Quand’ero ancora molto piccolo, su Italia 1 andava in onda una serie tv intitolata Relic Hunter. Produzione canadese non esattamente indimenticabile nella storia televisiva, con protagonista una dirompente Tia Carrere nel ruolo dell’archeologa e cacciatrice di reliquie Sidney Fox, per me fu amore a prima vista. Non perdevo un solo episodio e entro il termine della prima stagione avevo maturato il proposito di diventare un archeologo, un sogno che mi avrebbe accompagnato fin quando non scoprii che, per la maggior parte del tempo, gli archeologi veri spazzolano scavano sotto il sole cocente e spazzano via la terra con i loro pennellini. Da quel giorno ho messo da parte Tia Carrere e le sue imprese, fino al momento in cui ho avviato Phantom Abyss per la prima volta. Il mio pensiero è volato subito a Relic Hunter, e anche a tutti gli altri ricordi d’infanzia che, in un modo o nell’altro si riconnettevano al mondo dell’avventura, delle rovine antiche e dell’archeologia. Come le partite interminabili a Tomb Raider 2 e gli inossidabili film di Indiana Jones.
Ci sono un po’ di tutte queste suggestioni all’interno dei Phantom Abyss, questo rogue-like sviluppato Team WIBY ed edito Devolver Digital che, pur se ancora in fase di early access, si è rivelato essere già un titolo di grande qualità, in grado di intrattenere, divertire, e sfidare le capacità dei giocatori, spinti ad affrontare ambienti sotterranei sempre cangianti e molto sfidanti, in una corsa a perdifiato tra una selva di trappole e pericoli che non sempre vediamo arrivare.
Phantom Abyss: al servizio di un dio azteco
La trama di Phantom Abyss non è particolarmente complessa: avventurieri alla ricerca di gloria e fortuna, siamo finiti intrappolati in una dimensione crepuscolare in compagnia di un antico dio azteco, in grado unicamente di parlare attraverso la sua statua di pietra. L’unico modo per fuggire da questo folle mondo è quello di ritrovare tutte le reliquie che permetteranno alla divinità di liberarsi e di riportarci con lei nel nostro spazio tempo.
Tuttavia catturare le reliquie di cui abbiamo bisogno potrebbe non essere così facile come crediamo. Armati soltanto di una frusta (un dettaglio che è un palese, smaccato, eppure magnifico richiamo a Indiana Jones) dovremo cercare di farci largo in un inclemente dungeon ricco di trappole, trabocchetti, chiavi nascoste e pericoli, cercando di arrivare fino in fondo con tutte le ossa al loro posto. Un compito molto più difficile di quanto possa sembrare, perché al labirinto “piace cambiare”. Ogni volta che la nostra run si conclude prematuramente infatti, il nostro fantasma rimarrà a infestare quello specifico sotterraneo, senza che noi possiamo più farci ritorno. La mappa cambierà, e poi cambierà di nuovo, e poi di nuovo, e poi ancora. Rimodellandosi, spostandosi, mettendoci di fronte a nuovi intrighi, nuovi trabocchetti, nuove trappole da superare.
Va detto comunque che Phantom Abyss non vuole mettere in difficoltà il giocatore tanto per il gusto di farlo: la strada è sempre ben segnalata (anche dai madreperlacei fantasmi degli altri giocatori), le trappole sono ben visibili e si illuminano prima di attivarsi, permettendo ai giocatori con una capacità di reazione sufficiente di evitare una triste fine. Questo aspetto, unito all’assenza, quasi programmatica, di qualsiasi scena sanguinosa o gore, rendono il nuovo titolo di Devolver Digital estremamente family friendly, e adatto a giocatori di tutte le età.
Phantom Abyss: l’agilità è tutto (o quasi)
Nonostante il gioco si basi sull’evitare trappole e meccanismi vari, la parola chiave per questo titolo è velocità. Una volta presa la mano con i controlli infatti, diventerà sempre più facile e divertente correre attraverso i labirinti, evitando le trappole con stile, schivando e scivolando, e unendo al tutto anche qualche colpo di frusta ben assestato per utilizzarne l’effetto rampino. Insomma un vero e proprio parkour tra le trappole del tempio azteco, che potrebbe pagare dividendi, ma anche condannarvi a una morte atroce, in fondo a un baratro senza fine o impalati, o decapitati o schiacciati (rigorosamente senza sangue però, lo abbiamo detto). Purtroppo, a livello di fluidità dei movimenti, siamo ancora lontani dalla spettacolarità di titoli come Assassin’s Creed, Prince of Persia o lo stesso Tomb Raider, ma ovviamente non è quello l’obiettivo di Devolver Digital, senza contare che il gioco è ancora in fase di sviluppo e potrebbe esserci spazio per simili evoluzioni.
Ovviamente, a facilitare leggermente il compito del giocatore avventuriero, intervengono i classici bonus, ottenibili grazie alle monete che si possono raccogliere durante il percorso, aprendo le casse nascoste o rompendo le anfore disponibili lungo la strada. Si tratta di power up importanti, anche se un po’ banali, poiché più andremo avanti all’interno del labirinto, più le difficoltà aumenteranno, e cominceremo a incontrare mostruose ostilità immortali e boss difficili da affrontare. L’aspetto più intrigante di Phantom Abyss però è la sua natura di multiplayer asincrono. Rarissimo che vi capiti di attraversare un labirinto ancora inviolato: a tenervi compagnia ci saranno quasi sempre i fantasmi degli avventurieri che vi hanno preceduto, che allo stesso tempo vi sfideranno a fare meglio di loro. Sarete all’altezza della sfida?
Reliquie in stile cartoon
Una delle particolarità che rendono Phantom Abyss un titolo così interessante è lo stile artistico con cui il gioco è stato concepito. A prima vista infatti i disegni fumettosi, che richiamano molto ai cartoni animati, sembrano fatti apposta per sottolineare l’intento family friendly del gioco, ma uniti a un particolare cromatismo scuro e offuscato, e a un comparto sonoro che rasenta la perfezione, riescono comunque a trasmettere un senso di tensione e di ansia.
Certo, il comparto tecnico non è ancora perfetto. Le animazioni non sono del tutto fluide, e c’è ancora qualche evidente problema alle telecamere, che si scuotono, e anche parecchio, durante certe azioni, causando nel giocatore un vago senso di disortientamento. Il gameplay non è ancora del tutto rifinito e pulito, ma non bisogna dimenticare che questo gioco è ancora in fase di early access. Ciò significa che Phantom Abyss ha più che abbastanza tempo per migliorare questi suoi punti deboli, rettificando i problemi e puntando forte sulle sue unicità, per poter consegnare ai videogiocatori una piccola perla roguelike come raramente se ne trovano.
Piattaforme: PC
Sviluppatore: Team WIBY
Publisher: Devolver Digital
Data d’uscita: 22 giugno 2021 (early access)
Semplice e lineare nella concezione e nello sviluppo, Phantom Abyss è un titolo che sa sorprendere e soprattutto, cosa tutt’altro che scontata, divertire, il che dovrebbe essere la base fondamentale a partire dalla quale giudicare un qualsiasi prodotto videoludico. Sfidante, ma mai impossibile, family friendly, ma non puerile, questo gioco non potrà fare altro che migliorare nel corso dei mesi, diventando un titolo irrinunciabile. Perché le ore, divertentissime, passate su questo gioco, vi potranno trasformare per un pochino in Indy, in Lara Croft e, perché no, nell’esplosiva Sidney Fox, protagonista di un Relic Hunter di tanti anni fa.