Deathloop Recensione: se non ce la fai la prima volta…

Deathloop

Quando venne presentato al pubblico all’E3 2019, Deathloop si preparava ad attirare buona parte dell’attenzione del pubblico, affascinando con il suo concept intrigante e con una peculiare direzione artistica, aprendo la strada alla next-gen con grande ottimismo, in cui la nuova creatura di Arkane Studios e Bethesda Softworks ha un ruolo centrale nella line-up di Sony. Più recentemente, abbiamo avuto modo di vedere all’opera il peculiare prodotto dello studio francese, che sigla un’esclusività temporale su PlayStation 5 e PC, avvenuta antecedentemente alla ricca acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft. Arrivati ad oggi, abbiamo potuto testare a fondo il titolo, attraverso molteplici loop spettacolari condensati in una storia affascinante quanto intricata.

Siamo al cospetto di una produzione altamente eclettica, che non manca dell’estro ludico che contraddistingue lo studio di sviluppo, capace di coinvolgere il giocatore in intense sessioni di furtività e scontri a fuoco, supportati da armi e poteri stravaganti, tanto da dare alla luce un titolo fuori dagli schemi tradizionali. Siamo pronti, dunque, a raccontarvi nel dettaglio la nostra esperienza con Deathloop su PS5.

Deathloop art

Deathloop: spara, muori, ripeti

Le prime ore con Deathloop sono spiazzanti, colme di informazioni in un contesto ambiguo e non immediatamente comprensibile, quasi disorientante, ma da subito frenetico. Nei panni di Colt Vahn, un assassino senza memoria, ci sveglieremo sulla spiaggia dell’isola di Blackreef, un luogo in cui le leggi del tempo sembrano essere alterate, tanto da creare una vera e propria prigione temporale in cui Colt dovrà necessariamente muoversi alla ricerca di una via di fuga. In balia dell’ignoto, confusi tanto quanto Colt, avanziamo nelle prime battute, ignari o quasi di ciò che ci aspetta.

Una certa consapevolezza inizia ad emergere nel protagonista, che acquisisce qualche informazione utile per evitare una routine di azioni che fino a quel momento lo tenevano prigioniero del fato: finito ucciso da una donna di nome Julianna Blake. Più passano i minuti all’interno di Deathloop e più il protagonista acquisisce consapevolezza di sé e del suo obiettivo: fermare il loop temporale che attanaglia lui e l’isola, ribellandosi alla rivale Julianna, che al contrario vuole preservare l’ordine delle cose. Inizia da qui una missione al limite del possibile per far cessare questa particolare prigionia che riporta Colt sulla solita spiaggia ogni giorno, attraverso delle missioni in 4 parti distinte dell’isola: The Complex, Updaam, Fristad Rock e Karl’s Bay.

deathloop colt

Loop dopo loop le cose iniziano a sembrarci più chiare e apprendiamo di dover seguire un preciso obiettivo per fermare la follia temporale di Blackreef. Uccidere gli 8 Visionari dell’isola, ovvero delle figure chiave, talvolta eccentriche, coinvolte nell’anomalia che mantengono l’ordine delle cose. Tuttavia, la missione non è così semplice. I Visionari sono ben distribuiti nelle varie zone dell’isola, per non farsi trovare nello stesso istante insieme, rendendo le cose a Colt più complesse. Infatti, l’unico modo di spezzare il loop, è ucciderli tutti in una singola giornata. Impensabile a primo acchito, ma qui entreremo in gioco noi.

Loop di morte a Blackreef

La struttura di gameplay si è dimostrata davvero originale e mai noiosa per quanto ripetitiva, in cui avremo il compito di esplorare l’isola in cerca di indizi che legano i Visionari tra loro, per permettere a Colt di portare a termine la missione, scoprendo molti dettagli sulle figure cacciate, le loro routine e sul mondo di gioco. In tal senso, la progressione è estremamente libera, così come l’approccio alle missioni, marchio di fabbrica di Arkane Studios.

