Wonder Boy Asha in Monster World segna il grande ritorno sulle piattaforme moderne di un classico senza tempo degli anni novanta, che, dal suo debutto, datato 1994, ha avuto un enorme successo sul sedici bit SEGA Mega Drive, inserendosi, a modo suo, in una saga blasonata, quella di Wonder Boy, che ha conosciuto vie molto diverse nell’approccio al plaftorm-adventure classico. Il titolo originale scelse la via della semplicità, rinunciando a complesse meccaniche ruolistiche viste in precedenza. Ora questo remake lo ripropone praticamente nudo e crudo, con un motore grafico tridimensionale usato per realizzare un mondo in cel-shading con grafica 2,5D evocativa ma spesso semplicistica.
Wonder Boy Asha in Monster World: dal 1994 al 2021 poco è cambiato
Annunciato nell’agosto dello scorso anno, come abbiamo detto in questa pagina, il titolo realizzato da ArtDink arriva finalmente tra noi! Alla realizzazione hanno collaborato SEGA, Lat, Artdink ed ININ Games, per un titolo molto atteso dagli amanti del Retrogaming, ed in particolare dai fan storici della blasonata saga di Wonder Boy, classe 1986, che ha però la sfortuna commerciale di uscire dopo due pezzi da novanta della stessa famiglia, stiamo parlando, per chi se li fosse colpevolmente persi, di Wonder Boy: The Dragon’s Trap (remake di Wonder Boy III) e dell’eccezionale Monster Boy and the Cursed Kingdom, diventati in poco tempo di culto presso la comunità retrò. Un nuovo remake si affaccia sul mercato, ma purtroppo è il remake di un titolo che, già negli anni novanta, era stato criticato per le sue scelte conservatrici. Wonder Boy Asha in Monster World, dopo una evocativa introduzione in stile classico di Guerre Stellari, con parlato giapponese, ma localizzazione sottotitolata in italiano, ci accoglie nel suo mondo splendente e colorato. La bellezza del modello poligonale in cel shading della protagonista è indescrivibile, pare di tornare davvero ai bei tempi andati. Si comincia da Estafan Village, come nel classico, con l’incontro del padre di Asha ed una serie di dialoghi abbastanza superflui ci si immerge nel pieno del gioco, seguendo pedissequamente l’intero titolo originale. Il concetto di “remake fedelissimo” è stato decisamente preso alla lettera dagli sviluppatori di Artdink. Nel gioco si è sempre in un continuo equilibrio tra reminiscenze classiche, specie per chi conosce a memoria ogni singolo passaggio di Monster World IV, e piccole novità inconsuete. Ma perché si chiama Monster World IV se è il seguito di Wonder Boy, chiederanno i meno avvezzi con le serie classiche? In realtà la saga di Wonder Boy, nel 1987, presenta una serie di spin-off in cui alcune contaminazioni ruolistiche che si andavano ad unire alle meccaniche da platform puro, come era infatti il capostipite della saga. E se siete curiosi di conoscere l’originale, una piccola sorpresa vi aspetta, ma ne parleremo in seguito. L’idea di riprodurre fotogramma per fotogramma il titolo originale è senza dubbio rispettosa e storicamente valida, però, dal punto di vista puramente giocoso, introdurre qualche novità, o limare le imperfezioni originali, sarebbe stato gradito sicuramente dal pubblico. Certo, si può salvare in ogni momento, a differenza del gioco del 1994, ma questo è senza dubbio praticamente un atto dovuto, per il pubblico odierno. Ed a dirla tutta pure per gli attempati retrogamer, che ormai cominciano ad avere i riflessi meno celeri dei bei tempi andati. Non mancano infatti simpatiche scenette in stile Donkey Kong Country, opera cult di RARE del 1994 per Super Nintendo, in cui nonno Cranky Kong parlava dei cari e vecchi giochi di una volta! In Wonder Boy Asha in Monster World Il Saggio del Villaggio prende il giro le nuove generazioni, con frasi di scherno tipo “ora puoi salvare in ogni momento. Le cose sono davvero comode ore eh? Ho ho hoo!” Ed il momento è davvero divertente, soprattutto perché è proprio vero! Giocare al veccho titolo Monster World IV di Westone del 1994 su SEGA Mega Drive costava spesso notti insonni cercando di sopravvivere senza salvataggio ad ogni passo!
