The Last of Us: Part II, tra tanto stupore e qualche perplessità

The Last of Us Part II DICE Awards 2021

Il Mondo non smetterà mai di andare avanti! L’umanità non si arrenderà mai! Dove c’è una fine, c’è sempre un nuovo inizio! Sembrano essere questi i propositi di The Last of Us: Part II, uno dei protagonisti incontrastati della conferenza che Sony ha messo in scena in occasione dell’E3 2018. Una messa in scena davvero molto suggestiva, sia per la location utilizzata per presentare le novità relative al titolo di Naughty Dog, sia perché il sequel di The Last of Us è stato scelto come gioco d’apertura della conferenza. Il Mondo non smetterà mai di andare avanti, per l’appunto. Bastano un po’ di luci per creare l’atmosfera, della musica allegra, balli e un bicchiere di alcool. La nuova Ellie, ormai diciannovenne, sembrerebbe aver trovato una nuova comunità con cui andare avanti. Quel momento di beatitudine proposto nel trailer ci lascia con la bocca aperta, spalancata, tanto alto è il dettaglio grafico raggiunto dal nuovo motore grafico utilizzato dallo studio americano per realizzare il proprio titolo. La mascella ci si spalanca ancora di più nel vedere con quale nonchalance quelli di Naughty Dog non si son fatti alcun problema nel confermare le tendenze sessuali di Ellie, che ricambia molto profondamente un bacio datole da una sua compagna. Ma quel bacio riporterà la protagonista del survival horror in quello che è il Mondo reale!

La sequenza si trasferisce infatti in quello che è il primo gameplay di The Last of Us: Part II, gameplay che almeno in questo segmento perde di fatto la sua meccanica principale, ovvero la collaborazione tra due personaggi. Già, perché Joel è totalmente assente nell’intero filmato, ed Ellie si ritrova dunque da sola ad affrontare le insidie del Mondo post-apocalittico. Joel, però, non è l’unico a mancare nel gameplay: la sua assenza è accompagnata da quella dei Clicker e degli infetti, lasciando la scena al nemico forse più pericoloso dell’intero titolo, ovvero l’essere umano. L’impatto con il gameplay ci lascia di stucco: il livello grafico è incredibilmente alto rispetto al suo precedessore e pensare che le nostre console possano esplodere nel far girare il gioco non è pensiero tanto folle. Forse è per questo che in alcuni frangenti assistiamo all’apparizione di una lieve foschia, espediente che potrebbe aiutare il motore grafico a far fluire il titolo come si deve. Ellie potrà contare sul fatto di poter sfruttare l’intero ambiente circostante come “arma” contro i suoi nemici. Erba, fogliame, auto, muretti… tutti nascondigli buoni e utili per far emergere il comparto stealth del nuovo The Last of Us.

Ciò che però ci lascia leggermente perplessi sono le troppe sequenze scriptate presenti nel gameplay offerto da Naughty Dog, che in alcuni casi dominano fin troppo la scena. Inoltre, Druckmann ci aveva promesso nuove meccaniche di gameplay, meccaniche che in questo trailer emergono soltanto in parte, mentre fanno il loro ritorno l’arco, arma silenziosa che permette di abbattere i nemici senza farsi notare, le armi bianche con durata limitata e il sistema di crafting svolto “al momento”. Dunque, a parte l’impatto grafico positivo e un mondo di gioco che sembrerebbe essere il nostro vero alleato, al momento non possiamo dire con certezza quanto il nuovo The Last of Us sarà superiore rispetto al suo predecessore. Certo che il livello di “gore” e la spietatezza di Ellie ci fanno capire quanto la ragazza sia stata plasmata in maniera brutale in questi ultimi anni. Forse quello che le manca è qualcuno capace di dare un freno al suo odio verso il mondo intero.

La nostra Ellie sembrerebbe avere diverse reazioni rispetto agli avvenimenti che avverranno intorno a lei. Potrà rimuovere i residui delle frecce dal suo corpo, difendersi dagli attacchi ravvicinati con possibilità di schivarli, utilizzare bottiglie vuote per crearsi una via di fuga e recuperare oggetti utili dai cadaveri dei suoi nemici. Un esempio lampante di tutto ciò è visibile quando la ragazza abbatte un nemico, recuperando tutte e quattro le frecce in suo possesso. Possiamo dunque affermare che l’IA del gioco abbia fatto dei notevoli passi in avanti? Nì, perché come detto prima, non sappiamo quanto sia alto il livello di script nel gameplay proposto, che potrebbe essere stato “montato” ad-hoc in occasione del suo debutto, giusto per mostrare il suo potenziale e rimandando il gameplay vero e proprio al suo giorno di debutto su PlayStation 4.

L’assenza di Joel all’interno del trailer e del gameplay è un fattore che non deve essere sottovalutato. Protagonista del primo capitolo della serie, Joel dovrebbe essere presente anche in Part II, vista la sua apparizione nel reveal trailer del gioco, o almeno è quello che speriamo. Il gameplay sembrerebbe aver perso parte del suo vigore senza una spalla su cui poter contare, e il rischio di ritrovarsi “in solitudine” per gran parte dell’avventura potrebbe, a nostro avviso, gravare sulla qualità dello stesso gameplay, che potrebbe ritrovarsi incredibilmente più povero e avaro di soluzioni. Infine, non ci è dato ancora capire se The Last of Us: Part II sarà più “aperto” e meno lineare rispetto a The Last of Us, perché diciamoci la verità… quello che abbiamo visto ci fa ben sperare, ma è davvero troppo poco per permetterci di tirare le prime somme sul futuro della serie. Per adesso, allora, facciamo come Ellie e accontentiamoci di quello che abbiamo. The Last of Us: Part II promette tante luci all’orizzonte, ma sullo sfondo ci sono anche alcune ombre che solo il tempo potrà dirci se il gioco sarà capace di schiarire!

Il mio nome è Domenico, ma online in molti mi conoscono come TheRedDevil... sebbene per Facebook il mio soprannome sia "Auditore" e non posso nemmeno cambiarlo. Iniziato ai videogame con il mitico Atari 2600, oggi sono un "sonaro" (quasi) incallito, ma non ditelo in giro eh! Adoro i survival horror con o senza zombie... ma se dentro ci sono gli zombie è assai meglio! Ah, se non vi piace The Last of Us, sappiate che non possiamo essere in alcun modo amici!