientali soffrano della risoluzione alla quale è possibile fruire il titolo su macchine più performanti. In breve? Osservare dalla sella del proprio ultra-dettagliato e cristallino Monstie una Montagna ricoperta di Texture piatte, banali e molto poco 4K, mentre dalla sua sommità sgorga una cascata che sembra fatta di zucchero filato, non è il massimo. Va meglio di sera, o di notte, quando i giochi di colori, luci e ombre offuscano la maggior parte delle magagne più grosse. 

Perchè ho come l’impressione che la versione Switch sia esente da tali problemi? Forse in virtù del suo schermo più piccolo? Della risoluzione meno generosa? Chissà, Dovreste leggere la Recensione della versione Switch per scoprirlo… (vi lascio il LINK, ma prima finite questa della versione PC eh! Sennò mi offendo).

Un mondo vasto… ma vuoto?

Eppure, credetemi, ci passerei volentieri sopra, in virtù del lavoro fatto sui modelli 3D e sulle animazioni in stile anime fluide, per nulla legnose e sempre azzeccate. Peccato che, poi, a complicare la situazione “mondo di gioco” ci si metta un level design che non brilla per complessità. Né negli Overworld, dal quale accedere ai vari dungeon, che sebbene caratterizzati generalmente in modo unico l’uno dall’altro, risultano sempre molto vuoti. Non bastano i Monstie, e le tane, e gli oggetti da raccogliere a rendere un Overworld interattivo. Specialmente dopo aver giocato a Monster Hunter Rise, World, o anche ai capitoli su 3DS; tutti diverse spanne sopra quanto a possibilità esplorative e dinamicità. Amarus in fundis (si dirà così? Passatemi il finto latinismo) nemmeno le tane dei mostri, i Dungeon, sfuggono a una linearità pronunciata, e ad una struttura antiquata. In cui si ripetono corridoio-radura-corridoio-radura ecc., fino alla stanza del Boss. 

Eppure, un’idea di fondo c’è, e funziona anche bene. Ogni Monstie può sfruttare il suo corpo per saltare (se ha gambe pronunciate) arrampicarsi (se ha braccia forti) o addirittura nuotare o volare, per superare diversi ostacoli ambientali nelle mappe e nei Dungeon. Solo che se al di là dell’ostacolo scriptato si nasconde solo un forziere, se manca lo sprone ad esplorare, l’idea muore, e si perde anche la voglia di sfruttarla.

Monster Hunter Stories è un formato che funziona maledettamente bene. La lore, il contesto narrativo dove coesistono Mostri, umani e altre creature; questa sorta di SteamPunk Primordiale che permea invenzioni, armi, armature e oggetti. Tutto in Monster Hunter è come fosse sempre stato allargato, migliorato, indagato in vista della trasformazione del titolo Action in uno Story Driven JRPG. Ci si è arrivati con il tempo? Oppure è sempre stato così, e mancava solo l’opportunità, la scintilla, quel Monster Hunter Stories per 3DS e Mobile? Chissà.

PIATTAFORME: PC, Switch
SVILUPPATORE: Capcom
PUBLISHER: Capcom

Di sicuro, c’è che Monster Hunter Stories 2 raccoglie più che degnamente l’eredità del genere che rappresenta, e del primo episodio mobile. Tutto funziona, in funzione (scusate il gioco di parole) di quello che vi aspettate dal gioco. Così, MH Stories 2 è un JRPG soddisfacente, vasto e longevo il giusto. Più che complicato “complicabile”, a seconda di quanto volete addentrarvi nei molti tecnicismi che offre ai più attenti, ai più dedicati, ai più volenterosi. C’è margine di miglioramento, ma le basi per future iterazioni sono sempre più solide. Ma Monster Hunter Stories 2 Wings of Ruinè soprattutto un titolo narrativo, la cui storia mette in discussione l’equilibrio di un mondo, quello di MH, che pensavamo di conoscere ormai; un mondo basato sulla “legge del più forte”. Ve lo sarete chiesti spesso, credo, giocando a Monster Hunter. Chi è il cattivo? I mostri che sto affrontando per salvare il mio villaggio, o io, che mi avvento su una creatura innocente e ignara, che vive nel rispetto delle regole che la natura stessa le ha insegnato? La risposta, ora più che mai, non è più così scontata.

VOTO: 8.2

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.