Retro Legends #05 ospita oggi il game designer Archer MacLean, un autore poco prolifico, ma che ha fatto dello stile britannico la sua firma, diventando un nome iconico del Retrogaming. L’artista digitale è ricordato principalmente per opere degli anni ottanta come Dropzone ed il dittico International Karate, ma è stato attivo nel settore fino all’inizio del nuovo millennio, rappresentando ancora oggi un modello di ispirazione anche per le generazioni attuali di sviluppatori videoludici. Nella quinta puntata della rubrica Retro Legends ricordiamo oggi il suo percorso creativo ed artistico lungo i suoi quattro decenni di carriera.

Retro Legends #05 L’artista e le opere
Archer MacLean nasce in Gran Bretagna il 28 gennaio 1962 e viene a contatto con il mondo dei videogiochi fin da ragazzo, appassionandosi in maniera viscerale soprattutto al mondo delle sale giochi britanniche, dove, verso la fine degli anni ’70, iniziano a vedersi i primi cabinati Arcade come quelli di ATARI e TAITO, tra cui spiccano PONG e Space Invaders. La passione è talmente tanta che, da completo autodidatta, inizia a studiare i diversi linguaggi di programmazione, inclusi il linguaggio macchina ed il BASIC. Col passare del tempo si iscrive, sempre più appassionato, ad ingegneria e si avvicina nel contempo anche al settore informatico, cosa che gli permette di specializzarsi maggiormente ed apprendere nuove nozioni di programmazione. In particolare trova lavoro presso una società informatica britannica che lo assume per l’assemblaggio dei computer NASCOM. Mentre studia ogni giorno per diverse ore i linguaggi di programmazione, crea dei primordiali cloni degli ultimi due titoli che lo hanno più colpito in sala giochi, ovvero proprio Space Invaders e Breakout di ATARI. Alla ricerca delle novità informatiche, in un periodo molto prolifico, inizia anche a frequentare tutte le fiere e manifestazioni britanniche di settore ed è proprio durante la visita alla Computer & Gaming Convention ospitata all’Alexandra Palace di Londra, nel 1979 che viene in contatto con un terminale dimostrativo dell’home computer Atari 800 su cui gira una conversione casalinga del titolo Star Raiders, che lo colpisce parecchio. Archer MacLean si innamora letteralmente delle eccezionali capacità della macchina, e conta i giorni della sua messa in commercio. Dopo ben due anni di attesa, nel 1981, il sistema viene finalmente rilasciato nel Regno Unito e l’artista ci passa giornate intere studiandone l’hardware e le possibilità creative. Tramite alcune conoscenze nel settore riesce fortunosamente a recuperare anche un importante libro di programmazione, rigorosamente fotocopiato, dato in dotazione agli ingegneri Atari negli Stati Uniti, il De Re Atari, ed inizia quindi a sperimentare una programmazione virtuosa, che spesso sfrutta i bug della macchina per creare cose tecnicamente innovative e che, teoricamente, l’home computer Atari non dovrebbe essere nemmeno in grado di realizzare. Tutto questo in maniera completamente amatoriale ed autodidatta, nel periodo degli studi universitari in ingegneria. Tutte queste sperimentazioni portano presto alla creazione di diverse demo tape che iniziano a circolare nell’ambiente indipendente. Di mano in mano questi lavori, parecchio virtuosi, finiscono in maniera quasi fortuita su una scrivania degli studi di sviluppo californiani di ATARI ed in quel momento dagli Stati Uniti parte una lettera di reclutamento per il giovane e promettente programmatore. Ebbene si, quasi come un sogno che si realizza, ecco che il brillante artista britannico viene assunto proprio dalla più importante casa di produzione videoludica del periodo. Siamo però nel 1983, e sfortuna vuole che nello stesso periodo sia intanto scoppiata la famigerata Grande Crisi del Settore dei Videogiochi, che comportata il crollo dell’industria statunitense, con ATARI in testa.
La sopravvivenza della filiale europea della casa, però, salva il rapporto lavorativo, pur in un ruolo diverso da quello inizialmente previsto, e permette ad Archer Maclean di realizzare, negli uffici di Atari Europe, il suo primo lavoro commerciale, ovvero lo splendido sparatutto Dropzone, ispirato ai grandi classici arcade tanto amati dall’artista, ovvero titoli del calibro di Defender, Scramble, Galaxian e Stargate. Peraltro il gioco viene mostrato al pubblico di nascosto in uno stand Atari durante una fiera a Londra. Questa presentazione (non autorizzata) fa conoscere il gioco ad un vasto pubblico, attirando la curiosità, non solo dei visitatori, ma anche dei grandi editori europei, in un momento in cui la stessa ATARI, per via della crisi, è un’azienda ormai parecchio ridimensionata. Il gioco viene infatti pubblicato nel 1984 da US Gold, ed incontra da subito un enorme successo, sia di critica che commerciale. Il titolo debutta sugli Home Computer Atari ad 8 Bit e viene poi convertito per NES, Game Boy, Game Boy Color e Game Gear. In seguito al lancio sul mercato di Dropzone, Archer MacLean, già parecchio noto nella scena indipendente britannica, acquisisce fama internazionale, ed inizia a lavorare a quello che sarà il titolo che gli darà maggior gloria, ovvero International Karate, datato 1985, gioco oggi di culto, basato su una fisica molto realistica e che viene convertito per i maggiori sistemi ad otto bit dell’epoca. Archer MacLean crea una vera e propria evoluzione del grande classico Karateka, ideato da Jordan Mechner nel 1984 e pubblicato da Brøderbund, gettando di fatto i semi per l’intero genere dei picchiaduro ad incontri. Il titolo viene pubblicato da System 3 nel 1985 in Europa e da Epyx in territorio statunitense, col nome World Karate Championship. Il gioco viene inizialmente ideato per l’home computer Sinclair ZX Spectrum, ma acquista la maggior fama l’anno successivo con il port per Commodore 64. Il gioco arriva anche su Amstrad CPC, Apple II, HC Atari 8-bit, MSX, Commodore 16 e PC DOS, oltre che sul sedici bit Atari ST, con una grafica avanzata realizzata da Andromeda Software. Gran parte del successo è anche merito della eccezionale colonna sonora firmata dal musicista britannico Rob Hubbard. L’enorme successo del titolo porta presto ad un sequel, International Karate +, datato 1987, che viene accolto ancora meglio dal pubblico, formando un dittico oggi indimenticabile.
