Back 4 Blood Provato: primo contatto con l’erede spirituale di Left 4 Dead

Back 4 Blood

Left 4 Dead, un nome, un genere! Se oggi lo shooter cooperativo è diventato una delle sfumature più ammirate del panorama degli sparatutto, lo deve soprattutto alla creatura di Turtle Rock Studios. Sia chiaro, non si tratta della fondazione di una nuova corrente videoludica, bensì uno dei massimi picchi raggiunti nell’ambito dei videogiochi cooperativi. Nonostante sia passato poco più di un decennio dall’ultima incarnazione della serie esclusiva di Valve, oggi molte delle nuove produzioni che hanno sfamato tale mercato hanno ripreso molti elementi e dinamiche di gioco imbastite da Left 4 Dead, come il più recente World War Z che, volendolo o meno, rappresenta un ritorno in grande stile degli shooter cooperativi survival. Ed oggi, la serie Left 4 Dead torna in via del tutto spirituale in una nuova incarnazione: Back 4 Blood!

Il nuovo shooter cooperativo survival-horror di Turtle Rock non solo è un richiamo nostalgico agli anni d’oro di Valve, ma anche un’evoluzione ed una sfida per il team californiano, che vuole proporre quella medesima esperienza di gioco in una nuova veste destinata su console e PC. E le varie informazioni distribuite finora, con tanto di gameplay e trailer, promettono un ritorno in grande stile di una cooperativa di cui sentivamo quasi la mancanza. Ma non è tutto: arriva finalmente una beta aperta per Back 4 Blood su tutte le piattaforme, e noi di Gamesvillage abbiamo potuto provarlo in accesso anticipato, testando una fetta dei contenuti che potremo aspettarci dall’erede spirituale di Left 4 Dead. Ve ne parliamo in questo nuovo provato.

Back 4 Blood

Back 4 Blood e il ritorno dello shooter cooperativo di Turtle Rock

Durante l’accesso anticipato della beta di Back 4 Blood, che diverrà disponibile al pubblico dal 12 fino al 16 agosto, abbiamo potuto provare una buona porzione della campagna principale, lanciandoci insieme ad altri giocatori nel primo atto. In totale, abbiamo provato ben otto livelli, i quali ci hanno fornito una panoramica molto chiara del progetto. Inutile dire come il richiamo a Left 4 Dead sia una delle caratteristiche che più definiscono la nuova Ip di Turtle Rock, e ciò non avviene per un semplice merito storico del team californiano: l’atmosfera, le dinamiche di gioco, il gameplay, sono tutti elementi che ci rimandano all’esclusiva di Valve. Partendo dall’hub di gioco, un campo per i sopravvissuti militarizzato, possiamo accedere ai livelli della storia sia in solitaria che in cooperativa, sostituendo i giocatori mancanti con dei bot gestiti da un’intelligenza artificiale interessante. Ma una volta varcata la porta del rifugio, ecco che veniamo proiettati senza alcuna esitazione nell’azione, pronti a spappolare i cervelli degli infetti. Il titolo ci ha proiettati in un gameplay frenetico, laddove la comunicazione servirà per coordinare la squadra verso il prossimo rifugio e di conseguenza, livello. Infatti nello svolgimento di una missione non vi saranno dei checkpoint tra un obiettivo all’altro, bensì il segmento dell’atto della campagna si concluderà una volta che tutti i sopravvissuti saranno al sicuro nel nascondiglio. Una struttura piuttosto lineare, con qualche piccola deviazione di percorso che però non muta la destinazione, definendo così un level design a nostro avviso piuttosto old-school ma anche abbastanza solido.

Ogni livello avrà degli obiettivi fissi, dove la squadra il più delle volte dovrà farsi strada attraverso le innumerevoli orde d’infetti che si sono impadroniti del territorio. E questi compiti non propongono una grande varietà nelle situazioni: spesso e volentieri sarà necessario attivare un meccanismo che attira un grande quantitativo di creature marce, dove il team dovrà mantenere la posizione difendendosi a suon di proiettili o colpi d’arma bianca. Ogni livello infatti è un alternarsi tra situazioni intense ed attimi di pura tranquillità, dei momenti d’oro in cui il giocatore può fare rifornimento rovistando tra casse e stanze facendo incetta di munizioni o sostituendo parti del suo equipaggiamento. Al momento la campagna non ci ha riservato momenti memorabili, tuttavia il piacere dello sterminio delle creature è piuttosto palpabile tra un massacro all’altro, seppur in fin dei conti è possibile avvertire una certa monotonia dopo svariate sessioni. Ciò che ci preoccupa infatti è una plausibile scarsa varietà di situazioni ludiche in cui i giocatori saranno chiamati ad intervenire: ricordiamo che la beta è solo un assaggio di ciò che il prodotto completo offrirà al lancio, ma lasciate dire al sottoscritto che la preoccupazione è quella di ritrovarsi in mano una modalità campagna dal buon potenziale, ma che si crogiolerà in situazioni che si ripeteranno fino ai titoli di coda. Ovviamente avvalendoci del beneficio del dubbio, non possiamo negare che giocare in cooperativa in Back 4 Blood ci ha riservato dei momenti divertenti che si intervallavano in situazioni piuttosto agitate, dove la comunicazione ha giocato un ruolo fondamentale per la sopravvivenza del team.

