Retro Legend #03: Masaya Nakamura, fondatore di Namco

Retro Legend #03 ospita nella sua terza puntata una figura chiave dell’intrattenimento elettronico giapponese, sia nel mondo Arcade, a cui è inizialmente legato che in seguito anche ai settori casalingo e portatile. Masaya Nakamura è noto al pubblico degli appassionati per aver fondato la Namco, casa che è stata portata al successo dall’immortale titolo del 1980, Pac-Man, ideato da Toru Iwatani. L’imprenditore giapponese è nato la vigilia di Natale del 1925, una data simbolica, visto che i videogiochi sono storicamente legati alle maggiori vendite proprio nel periodo natalizio,  e ci ha lasciati qualche anno fa, esattamente il 22 gennaio 2017, all’età di novantuno anni, come abbiamo detto in questa pagina. Ricordiamo oggi la sua carriera e la storia della sua azienda, fondamentale per il settore dei videogiochi, ed ancora oggi punto di riferimento importante dell’industria.

Masaya Nakamura in una foto di repertorio del 1980, all’epoca del lancio del gioco arcade PAC-MAN nel territorio ancora tutto da conquistare degli Stati Uniti. Il nome sul cabinato è ancora Puck-Man…

 

Retro Legend #03, un salto indietro negli anni cinquanta

Masaya Nakamura decide di fondare nel 1955 la Nakamura Manufacturing Ltd con sede a Kanagawa, in Giappone. La prima attività aziendale della società è già nel mondo dell’intrattenimento pubblico, con la costruzione e distribuzione di cavalli meccanici destinati ai più grandi ed importanti centri commerciali giapponesi, tra cui quelli di Nihonbashi e Yokohama e sistemi per giochi meccanici destinati a club privati di varia natura. A quel tempo i giochi meccanici vanno decisamente per la maggiore, ed il settore è decisamente molto amato dal popolo nipponico. Nel lontano 1959 l’azienda nipponica stringe anche un interessante accordo commerciale con The Walt Disney Company che la porterà ad avere rapporti diretti con il mondo dell’intrattenimento statunitense. Masaya Nakamura realizza e disegna personalmente il cabinato arcade Periscope del 1965, che simula un sottomarino capace di lanciare torpedo, che diventerà uno dei simboli degli anni sessanta dell’intrattenimento da sala, rilanciato tre anni dopo in una nuova versione da SEGA sul mercato internazionale.  Masaya Nakamura nel 1971, dopo che l’azienda è ormai diventata un vero leader nel settore dell’intrattenimento meccanico, cambia il nome della sua creatura in Nakamura Manufacturing Company, una variazione da poco, diranno i più distratti. Eppure dall’acronimo di questo nome, Na M Co, nasce il moderno marchio Namco, registrato in quello stesso anno ed oggi di culto tra gli amanti dei videogiochi, specialmente nella nicchia Retrogaming. Eppure proprio in quel periodo l’intrattenimento da sala sta facendo la sua grande svolta, passando da sistemi meccanici più semplici a quelli elettromeccanici, o completamente elettronici. Nel , ad esempio, stanno spopolando i Laser Clay Shooting System, sistemi basati su un tiro a segno realizzato con fucile ottico con meccanica Magnavox, ideato da Nintendo per il settore Arcade. Il pubblico ha voglia di qualcosa di nuovo, decisamente. La nuova Namco di Masaya Nakamura inizia ad interessarsi ai videogiochi già nel 1974, quando il settore sta appena nascendo, perlomeno dal punto di vista commerciale. Namco acquista la divisione giapponese di ATARI, la società che aveva lanciato sul mercato PONG, il più celebre simbolo videoludico fino a quel momento. Namco si butta di fatto in un settore ad alta concorrenza, dominato in quel momento da nomi altisonanti, quali Taito, con i suoi celebri cabinati elettromeccanici e Nintendo, con i suoi giochi di tiro a segno chiamati appunto Laser Clay. Namco conquista il Giappone grazie alla distribuzione di cabinati arcade meccanici, flipper, videogiochi e coin-op in versione upright e cocktail, espandendosi a tal punto da conquistare anche l’estero. Masaya Nakamura, coraggiosamente, decide di aprire nuove filiali a Hong Kong e persino nel ricco territorio della California, negli Stati Uniti. Il periodo florido di ricchezza commerciale dei nuovi territori aiuta parecchio l’espansione, ed i prodotti per l’intrattenimento della casa giapponese riscuotono un enorme successo. Dopo questo primo passo alla conquista del Nord America Masaya Nakamura decide che è arrivato il momento di fondare una vera e propria nuova società. Ecco quindi che arriva la fiammante e grintosa Namco America Inc. Il primo titolo prodotto da questa società è l’arcade Gee Bee, ideato e programmato nel 1978 da un giovane artista ancora sconosciuto, Toru Iwatani, che due anni dopo raggiungerà la massima fama grazie al suo titolo più famoso. Il gioco è uno strano ibrido tra flipper elettronico e gioco di abilità che riscuote un discreto successo sul mercato.

