Still There Provato dalla Milan Games Week 2019

Still There

Still There Provato | Per quanto sia passato parecchio tempo dal loro avvento e la tecnologia si sia esponenzialmente evoluta, le avventure grafiche sono ancora in grado di stupire. Still There è un indie 2D punta e clicca che abbiamo avuto l’occasione di provare alla Milan Games Week 2019, sviluppato dallo studio romano GhostShark Games. L’opera presenta una narrativa profonda focalizzata sulla psiche umana, accompagnata da contorti e complessi puzzle legati alla vita nello spazio.

Still There Provato: un rompicapo sulla solitudine dello spazio e dell’uomo

In questo titolo, il giocatore veste i panni di un’astronauta a capo di un faro spaziale, su cui vive in compagnia di un’intelligenza artificiale fuori di testa. Lo scopo del gioco è svolgere una serie di operazioni di manutenzione, che spesso richiedono di interagire con il complesso sistema della navicella oppure seguire delle istruzioni a schermo. Nel frattempo che compiamo il nostro dovere, ci vengono proposti degli scenari narrativi riguardanti diversi aspetti della vita del protagonista e del suo stato mentale. Nel complesso, Still There richiede una profonda immersione nella sua atmosfera per ottenere il massimo dall’esperienza, e non va trattato come un puzzle game leggero o semplice da approcciare.

Still There

Gli enigmi offerti hanno un livello di complessità piuttosto alto per un giocatore alle prime armi o disattento ai dettagli. A parte alcune veloci indicazioni dell’IA volte a farci imboccare la strada giusta, è compito interamente nostro scoprire la soluzione ai rompicapi, spesso nascosta in pagine di manuali, blocchi di pulsanti o precise sequenze di interazioni con l’ambiente. È necessario usare la testa, analizzare cautamente le informazioni a propria disposizione e stabilire dei nessi logici per completare le task, ed è richiesta una buona capacità di analisi e osservazione. Se si è ben attenti, si scopre in fretta che la spiegazione ai puzzle è spesso presente nella navicella e si può trovare con una ricerca paziente, senza perdere tempo a tentare la sorte decine di volte. Si ha raramente la sensazione che un passaggio sia insensato o forzatamente contorto, anche se bisogna ogni tanto convivere con il compito ingrato di esplorare a fondo dialoghi e interazioni alla ricerca di dati utili alla progressione.

Still There

Al centro della narrativa c’è il tema di ritrovare sé stessi, affrontare il proprio passato e trovare la forza di reagire. L’astronauta che il giocatore interpreta si è trovato di fronte a situazioni dolorose e ha cercato rifugio nella solitudine del faro spaziale, incapace di prendere le redini della propria vita. I dialoghi sfruttano diversi espedienti per aiutarci a comprendere la mente ferita del protagonista, come costringerci a scegliere l’opzione sbagliata di fronte ai bivi narrativi. Nel corso della storia ci troveremo di fronte a situazioni bizzarre, messaggi radio dal significato misterioso, discorsi strampalati e individui sociopatici che dovremo gestire per aiutare il nostro alter-ego a trovare la pace dei sensi e finalmente uscire dalla prigione di isolamento e incapacità di agire in cui si è rinchiuso. È evidente il tentativo di quest’opera di trattare temi così delicati e profondi in un modo che possa risultare sia coinvolgente che stimolante. Quanto visto qui a Milano è un’ottima partenza verso il raggiungimento di quest’obbiettivo, mentre per quanto riguarda il resto del percorso bisognerà aspettare la sua release.

Still There è un buon esempio di come la passione per i videogiochi e la voglia di raccontare argomenti come la psiche umana possano unirsi in un’opera unica, colma di rompicapi da risolvere e spunti di riflessione. Vi lasciamo il link alla sua Pagina Steam e, se siete interessati ad altri progetti italiani, non dimenticate di visitare la nostra sezione Anteprime con oltre 20 articoli sugli indie della Milan Games Week 2019.

Il fortuito incontro con una piccola cartuccia usata per Game Boy ha acceso la passione per i videogames in Lorenzo, al tempo ignaro ragazzetto con la passione per la narrazione. Non ci è voluto molto prima dell'entrata nel mondo del modding, seguita a ruota dagli esperimenti su GameMaker, un breve soggiorno su YouTube e infine l'investitura a Dungeon Master. I videogiochi hanno accompagnato Lorenzo durante tutto questo viaggio, sia come momento di relax e divertimento che come fonte di ispirazione. Adesso, la sua ultima tappa lo vede pienamente immerso nella scrittura giornalistica, nel frattempo che continua a coltivare il suo amore per le grandi storie.