In base agli indizi raccolti, dovremo farci strada nelle 4 zone sopracitate alla ricerca di bersagli o punti cruciali, in aree completamente esplorabili dalla spiccata verticalità e dal level design certosino, facendo attenzione ai nemici naturali dell’opera: gli Eternalisti, persone dall’aspetto stravagante al servizio di Julianna che tenteranno in ogni modo di ostacolarci. Deathloop vuole incentivare primariamente l’approccio stealth, ma questo non significa evitare uscite ad armi spianate, a patto di aver fatto una buona pianificazione, poiché è molto facile andare k.o. dopo qualche proiettile, nonostante non siamo di fronte a gradi di difficoltà elevati.

Deathloop Julianna

La varietà degli approcci agli scontri è davvero ampia, complice anche un’interazione ambientale funzionale alle situazioni proposte, dove abbiamo ritrovato una componente shooter che si è rivelata piuttosto classica con una non troppo eccessiva varietà delle bocche da fuoco. Ma a cambiare le dinamiche in gioco ci pensano le Tavolette e Piastrine, elementi infusi di energia data dall’anomalia temporale. Questi oggetti fanno parte dell’equipaggiamento che potremo trovare e utilizzare durante le esplorazioni e garantiscono rispettivamente dei poteri e bonus di varia natura. Nello specifico, le Tavolette sono il prodotto dell’anomalia temporale e possono conferire certi poteri, come un breve teletrasporto o la possibilità di diventare quasi invisibili tra le altre cose. Sono ottenibili uccidendo i Visionari nei loop, dopo una caccia all’uomo via via più intensa che può assumere dinamiche particolari in base alle personalità che ci troveremo ad affrontare. Le Piastrine, d’altro canto, sono dei potenziamenti recuperabili negli scenari o da alcuni cadaveri, che possono essere applicate a Colt o alle varie armi per aggiungere potenziamenti ed effetti al fine di migliorare l’efficacia del personaggio e dell’arsenale.

La struttura ludica richiede al giocatore di fare attenzione al proprio equipaggiamento durante la progressione, poiché, al termine della giornata, divisa in 4 periodi temporali distinti che muteranno anche l’ambiente circostante con eventi e nuove zone accessibili, si perderà tutto e Colt dovrà ricominciare da capo, con qualche consapevolezza in più sulle scoperte relative ai visionari ottenute ma senza poteri e arsenale. Questo accade anche quando Colt, per qualsiasi motivo, dovesse morire durante la giornata. Per evitare tutto ciò, il protagonista dispone di una Tavola speciale che gli consente di tornare indietro di qualche secondo dopo una fine brutale per 2 volte, oltre le quali il loop giornaliero ricomincerà.

Deathloop gameplay

Ecco che la sfida si fa interessante, cercando di preservare la vita dell’assassino durante tutte le fasi della giornata, che perdureranno fin quando saremo presenti negli scenari, mentre saremo impegnati nelle indagini. In base anche agli indizi ottenuti, sarà possibile saltare delle fasi e attendere il calar del sole o il suo sorgere, configurandosi come veri e propri indicatori di progressione velati. Tra le attività di secondaria importanza, troviamo degli indizi di natura bellica, che porteranno il protagonista alla ricerca di armi con le quali rinforzarsi ulteriormente.

La prigione temporale di Deathloop

Colt apprenderà in fretta anche come mantenere certi oggetti ad ogni loop, attraverso l’infusione. Certi elementi dello scenario, armi scartate o alcuni cadaveri lasciano dei residui che Colt può assorbire, convertendoli in una valuta spendibile per infondere gli oggetti, che saranno conservati nel suo inventario ad ogni loop, sia esso naturale al termine del giorno che di morte. I residui andranno persi se Colt verrà sconfitto, ma possono essere recuperati sul posto in cui è avvenuto il decesso grazie alla sua Tavola speciale, facendo attenzione a non morire nuovamente fino ad un nuovo loop, cercando anche preventivamente l’uscita del distretto se necessario.