Back 4 Blood

La comunicazione sarà fondamentale soprattutto alle difficoltà più elevate, specie quando arriveranno degli infetti speciali (che vedremo dopo) ad attaccare la squadra. Anche la coordinazione ha una sua rilevanza, nonostante il gameplay non sia notevolmente tattico: infatti al contrario di un World War Z dove i momenti tower-defense necessitavano di un piano piuttosto elaborato, in Back 4 Blood abbiamo percepito un modus operandi molto libero e semplice, o addirittura spartano. Tuttavia proiettarsi tra le fameliche braccia degli infetti è un’azione sconsiderata, dato che una volta finiti nella loro morsa non sarà affatto semplice scappare. Infatti uno dei difetti che possiamo imputare è senza alcun dubbio l’impossibilità di eseguire le consuete fughe che, come accadeva nella modalità zombi di Call of Duty, permettevano di sfuggire alla morte. Nello shooter cooperativo di Turtle Rock fuggire non sarà una passeggiata: per quanto possiate correre, una volta che le mani marce vi afferreranno diverrete semplicemente delle prede, poiché la loro presa vi rallenterà sensibilmente finendo così in “pasto ai lupi”. Tornando a parlare della sopravvivenza, prima ancora di proiettarci nel cuore del gameplay, il livello di difficoltà può mutare la godibilità dell’esperienza di gioco: a veterano la tenacia e la pericolosità degli infetti risulterà più spaventosa, con danni subiti persino maggiorati. Ed è qui che entrerà in gioco un approccio al gioco piuttosto differente, dato che l’attivazione del fuoco amico richiederà una maggiore attenzione sulla sincronia trai giocatori.

Back 4 Blood

Il rischio biologico di Back 4 Blood

abbiamo potuto assimilare un grande quantitativo d’informazioni sul gameplay di Back 4 Blood, che offre un’esperienza da sparatutto in soggettiva molto arcade. Infatti non vi saranno dinamiche capaci di influenzare o meno l’efficacia delle armi, le quali a nostra detta sono risultate fin troppo potenti contro gli infetti speciali. Un solo colpo di fucile o pistola basterà per atterrare un infetto normale, mentre una manciata di colpi in alcuni casi potranno eliminare anche una delle creature più pericolose dell’ecosistema imbastito da Turtle Rock. La componente shooting dunque non spicca notevolmente per il feedback delle armi, seppur tutto sommato riesce a regalare qualche piccola soddisfazione attraverso la gioia dell’headshot. Tra casse, stanze e marciapiedi, potremo trovare varie tipologie d’armi bianche e da fuoco, suddivise a loro volta in varie rarità che delineano delle statistiche sempre migliori, date soprattutto dalla presenza di accessori già installati. Durante la partita avremo modo di impugnare  qualsiasi strumento di morte, tra classe primaria e secondaria, senza poter purtroppo possedere contemporaneamente due armi dello stesso tipo. Data anche la limitata presenza di risorse, il giocatore sarà costretto a gestire i colpi in canna intervallando gli utilizzi dell’arma, decidendo soprattutto cosa portare con sé e cosa lasciare indietro. Le armi bianche invece consumano vigore ad ogni utilizzo, un elemento fin troppo necessario per scappare dalle situazioni pericolose, ciononostante la loro efficacia permette di correre qualche rischio con beneficio: tra accette, coltelli e machete, affettare le carni marce sarà semplicemente brutale e soddisfacente.

I giocatori potranno fare affidamento su diversi strumenti medici per curare le ferite o rianimare i compagni caduti in battaglia, spingendo gli utenti a supportarsi a vicenda durante la missione. Non a caso, l’aspetto cooperativo si rafforza soprattutto nella condivisione delle risorse: così come potremo curare i nostri alleati feriti utilizzando le bende o gli antidolorifici in nostro possesso, potremo persino condividere munizioni, mentre il denaro raccolto da un giocatore arriverà a tutta la squadra. Soprattutto nell’aspetto economico, le monete d’oro saranno necessarie per acquistare accessori, rifornimenti ed armi, così come alcuni bonus per tutto il team (come l’aumento dei punti vitali). Il titolo inoltre presenta in questa beta un sistema di carte, che altro non sono dei bonus attivi o passivi che si attiveranno durante la partita. La beta infatti ci ha permesso di creare un mazzo personalizzato in cui poter inserire le carte per noi più convincenti: nella formazione della sala d’attesa potremo scegliere alcuni bonus da attivare prima di entrare nel vivo dell’azione, così da iniziare con dei benefici che saranno utilissimi alla difficoltà Incubo. Le carte potranno essere acquistate nell’apposito menù dedicato alle linee di rifornimento, con il quale potremo interagire anche nell’hub di gioco spendendo i punti rifornimento guadagnati al termine di una partita.

