God of War Ragnarok: quando il mancato annuncio della data fa mandare foto osceni alle sviluppatrici

God of War Ragnarok

Diversi leak dei giorni scorsi davano praticamente per certo l’annuncio della data d’uscita di God of War Ragnarok entro la fine di giugno. Giugno è passato e la data non è ancora stata svelata: lo stesso creative director del gioco, Corey Balrog, aveva chiesto di aver pazienza in merito, e che la data sarebbe arrivata il prima possibile.

Ma si sa, internet può diventare facilmente un ambiente contorto, e il mancato annuncio di una data può far portare alcune persone a mandare foto di peni alle sviluppatrici del gioco. Questo è infatti quanto denunciato via social da parte di Estelle Tigani, cinematic producer del nuovo gioco con Kratos, facendo capire che non è mandando foto di peni che rivelerà la data d’uscita del gioco. Queste le parole precise, tradotte. Più sotto il suo tweet.

Suggerimento: inviarmi foto di cazzi chiedendo la data di uscita di God of War Ragnarok non mi farà rivelare la data di uscita.

Alle persone che lo stanno facendo, quando mai ha funzionato con voi?!

con tanto di gif di Micheal Jordan che aggiunge un “Stop it”, “Get some help”.

 

Replica anche di Balrog, che non ha potuto far altro se non scagliarsi contro chi si è messo ad inviare foto del genere, sottolineando di come chi lavora fatica per portare un prodotto da far gustare ai giocatori. E ad avere del rispetto.

Mi state prendendo per il culo con questa storia???

Non posso credere di doverlo dire, ma non inviate foto di cazzi a nessuno di questo team, o a chiunque in questo settore.

Si stanno facendo il culo per fare qualcosa per farvi divertire.

Mostrate un po’ di fottuto rispetto.

Lo stesso Balrog ha poi pubblicato un altro tweet in cui risponde a chi punta il dito contro the Snitch e Jason Schreier per aver detto che sarebbe arrivato l’annuncio, quando poi non è arrivato. Per Balrog non bisogna incolpare nessuno, semplicemente si deve fare un passo avanti e trattare le persone con rispetto.

la risposta non è trovare qualcuno da incolpare o su cui concentrare l’odio. forse basta fare un passo avanti e trattare le persone che producono le cose che amiamo con un po’ di decenza umana e di rispetto.

Questa non è una battaglia, non siamo in guerra. Stiamo solo cercando di fare + cose per divertirci insieme.❤️

Ricordiamo oltretutto che questa vicenda arriva appena dopo ciò che è successo a Ron Gilbert con Return to Monkey Island, che ha preso la decisione di non scrivere più nulla sul suo blog riguardo al gioco, dopo aver ricevuto un ondata di commenti tossici.