Anche se si sprecheranno dei giorni per la progressione principale, quindi, sarà possibile ottenere potenziamenti e armi permanenti in base alle nostre esigenze, potendo uccidere i Visionari più volte per potenziare le Tavolette. Ma non solo, ogni tanto, durante le nostre scorribande, Julianna potrebbe decidere di venirci a cercare direttamente, impedendo la fuga di Colt se non sarà disattivata un’antenna che blocca le uscite. Potremo anche cercare di far fuori la nostra rivale per ottenere da lei delle Tavolette o relativi potenziamenti, consci del fatto che la sua entrata in scena è completamente casuale.

In tal senso, previa selezione della privacy di gioco da parte del giocatore, un altro player online può prendere le parti di Julianna e invadere le partite di altri Colt per ostacolarli nell’impresa. Nei panni di Julianna, giocabile solo in ottica multiplayer, potremo invadere partite casuali o di amici, scegliendo l’equipaggiamento e le tavole proprio come con Colt, tenendo presente che una sola morte farà terminare la nostra partita. Per evitare questo, i gameplay con Julianna devono essere estremamente strategici, sfruttando la sua peculiare abilità di camuffamento con gli Eternalisti e ciò che lo scenario ha da offrire, come torrette, sensori di rilevamento e nullificatori di tavolette. Completare con successo le cacce con la rivale del protagonista porterà al completamento di diversi obiettivi con conseguenti sblocchi di arsenale e altro ancora.

Prima di ogni missione è possibile organizzare l’inventario tra tre tavole (una peculiare necessariamente obbligatoria), 3 armi e relative piastrine e 4 piastrine per il personaggio, in più una granata multiuso, un machete per il corpo a corpo e uccisioni furtive e un dispositivo per l’hacking delle fonti elettroniche per favorire infiltrazioni e tattiche di battaglia denominato Hackamajig. In gioco, la gestione dell’inventario ne risulta un po’ macchinosa, specialmente nelle prime battute, in un sistema in cui sarà possibile anche equipaggiare armi nella mano opposta oltre che i gadget, senza un’immediatezza doverosa, in cui tendenzialmente si è in un contesto alquanto frenetico una volta usciti allo scoperto, a fronte di un’intelligenza artificiale non sempre brillante, ma dove è necessario pensare velocemente. Armi e piastrine possono essere rinvenute in 4 rarità diverse e crescenti che migliorano l’efficacia dei relativi bonus e, nel caso delle armi, aggiungono anche effetti bonus di grande valore.

Complessivamente, siamo dinanzi ad una progressione davvero peculiare ed un gameplay brillante, con la costante sensazione di aver a che fare con un rompicapo gigantesco, non per tutti i gusti, in cui diversi generi si amalgamano tra loro per dare vita ad un folle sparatutto in prima persona di ragionamento e libertà d’approccio, coadiuvato da un level design intelligente e ben sfruttato che ben si presta, tra le altre cose, al multiplayer geniale ideato da Arkane, grazie a verticalità, interni, percorsi alternativi e punti di improvvisazione.

L’arte in movimento di Arkane

L’anima grafica della produzione soffre di qualche incertezza che contrasta con l’eccelsa direzione artistica, in un comparto grafico non propriamente al passo con i tempi, che soffre di pop-up di elementi dello scenario e qualche texture poco definita, sebbene sia presente una cura certosina degli ambienti e strutture con dettagli inclusi, per una scena altamente ispirata. Sul fronte tecnico, la versione da noi provata su PS5 dispone di 3 modalità grafiche distinte. La principale incentiva la fluidità, con 60 fps costanti e 4K dinamico, mentre la seconda propone 4K dinamico e 60 fps con cali e una fedeltà grafica migliorata, mentre l’ultima propone 4K dinamici con 30 fps e ray tracing attivo.

La nostra prova nella prima modalità ha riportato comunque qualche calo sporadico in alcune situazioni, ma niente di compromettente, e l’abbiamo preferita alle altre complessivamente, in grado di restituire una fluidità importante per un titolo come Deathloop. La prova su PS5 ha portato con sé anche una serie di implementazioni dedicate alla nuova console di Sony, tra cui troviamo un sostenuto feedback aptico, attivo ad ogni passo del protagonista e responsivo ad ogni azione su schermo, e i grilletti adattivi, presenti a rispondere alle sollecitazioni delle armi da fuoco a disposizione con diverse intensità, percepibili coerentemente.

