Vermintide 2 supera il primo episodio e lancia Fatshark nell’olimpo

Fatshark non è mai stata così vicina a Sigmar come con Vermintide 2. Questo secondo episodio ha determinato per Fatshark un guadagno già adesso superiore a quello ottenuto dal primo in due anni.

Ottimista Martin Wahlund, CEO di Fatshark che ha prospettive ancor più rosee per le versioni Xbox e PS4 previste entro l’anno. Il motivo del successo? non solo le concrete migliorie apportate dagli sviluppatori al sistema già ben rodato con una entusiasmante modalità co-op ma anche il fattore sequel, che oltre a nuova utenza, conferma i veterani del primo episodio.

Non ultimo, conclude Wahlund, il contributo importante degli streamers e dei media, senza escludere il vecchio passaparola: elementi decisivi per la (per quanto ancora?) piccola Fatshark, partita con poche risorse per il marketing e la pubblicità.

Allinea ben presto il suo battito cardiaco agli 8-bit Sega. Passa a 16 con i primi amori e un Mega Drive. Vive ai tempi della Bastiglia videoludica, quando Sony lancia Playstation e riscrive le regole del gioco. Si perde come uno di sedici milioni di pixel, ma con indubbia risoluzione, fra le nebbie dell'Avalon universitaria de La Sapienza. Ascende le vette d'Abruzzo anche per vagheggiare dall'alto i campi di battaglia di Total War, quando, dopo più di un pc, ritorna, più vecchio e famelico, alle meraviglie della nuova era videoludica. Esordisce su Gamesvillage con lo schianto del grifone di Karl Franz, simulandone il peso ma non la solennità.