Una schermata di Gee Bee, il titolo arcade che vede il debutto di Namco nel mondo dei videogiochi, con la firma di Toru Iwatani, futuro autore di Pac-Man.

 

Retro Legend #03, l’arrivo di PAC-MAN, il simbolo più celebre di Namco

Dopo il debutto nel settore videogiochi la società di Masaya Nakamura miete un successo dietro l’altro, nel 1979 arriva Galaxian, un vero e proprio clone enanched di Space Invaders, realizzato l’anno prima da Tomohiro Nishikado per Taito Corporation, che contiene delle trovate uniche che lo rendono un grande classico del settore. ma è solo nel 1980 che Namco lancerà il secondo titolo ideato da Toru Iwatani, quel PAC-MAN che le aprirà per sempre le porte del paradiso, facendola diventare una delle più importanti software house del settore. PAC-MAN è un titolo geniale, che scopre un mercato completamente nuovo. Grazie ad esso il pubblico femminile inizia a giocare con i videogames, per merito anche delle scelte grafiche carine ed accattivanti del titolo, oltre a lanciare un messaggio pacifista. Nel gioco, infatti, non si spara mai, e il tasto FIRE è del tutto eliminato. Per contro la scelta di liberare la mano era dovuta alla necessità commerciale di far tenere in mano un pacchetto di patatine al giocatore, che in quel modo avrebbe consumato del cibo dalle macchinette automatiche mentre giocava, eppure questa idea renderà il titolo immortale. In pochi sanno che il nome PAC-MAN è stato scelto proprio da Masaya Nakamura, che ha voluto applicare l’onomatopea Paku-Paku, ovvero mangia-mangia, che è la traslitterazione della chiusura ed apertura delle labbra mentre la bocca ingurgita del cibo. Originariamente in verità il nome scelto era Puck-Man, ma la scelta, col senno di poi, si rivela sfortunata, perchè negli Stati Uniti viene spesso storpiata in Fuck-Man, creando imbarazzo ed ilarità nelle sale giochi nordamericane… ed ecco che nasce la variante più sicura PAC-MAN.

La celebre schermata di gioco di PAC-MAN, un maze game che è rimasto per sempre nell’immaginario collettivo come simbolo stesso del settore, e degli anni ottanta.

 

