Microvision: La Smith Engineering rivoluziona il concetto di Scacciapensieri

Progettato da Jay Smith, noto patrono della Smith Engineering, il Microvision fece la sua comparsa sul mercato nel 1979, segnando l’ideale inizio di quel processo produttivo che avrebbe portato allo sviluppo delle prime console portatili: ben lungi dal rivelarsi un “semplice” scacciapensieri, questo grazioso gingillo distribuito dalla Milton Bradley poteva essere infatti definito alla stregua una vera console “da viaggio”, con tanto di curioso slot per cartucce ed hardware dedicato.

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Lo chassis portante del Microvision si presentava come un unico grande slot per cartucce.

Sebbene, al giorno d’oggi, le sue specifiche tecniche possano sembrare cibo per puffi, il Microvision venne accolto come un vero prodigio della tecnica da chiunque avesse il pallino dell’elettronica: in tal senso, non soprende più di tanto scoprire che, a distanza di soli 5 mesi dal suo lancio, la Milton Bradley avesse registrato la vendita di ben 8 milioni di pezzi in tutto il mondo.

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Per certi versi simili alle batterie dei cellulari di inizio anni 2000, le cartucce dei giochi andavano applicate allo chassis del Microvision come fossero dei mascherini a incastro. Ogni cartuccia presentava colori e Monicker differenti, come pure il piccolo schermo LCD monocromatico dedicato.

I festeggiamenti legati alla conquista di un tale record, sarebbero in ogni caso durati poco; per quanto ingenti, i guadagni maturati dalle vendite dell’hardware venivano infatti vanificati con puntualità dall’eccessivo costo di sviluppo dei rispettivi giochi, il che spiegherebbe anche come mai, all’alla fine del 1981, il sistema  potesse contare su un parco titoli limitato a sole 13 produzioni…

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(1981). Le prestazioni visive dei titoli Microvision non si discostavano troppo da quelle dei primi titoli destinati al mercato dei Cellulari, quali Snake e Tetris. Nel dettaglio un’immagine tratta da Blockbuster (1979), palese clone del più noto Breakout di Atari.

Sfruttando con cinica lungimiranza l’endemico verificarsi di odiose alterazioni visive degli schermi LCD della console dopo periodi di usura relativi la compagnia statunitense decise così di staccare la spina all’intero progetto e attendere il momento propizio per ritornare in scena. Quanto a Jay Smith, la fine dell’avventura Microvision avrebbe segnato l’inizio di un nuovo, straordinario viaggio vettoriale. Pochi mesi dopo la Smith Engineering ultimò infatti la realizzazione del mitico Vectrex.

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Per interagire coi giochi occorreva armeggiare con l’apposita manopola analogica montata sulla parte inferiore della console.

IN VIDEO

Godiamoci ora lo spot ufficiale del Microvision in tutto il suo fascinoso retrogusto vintage…

https://www.youtube.com/watch?v=eRqYa6yL8Jk

Nato e cresciuto sulle pagine di Game Republic dove ha diretto per generazioni la sezione Time Warp, Gianpaolo Iglio ama il retrogaming e lo considera una seconda vita. O una seconda amante. Ha scritto un libro sulle avventure Sierra e insegna Game Journalism e Storia del Videogame alla VIGAMUS Academy con Metalmark.