Non vi è soltanto il PvE! Infatti, nel menù troveremo una modalità Versus, in cui i giocatori impersoneranno le fazioni degli sterminatori ed infestati, con quest’ultimi che dovranno eliminare i sopravvissuti entro lo scadere del tempo. Scegliendo tra alcuni degli infestati più terrificanti, gli utenti dovranno nascondersi e colpire di sorpresa i loro avversari umani, che nel frattempo, si difenderanno dalle orde di infetti. Come se non bastasse, l’arena in cui si svolgerà la partita si restringerà sempre di più man mano che il tempo passa, rendendo la sopravvivenza degli sterminatori di infetti sempre più complicata. Si tratta dunque di una modalità che avrà il compito di intrattenere la sua community mentre quest’ultima completerà la storia in solitaria o in cooperativa, laddove i contenuti post-lancio dovranno arricchire con una cadenza ravvicinata quest’esperienza competitiva. Il gameplay di Back 4 Blood in questa beta si è mostrato piuttosto solido, seppur vige al momento un certo sbilanciamento tra le armi. Ciò ovviamente non basta per impedirci di apprezzare in questo primo approccio il gunplay imbastito da Turtle Rock, il quale rende l’approccio al titolo immediato, semplice ed adatto a qualsiasi mano. Ciononostante, la modalità campagna per il momento pecca leggermente di varietà, sebbene i livelli presentano delle sezioni intense nonostante una durata alquanto breve.

Un orrore rinato… forse

Back 4 Blood su PlayStation 5 presenta delle prestazioni molto solide, tra un frame rate fluido con sessanta fotogrammi per secondo granitici e caricamenti repentini, seppur il comparto grafico al momento non offra dei colpi d’occhio notevoli. Il titolo infatti mostra al momento una qualità grafica piuttosto accettabile, con modelli poligonali impreziositi da alcuni dettagli ma che non riescono a colpirci, dato che il loro aspetto  quasi animato li rende tutto fuorché realistici. Sempre seguendo il filone dell’estetica, uno dei problemi principali della nuova Ip è un’elevata saturazione dei colori che difficilmente si risolverà modificando le impostazioni di gioco, così come, le luci artificiali risultano fin troppo forti. Sulla nuova console di casa Sony ovviamente non potevano mancare le funzionalità strettamente legate al DualSense. Durante la prova, abbiamo percepito soltanto i trigger adattivi, i quali hanno opposto ben volentieri resistenza nel momento in cui aprivamo il fuoco sugli infestati. Talvolta però, tale tecnologia potrebbe risultare un ostacolo nel momento in cui si ha la necessità di sparare con una certa rapidità, richiedendo dunque una pressione immediata e liscia. Per quanto concerne il comparto tecnico al momento non abbiamo riscontrato particolari problemi e l’infrastruttura di rete finora ha funzionato egregiamente anche nel cross play: giocando in cooperativa con un matchmaking casuale, non abbiamo mai riscontrato problemi di rete, una situazione che però potrebbe deteriorarsi nel momento in cui tale prova diverrà disponibile per tutti.

Data d’uscita: 12 ottobre 2021
Piattaforme: PS5, PS4,Xbox Series X|S, Xbox One, PC
Sviluppatore: Turtle Rock Studios
Publisher: Warner Bros. Games

In questo primo contatto, Back 4 Blood ci ha stupiti ma con qualche riserva: un gameplay di per sé solido, che rischia di venir intaccato dalla minaccia della ripetitività a causa di un level design momentaneamente tradizionale e lineare, il quale potrebbe proporre nell’arco di tutta la campagna le medesime situazioni senza offrire qualche spunto interessante o nota di varietà ludica. Ciononostante, non possiamo nascondervi di esserci divertiti durante le sessioni di gioco tra un livello all’altro, lo sprezzante pericolo rappresentato dagli infestati ci rimandano ai pomeriggi intensi passati a giocare in compagnia d’amici titoli come Left 4 Dead o persino la modalità zombi della serie Call of Duty. Insomma, si tratta del ritorno di una cooperativa piuttosto classica ma decisamente solida, capace soprattutto di farsi apprezzare per la sua essenzialità nella pratica e complessità nella sua parte teorica. Il risultato finale lo scopriremo il 12 ottobre, quando il titolo sarà finalmente disponibile su console e PC.

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.