La realizzazione dei 4 distretti di Deathloop, tanto funzionali al gameplay quanto artistici – in sfumature retrofuturistiche sopra le righe e mutevoli durante il corso della giornata – permette al giocatore ampio spazio di manovra, sia che egli scelga un approccio estremamente cauto che caciarone, tenendo a mente che, anche fuori dalla portata visiva e in assenza di qualsivoglia mini-mappa, i nemici possono essere in ogni dove, allertati da rumori e movimenti esterni che Colt percepirà sulle loro teste con degli indicatori di allerta. Che si tratti di corridoi stretti in cui munirsi di hacking e stealth, fino a piazzole più ampie in cui scatenare una guerriglia sfruttando le sporgenze ed elementi di scenario, la scelta starà sempre al giocatore finale.

Rimane piuttosto facile fuggire a tutta velocità e nascondersi, poiché l’intelligenza artificiale alquanto basilare e qualche bug possono aiutare non di poco il giocatore nelle varie fasi. Va notato che la routine degli Eternalisti intenti di pattuglia, alcuni muniti di dispositivi in grado di chiamare rinforzi, è davvero ben realizzata, e Colt può sfruttare alcune attitudini a suo vantaggio, anche grazie alla concentrazione, con la quale è possibile marchiare i bersagli ed estrapolarne alcuni dettagli utili.

Il fine ultimo di Colt è dunque l’esplorazione, in cerca di indizi utili che possano portarlo ad allineare i Visionari in modo di evadere dalla prigione temporale che lo attanaglia e che la rivale Julianna vuole preservare, in una narrativa capace di incuriosire già dai primi minuti e dove gli amanti dei dettagli, ricavabili anche dai contenuti testuali presenti nei distretti, troveranno sazia la propria sete di conoscenza del mondo di gioco di Deathloop, laddove il rapporto tra i due personaggi principali sovrasta tutto il resto per fascino.

Menzione d’onore per le cutscene disegnate in stile fumettistico, con la paletta cromatica distintiva del titolo fatta di arancione, bianco e nero, che si manifesteranno ogni qual volta termineremo una missione ai danni dei Visionari, facendo un passo in avanti verso la libertà. Dulcis in fundo troviamo una colonna sonora azzeccata e un doppiaggio in lingua italiana lodevole, degno delle produzioni migliori in circolazione, che si prende la libertà di erogare i suoni di registrazioni e altoparlanti dallo speaker del DualSense in maniera egregia.

Piattaforme: PS5, PC

Sviluppatore: Arkane Studios

Publisher: Bethesda Softworks

Deathloop è una delle esperienze più originali da qualche anno a questa parte, complesso da comprendere quanto appagante. I ragazzi di Arkane Studios sono riusciti a creare un autentico gioiello videoludico, ricolmo d’estetica ed eclettico ai massimi livelli, proponendo un’esperienza rompicapo solida con una formula ludica geniale e funzionale, fatta di omicidi, sparatorie, fughe e indagini, il tutto aiutato da un level design e da una direzione artistica di assoluto pregio. Purtroppo, un comparto grafico sottotono a cui bisogna fare l’abitudine e un comparto tecnico talvolta indeciso non permettono al nuovo prodotto di Bethesda di raggiungere l’eccellenza, ma ciò che Deathloop restituisce al giocatore sul piano ludico è di encomiabile valore, configurandosi come un appuntamento difficilmente evitabile. Non è un prodotto per tutti i palati, ma se si cerca un titolo realmente interessante e affascinante, pensato fuori dagli schemi tradizionali per un’esperienza unica, allora è complicato non farsi sedurre dal carisma di Deathloop.

VOTO: 8.5

Mirko è un appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni. Ama alla follia i platform 3D e i GDR, ma è un giocatore a tutto tondo. Grazie a una PlayStation e a un Mega Drive, il mondo per lui si è fatto dinamico fin da subito grazie a un irriverente marsupiale arancione e a un velocissimo porcospino blu. Cresciuto credendo che il cuore sia la propria chiave guida, ritiene che il videogioco sia la quintessenza dell’intrattenimento e materia dall’alto potenziale costruttivo.