Dove invece lo sviluppatore non si è risparmiato è il comparto sonoro, che prevede un riarrangiamento completo della colonna sonora originale, già bella all’epoca, ma ora in forma smagliante. Spesso gli stage annunciano il titolo del loro brano, con una piccola nota e la scritta “Main Theme”, ad esempio, un tocco di classe che una serie di culto come Wonder Boy può decisamente permettersi. Peccato non poter avere una opzione per suonare le varie tracce in modo indipendente. Per il resto il titolo non stupisce mai, mantenendosi sempre su toni minimalisti, con livelli ripetitivi ed un level design che, per l’epoca sicuramente era valido, ma che purtroppo è invecchiato abbastanza male. Il gioco è un platform adventure classico e veramente godibile, sia chiaro, ma manca di quella marcia in più di uno Shantae, per citare un titolo simile, o degli stessi parenti stretti nominati prima. Per fortuna si usa la croce direzionale, e non solo gli analogici, utili però per la corsa, più intuitiva. Per chi ama la cultura orientale i brevi dialoghi coi PNG (Paesani Non Giocanti) donano un tocco molto giapponese al titolo, ma senza appesantirlo troppo come in un classico J-RPG. Tutto si risolve, a livello di gameplay, nel trovare la chiave giusta per la porta chiusa, spesso molto vicina, o nel fare semplice scorta di cuori per non restare a secco per colpa dei tanti nemici disseminati nei livelli. Le macchinette distributrici di bonus, simili a quelle che c’erano nelle sale giochi anni ottanta, non mancano, ma avranno spesso costi elevati. Tra i nemici iniziali si nota già molta varietà, e spiccano ad esempio un lupo azzurro simile ad una sorta di Lupo Alberto malvagio, orchi giganti con un occhio solo, quasi ci commuoviamo con gli inziali Blob semplici ed infuocati, oltre che gli ormai iconici Funghi del Male, entrati nell’immaginario collettivo del Mega Drive e spesso citati nel mondo retrò. Ma non solo, mummie combattenti, esseri alati nocivi ed una notevole armata di mostri come opponenti, per non citare gli splendidi boss di fine livello, disegnati in modo magnifico. Peccato non avere un Bestiario dei nemici consultabile, come nei tanti RPG, o come in Castlevania: Simphony of The Night, ad esempio. Un summon acquisibile nei livelli avanzati si rivela invece poco utile, ed è più un orpello decorativo che altro.
Ai nostri tempi si contavano i Livelli di Parallasse…
Realizzato tramite il CRIWARE di CRI Middleware di Masao Oshimi, società che, peraltro, ha iniziato la sua carriera proprio sviluppando giochi per SEGA Mega Drive, il titolo offre uno splendido comparto audiovisivo con grafica 2,5D in cel shading e colonna sonora di alta qualità. Un remake puro e semplice, fin troppo fedele all’opera originale, che farà felici gli amanti del classico, ma che potrebbe, per contro, scontentare chi avrebbe desiderato qualche innovazione in più. Ma del resto il titolo si rivolge ad un target preciso, gli amanti del Retrogaming che amano rivedere i vecchi classici tanto amati sui sistemi moderni, con appena una pennellata di nuovo, ma non troppo, sia chiaro, pur di rispettare le opere originali. Il fascino del titolo risiede quasi tutto nella grafica in Cel Shading, sia chiaro, ed i piccoli particolari ne aumentano la bellezza, come gli animali scontornati, che danno un senso di profondità elevato. Ma il tutto spesso su livelli spogli o comunque molto ripetitivi, troppo simili a quelli originali, dove magari, anche qualche piccolo elemento estetico inedito, sarebbe stato molto gradito. Da vecchi utenti dei giochi 2D ci ritroviamo subito a contare i livelli di parallasse del titolo, come nei bei vecchi tempi passati, trovandone peraltro una decina. I LDP (livelli di parallasse) per chi non lo sapesse, sono variazioni prospettiche progressive che donano effetti di profondità ad una grafica in realtà completamente bidimensionale. Nemmeno la possibilità di giocare in modalità Facile o Normale, che offre una difficoltà simile al gioco originale, aumenta la longevità del titolo, poiché la sua risoluzione non richiede troppo impegno e può essere portato a termine nel giro di poche ore di gioco rilassato. Purtroppo a questo vanno aggiunte piccole carenze, nulla di epocale, sia chiaro, ma particolari che potevano essere sicuramente evitati. Piccoli errori di traduzione, ad esempio, a volte fuorvianti negli aiuti stessi, e poi quello che ci ha colpiti di più, un difetto abbastanza evidente. Durante i caricamenti appaiono i classici TIPS, ovvero i suggerimenti, che però spesso sfuggono alla lettura per la velocità dei caricamenti stessi. Un errore impossibile da non notare in fase di programmazione o beta testing, ma che è purtroppo rimasto nella release finale. Ambienti a volte spogli e ripetitivi ci accompagneranno sempre, ma del resto fedelissimi al titolo originale, ed alcuni momenti divertenti ma già fin troppo visti altrove, come Asha che sbadiglia in casi di inattività, un classico in stile Super Mario 64, per citare la concorrenza… L’interfaccia è semplice e funzionale, ed offre un comodo menu degli oggetti e, soprattutto, una decina di slot di salvataggio permanente, utilizzabile ovunque, che abbasserà la longevità, ma perlomeno ci aiuterà a concludere in fretta il titolo. Non mancano attimi di piacere, ad esempio il momento della prima offerta di preghiera, che fa apparire la prima Torre, quella del Silenzio, come sappiamo, è veramente esaltante, e ci introduce nel vero cuore del gioco, dopo il semplice livello iniziale di rodaggio. Ma il titolo è davvero consigliato ai soli amanti del Retrogaming, per giunta con piglio filologico. Per via della sua realizzazione piatta e molto tradizionale.
