Quando si parla di JRPG è impossibile non pensare ai titoli di Atlus, che negli anni ha differenziato la sua produzione pur mantenendo i propri giochi altamente riconoscibili nel mercato videoludico. Dopo il grandissimo successo di Persona 5 (forte anche della sua versione Royal) e il rilascio del tanto atteso Shin Megami Tensei V, la software house nipponica ha optato per riportare sotto i riflettori uno dei suoi vecchi titoli nella sua seconda iterazione nuova di zecca, ovvero Soul Hackers 2. L’omonimo titolo discende da una costola di Shin Megami Tensei, ovvero Devil Summoner, che con Soul Hackers sperimenta ulteriormente con un’atmosfera cyberpunk e utilizzo ampio del digitale all’interno del proprio mondo.
Soul Hackers 2 abbandona la nomenclatura Devil Summoner, ponendosi sì come sequel, ma di fatto raccontando una nuova avventura senza vincoli del predecessore e con in comune il medesimo universo narrativo, oltre che raccogliendo vari elementi dai titoli di punta menzionati sopra della stessa azienda sotto l’ala di Sega. Abbiamo provato il gioco in questione per qualche ora e siamo pronti per raccontarvi cosa aspettarsi nelle prime battute dell’atteso JRPG Soul Hackers 2.
Demoni e Tecnologia in Soul Hackers 2
Abbiamo passato le prime 3 ore in compagnia del nuovo gioco di ruolo giapponese di Atlus, che una volta avviato ci mostrerà la creazione della nostra protagonista, Ringo, la quale è il prodotto di una entità eterna e intelligente formata da tecnologia e informazioni sconfinate di nome Aion. La nascita di Ringo non è casuale: la fine del mondo umano è prossima, ed essa, insieme a Figue, vengono generate e mandate sotto copertura tra gli umani per impedire la catastrofe, con l’obiettivo primario di impedire l’avvenimento di specifici eventi che secondo Aion saranno fatali.
Ringo e Figue sono simili ma complementari per caratteristiche, e saranno spedite alla verifica di due obiettivi chiave ben distinti. Nel caso di Ringo, che controlleremo esclusivamente in quanto protagonista indiscussa dell’opera, andremo alla ricerca di un ragazzo che nelle visioni di Aion è destinato a perire. Non passa troppo tempo che troveremo il giovane Arrow, ma ci accorgeremo di essere arrivati in ritardo. Ai piedi del suo cadavere, Ringo deciderà di utilizzare l’Hackeraggio dell’anima, un potere fornito da Aion per riportare le anime nei propri corpi dopo la morte fisica, permettendo a Ringo di vedere alcune vicende del passato delle vittime e poterle convincere di tornare in vita. La tecnica ha esito positivo ma non senza delle complicazioni. Una di queste riguarda il potere del ragazzo, che ora dipende strettamente da Ringo, essendo lui un evocatore di demoni.
Non entreremo ulteriormente nei dettagli di trama per riservarci dei passaggi essenziali in fase di recensione, ma da questo punto in poi impareremo a esplorare e combattere nel mondo di Soul Hackers 2, in un sistema ibrido tra Shin Megami Tensei e Persona, dei quali riprende alcuni caratteri e li adatta per creare un sistema ruolistico interessante che i fan di Atlus indubbiamente apprezzeranno. Dimenticato il level design dei palazzi di Persona 5, si torna ad un sistema di esplorazione molto più lineare e squadrato, in cui muoversi e incrociare i demoni, i quali possono essere colpiti con un fendente da Ringo per iniziare in vantaggio uno scontro. Questo vantaggio si concretizza sempre in una gestione della turnistica a favore del nostro party, e talvolta permette l’inizio del combattimento con un attacco ai demoni nemici esterno ai turni stessi. Se invece verremo colti di sorpresa saranno i demoni a cominciare per primi nel combattimento.