L’esplosione di Namco tra gli anni ottanta e novanta

Namco negli anni ottanta produce diverse opere che scrivono la storia del settore, come Bosconian, nel 1981, o Galaga, il seguito ancora più complesso di Galaxian. Nel 1982 arrivano Dig Dug, un altro indimenticabile maze game dove si scava nel terreno, Xevious, uno sparatutto a scorrimento ideato da Masanobu Endo, ed il terzo titolo firmato Toru Iwatani, Pole Position. Dopo titoli tutto sommato tradizionali, ecco che nel 1983 Masaya Nakamura da il via libera alla sperimentazione più estrema, ed arrivano sul mercato titoli oggi di culto come Phozon, bizzarro titolo basato sugli atomi dove il misterioso elemento Chemic deve unirsi alle molecole Molek per duplicare esattamente gli schemi cellulari proposti dal gioco, o Mappy, un platform basato sull’eterna lotta tra gatti e topi. Nel 1984 arriva un altro titolo a firma di Masanobu Endo, il gioco di ruolo The Tower of Druaga ancora oggi citato come esempio di game design. Moltissimi i titoli proposti dalla casa negli anni a venire, e citiamo solo, tra tutti, Splatterhouse del 1988 e la saga di Tekken che, dal 1994 ad oggi, è tra le più amate del settore. I titoli delle origini sono oggi di culto, e sono ristampati di continuo in collezioni fisiche come Namco Museum ed anche in digitale. Nei primi anni novanta Namco si buttan anche nel settore delle produzioni audiovisive e dei cartoni animati, acquistando nel 1993 lo storico studio Nikkatsu Corporation, vero punto di riferimento storico per le televisioni giapponesi. Nel 1999 Masaya Nakamura è coinvolto in prima persona nella fondazione di una nuova software house nipponica oggi di culto, ovvero Monolith Software

Phozon è uno dei titoli più strani mai creati nel settore. Il gioco, fortemente voluto da Masaya Nakamura stesso, cerca di lanciare il messaggio che la scienza possa essere divertente, coinvolgendo la chimica in un puzzle bizzarro ed indimenticabile.

 

La fusione con Bandai, partner storico di vecchia data

La figura di Masaya Nakamura nel decennio successivo diventa sempre più importante, al punto che viene messo alla direzione dell’importante realtà nipponica Japan Amusement Machine and Marketing Association (JAMMA) nel 2002. Poco dopo, nel 2005, Masaya Nakamura vede la fusione della sua società con il colosso dell’intrattenimento Bandai , produttore di action figures e videogiochi egli stesso. La collaborazione tra le due case risale in realtà già ai primi anni ottanta, ed è legata proprio all’indimenticabile PAC-MAN, poiché attorno esso viene realizzata una corposa linea di merchandising, con magliette, pupazzetti, peluche ed accessori di ogni tipo dedicati ai personaggi del videogioco, che invade letteralmente il mercato, per la prima volta, creando un filone commerciale, ovvero gli oggetti derivati dai videogiochi, ancora oggi molto florido e attivo. La nascita del gigante Bandai Namco riesce a dare nuova valorizzazione ai vecchi classici del settore ideati nei primi anni ottanta, che oggi, in tempi moderni, sono spesso oggetto di remake e riedizioni. Trovate il sito della divisione europea del colosso in questa pagina. Nel 2007 lo stesso PAC-MAN si evolve e diventa PAC-MAN Championship Edition, una versione progettata apposta per i campioni del titolo, che è l’ultimo gioco ideato da Toru Iwatani. Il game designer abbandona poco dopo il settore per dedicarsi all’insegnamento universitario. Nel nuovo millennio Bandai Namco occupa un posto di rilievo nella produzione di titoli tripla A mescolando spesso franchise provenienti da diversi media e creando un multiverso degno della Marvel, con produzioni di ogni tipo legate a franchise di culto come Dragon Ball, Gundam o Sailor Moon, oltre che titoli originali quali la serie ruolistica Tales Of. Dopo aver guidato la società anche in età avanzata Masaya Nakamura ci ha lasciati timidamente il 22 gennaio 2017, e Bandai Namco Holding ha dato la notizia dopo circa una settimana dalla scomparsa. Un personaggio decisamente importante dunque, il protagonista di Retro Legend #03. Ci lascia un grande personaggio, un sognatore che ha sempre voluto guardare al futuro e che ha dato tantissimo al mondo videoludico.

Le puntate della rubrica Retro Legend:

Retro Legend #01: Nolan Bushnell il padre dell’industria (LINK)

Retro Legend #02: Ed Logg il creatore di Asteroids (LINK)

Retro Legend #03: Masaya Nakamura il fondatore di Namco (pagina attuale)

 

 

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.