L’affascinante tramonto di International Karate Plus è rimasto nel cuore di milioni di giocatori
Dai simulatori di biliardo alle ultime opere
Nel nuovo decennio l’artista cambia completamente genere ed esplora le simulazioni di biliardo, con Jimmy White’s Whirlwind Snooker, datato 1991. Il titolo arriva stavolta per i soli sedici bit, con tre versioni, Commodore Amiga, Atari ST, PC DOS e, solo tre anni dopo viene convertito per Sega Mega Drive. In quest’ultima edizione la colonna sonora è curata da un altro mito della game music, il musicista Allister Brimble. Il gioco, anche grazie alla fisica perfetta delle palle da biliardo, ed ad un innovativo rending grafico in tempo reale, diventa un must per gli appassionati del genere. Virgin Games, publisher del gioco, spinge parecchio per la presenza di un testimonial famoso, ovvero Jimmy White, ma la fama del game designer è ormai talmente alta che, di fatto, ruba la scena al giocatore di biliardo. L’opera successiva, datata 1992, porta infatti il nome dell’autore, ed esce sul mercato col semplice titolo di Archer MacLean’s Pool, disponibile solo per i tre computer del gioco precedente, e con le musiche di Michael Powell. La collaborazione col testimonial sportivo però continua, ed escono anche altri due giochi a lui dedicati, ovvero Jimmy White’s 2: Cueball del 1998 e Jimmy White’s Cueball World, tre anni dopo, sempre realizzati da Archer MacLean, che intanto fonda una sua società di sviluppo chiamata Awesome Developments. Il primo sequel arriva anche su sistemi di larga diffusione come PlayStation e DreamCast, il terzo episodio solo su PC Widows. In tempi più moderni è l’ora però di rispolverare i classici, ed ecco che il gioco simbolo dell’autore, rinnovato come International Karate 2000 e curato personalmente da Archer MacLean, arriva anche sui portatili Game Boy Color e Game Boy Advance, riscuotendo, ancora una volta, un enorme successo di pubblico. Come abbiamo detto in questa pagina il grande classico International Karate + è oggi giocabile anche online sul portale Classic Games Arcade, che trovate qui. Con la sua nuova società di sviluppo l’autore rilascia infine un nuovo titolo dedicato al roteante mondo del biliardo, nel 2004, Archer MacLean presents Pool Paradise, pubblicato da Ignition Entertainment per Nintendo GameCube, PlayStation 2 e PC Windows, dotato di una fisica all’avanguardia e supportato dalle musiche di Tom Davies. Un solo anno dopo arriva uno dei titoli più interessanti della sua carriera, il geniale puzzle game Archer MacLean’s Mercury, basato sulla fisica del metallo liquido e rilasciato per PlayStation Portable, con successive versioni per Nintendo Wii, con supporto WiiMote, PlayStation 2, PlayStation 3 ed Xbox 360. L’ultimo titolo sviluppato da Archer MacLean risale infine al 2009, Wheelspin, noto nel territorio statunitense come SpeedZone, un interessante gioco di corse a tema futuristico, giocabile in multiplayer fino a otto giocatori e rilasciato in esclusiva per Nintendo Wii. Oltre alla carriera di sviluppatore l’artista è celebre anche per aver collaborato con alcune riviste videoludiche di settore come Zzap! 64, Amiga User e Retro Gamer. Archer MacLean purtroppo ci ha lasciato recentemente, nel periodo natalizio dello scorso anno, ed il settore del Retrogaming ne ha pianto la scomparsa. Un vero pioniere per l’industria inglese che, da semplice appassionato di videogiochi, ha scritto alcune delle più belle pagine della storia videoludica.
PORTFOLIO
Dropzone (Atari 8 bit, 1984) designer, programmatore
International Karate (Spectrum, 1985) designer, programmatore, grafico
International Karate + (Commodore 64, 1987) designer, programmatore, grafico
Jimmy White’s Whirlwind Snooker (Amiga, 1991) designer, programmatore, grafico
Archer MacLean’s Pool (Amiga 1992) designer, programmatore
Jimmy White’s 2 Cueball (PlayStation 1998) designer, programmatore, grafico
Jimmy White’s Cueball World (PC Windows 2001) designer
International Karate 2000 (Game Boy Advance 2000) designer
Archer MacLean presents Pool Paradise (Nintendo GameCube, 2006) produttore
Archer MacLean’ Mercury (PSP, 2006) designer
Wheelspin (Nintendo Wii, 2009) produttore, designer
In queste pagine trovate le puntate della rubrica Retro Legends:
Retro Legends #01 : Nolan Bushnell (LINK)
Retro Legends #02 : Ed Logg (LINK)
Retro Legends #03 : Masaya Nakamura (LINK)
Retro Legends #04 : Charles Cecil (LINK)
Retro Legends #05 : Archer MacLean (pagina corrente)