Una volta in battaglia avremo diversi modi di agire, ma il fulcro del combattimento è la classica ricerca delle debolezze elementali dei nemici, che questa volta non garantiscono un turno in più, bensì scatenano il Sabbath System, che consiste nell’accumulo di nostri demoni nelle retrovie nemiche, che si scateneranno in un potente attacco combinato al termine dei turni del nostro party. Questa meccanica, detta Tregenda in italiano, si è rivelata semplice quanto efficace, capace di dare un boost considerevole agli scontri.
Durante la prima esplorazione apprendiamo come i nostri demoni vadano in ricognizione alla ricerca di oggetti, potendo essere interpellati nello scenario per l’ottenimento degli stessi oppure per ottenere il ripristino della salute e del mana del gruppo. I nostri demoni potranno anche scovare altri demoni disposti ad unirsi a noi in cambio di qualcosa.
Demoni e legami
Completata la prima sezione che funge da tutorial abbiamo avuto modo di esplorare diverse zone pacifiche, in cui interagire con NPC e fare acquisti per migliorare l’equipaggiamento, oltre ad aver ottenuto l’accesso ad un luogo in cui fondere i demoni per ottenerne di più potenti, proprio come avviene in Shin Megami Tensei e Persona. Dal quinto titolo numerato di quest’ultimo, Soul Hackers 2 eredita uno spazio da esplorare all’apparenza secondario ma che nasconde un grande potenziale di approfondimento ludico e narrativo.
Se nei Memento di Persona 5 si potevano portare a termine missioni secondarie, ottenere oggetti e migliorare i propri livelli, in questo spazio fatto di connessioni sarà possibile approfondire la conoscenza dei membri del party attraverso dei dungeon da completare e in cui il livello di affinità con essi dovrà essere sufficiente per permetterci di proseguire al loro interno. In tal senso, alcune sono le possibilità per migliorare i rapporti con i tre personaggi che ci accompagneranno nell’avventura, sia attraverso degli eventi particolari che con delle scelte da compiere in alcuni dialoghi, lasciando intuire fortemente che la trama, come accade con Persona, si focalizzerà principalmente sui personaggi che compongono il cast, pochi in questo caso ma dal grande potenziale narrativo e convergenti verso un obiettivo comune.
A primo impatto, non ci ha convinto granché l’utilizzo della telecamera nelle esplorazioni dei dungeon, che troviamo molto vicina al personaggio di Ringo che si pone oltretutto a sinistra dello schermo occupandone buona parte, una soluzione non particolarmente accattivante che magari troverà applicazioni più utili in fasi avanzate dell’avventura, in cui ci aspettiamo di visitare dungeon di diverso tipo a difficoltà sempre crescenti, risultando quelli iniziali molto basilari nella loro struttura e semplici quando si parla di mero combattimento. Come da tradizione, Atlus non ha mancato di deliziare le nostre prime ore con una colonna sonora di tutto rispetto e uno stile grafico lodevole, che approfondiremo in fase di analisi tecnica in sede di recensione, dove potremo dare un giudizio definitivo sulla nuova creatura di casa Atlus e Sega.
Data d’uscita: 26 agosto 2022
Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X|S, Xbox One, PC
Sviluppatore: Atlus
Publisher: SEGA
In queste prime ore Soul Hackers 2 ci ha messo in condizioni di apprendere discretamente il contesto narrativo, conoscere i propri interpreti e scalfire superficialmente le meccaniche principali di gioco, in attesa di sperimentare a livelli avanzati ogni aspetto della funzionale formula ludica voluta da Atlus, della quale manteniamo delle impressioni alquanto positive, auspicando il meglio per le ore a venire e rimandando il giudizio definitivo in occasione della recensione dedicata. Una cosa però è certa: sebbene sia naturale il paragone con i capostipiti della software house nipponica, Soul Hackers 2 ci tiene a sottolineare la propria identità già dalle prime battute, in attesa di scoprire quali sorprese ci riserverà nei prossimi giorni.