Le versioni del gioco, inclusa la MEGA Collector’s Edition
Wonder Boy Asha in Moster World è disponibile sia in versione solo digitale che in edizione fisica, proposta in mid price, sul mercato dal 28 maggio 2021, e per chi è veramente fan storico della saga ININ Games ha realizzato una notevole MEGA Collector’s Edition che offre ghiotti contenuti, con tanto di grafica in stile Mega Drive! Si inizia ovviamente col gioco, Wonder Boy Asha in Monster World con manuale a colori, una scatola da collezione con chiusura magnetica, che si unisce alla confezione tradizionale in plastica, un poster bifacciale, una carta geografica extralarge che contiene tutto il mondo del gioco illustrato finemente, ben due dischi di colonna sonora, versione Original e Remix, una Palla Squishie da collezione, uno Shikishi, un Libro d’arte dedicato al gioco, un Arcylic Standee, una divertente Calamita da frigo, uno Stamper ed una etichetta, tutto questo ben di Dio al modico prezzo consigliato di soli centotrenta euro. Trovate il sito ufficiale del gioco al seguente LINK.
Monster World IV, una ghiotta chicca bonus!
Per chi dovesse optare per la versione cartonata di Wonder Boy Asha in Monster World c’è una piccola sorpresa, ovvero il gioco originale in regalo, scaricabile gratuitamente dallo store. Una splendida iniziativa che farà felici i collezionisti amanti del Retrogaming. Monster World IV, in un codice da soli 37,8 MB c’è un mondo intero… Scaricabile in un minuto scarso, il gioco si basa su una emulazione di ottimo livello realizzata grazie al classico KGen, emulatore ideato nel 1997 da Steve Snake ed utilizzato dal publisher ININ Games, poiché SEGA, come sappiamo, ha iniziato ormai ad utilizzarlo per le sue realease retrò ufficiali. Davvero un bel riconoscimento per il suo autore. Monster World IV è il quarto spin-off della serie Monster World, derivata da Wonder Boy, e sequel diretto di Wonder Boy 5: Monster World 3, uscito nel 1991. Il titolo, sviluppato nel 1994 per Mega Drive , è rimasto confinato in terra nipponica fino al 2012, fino a quando è sbarcato per la prima volta in occidente, nel solo formato digitale, per Nintendo Wii, Xbox 360 e PlayStation 3. In molti, all’epoca, come in seguito, hanno considerato questo titolo un vero e proprio passo indietro rispetto al predecessore, poiché molte delle meccaniche ruolistiche del gioco sono state abbandonate, per un ritorno alle dinamiche più pure del platform-adventure. Il creatore del titolo è il leggendario Ryuichi Nishizawa, autore di Super Wonder Boy Monster World del 1987, da noi noto come Wonder Boy in Monster Land, capostipite della serie spin-off, con le indimenticabili musiche di Jin Watanabe. Se non lo avete mai giocato è una occasione unica per riscoprire un grande classico.
Piattaforme: PS4, PS5, Nintendo Switch, PC
Sviluppatore: ArtDink
Publisher: ININ Games, STUDIOARTDINK
Un titolo che gli amanti dell’originale del 1994 ameranno alla follia, ma che il resto dell’utenza PlayStation 4, la versione provata, dovrebbe prendere con le molle, poiché il remake offre molto poco di innovativo, fin troppo fedele al titolo originale, compresi alcuni difetti nei controlli o lievi imprecisioni di programmazione dell’epoca. Questo farà felici i filologi puri, è ovvio, ma se non siete fan di lunga durata della blasonata saga di Wonder Boy ricordiamo che le valide alternative recenti, ovvero Dragon’s Trap e l’eccezionale Monster Boy, ma se riuscirete a superare la realizzazione spartana e i piccoli difetti strutturali, il titolo saprà donarvi diverse ore di puro divertimento vecchio stile.