Shenmue 3 | Quando il primo Shenmue fu pubblicato per Dreamcast, le riviste del tempo non furono indulgenti con lโopera di Yu Suzuki, entrata nella leggenda solo con la morte dellโhardware e con lโarrivo, praticamente postumo, del secondo capitolo. Per questo motivo, non ci stupiremmo se Shenmue 3, al netto di vesti stracciate e di una fortunata campagna Kickstarter lanciata dal palco dellโE3 nel 2015, subisse, per certi versi, lo stesso ed ingiusto destino. Dโaltro canto, nelle mani del pubblico e dei recensori, per una volta costretti a giocare senza particolari privilegi temporali, YS Net ha consegnato un titolo tuttโaltro che perfetto. Almeno secondo quei canoni moderni stabiliti, in primis, dalla stessa critica e poi dal mercato. Shenmue 3 appare irrimediabilmente vecchio. Vecchio tecnologicamente, vecchio nel ritmo, vecchio nei livelli produttivi ben lontani dalle esigenze di un pubblico โcoccolatoโ, in questi anni, da esperienze amichevolmente indulgenti verso il giocatore, sballottolato a destra e manca tra enormi mondi aperti belli da vedere e vuoti nellโanima. Pieni di cose da fare, in gran parte noiose. Ecco, Shenmue 3 รจ talmente vecchio che รจ una meraviglia per il cuore e la testa di chi, superando pregiudizi e campagne di odio, deciderร di godersi il momento. Un momento atteso per almeno 18 anni racchiusi, idealmente, in una mistica caverna della piรน periferica campagna cinese.
Sou desu ka
โIo capiscoโ. Capisco che la stessa esistenza di Shenmue 3 sia, tanto per citare il romantico Yu, un miracolo. Un prodigio. Un paradosso temporale impossibile da ignorare nellโanalisi critica del prodotto. Lโopera ultima di Suzuki gioca proprio col tempo, con gli anni e con i ricordi, apparendo praticamente perfetta agli occhi di una fan sfegatato, ma anche assolutamente anacronistica per il videogiocatore moderno.
Questione di budget, si dirร . Ed in parte puรฒ essere vero. Questione, soprattutto, di mirate scelte di sviluppo e di una direzione ben precisa, figlia della volontร di โregalareโ agli orfani della saga un vero seguito. Un vero Shenmue. Nel gioco, Ryo Hazuki รจ un 18enne di Yokosuka, una cittร del Giappone della prefettura di Kanagawa situata nella baia di Tokyo nella penisola di Miura. Una sera di fine novembre 1986, il ragazzo, di rientro a casa, scorge unโauto nera parcheggiata davanti al cancello. Lโinsegna frantumata del dojo del padre lo mette definitivamente sullโattenti. Quindi, lโincontro con Ine San, la governante di casa, che in lacrime supplica al giovane Hazuki di correre allโinterno. Il primo incontro con Lan Di resta uno dei momenti piรน toccanti nella storia del videogioco moderno. Lan Di rappresenta il nemico, ma anche il mistero, la chiave per comprendere la storia della famiglia Hazuki e, pure, la complessa trama intessuta da Suzuki sui temi dei valori, delle arti marziali e della vendetta. Proprio la grandezza dellโopera, imporrร una sorta di netta mozzatura della storia, tranciata sul piรน bello quando il nostro eroe, sulle tracce dellโassassino del padre e dellโassociazione criminale Chiyoumen, si dirige in Cina, location del seguito. La storia principale ruota attorno al mistero di due specchi, quello del drago e quello della fenice, ma anche attorno ad una misteriosa profezia che, alla fine di Shenmue 2, permette lโincontro tra il giovane Hazuki e Shenua, altrettanto misteriosa fanciulla apparsa in sogno a Ryo. Il secondo capitolo termina proprio con i due allโinterno di una grotta, di fronte alle riproduzioni dei due specchi e alla ricerca del padre di Shenua, scalpellino del villaggio di Bailu. Ecco, la fine e lโinizio, in questo caso, coincidono. Dopo 18 anni, la storia di Ryo riprende da qui, senza salti e senza tagli. Quasi che il tempo, sempre lui, non sia mai trascorso. Nรฉ per Ryo, nรฉ per il giocatore. Persino dai primissimi istanti di gioco, quando la coppia guadagna finalmente lโuscita dalla caverna e si incammina verso la casa di Shenua riprendendo quel lungo viaggio interrotto dal destino, risulta evidente la volontร di Ys Net nel mantenere lo stesso approccio. Volontร e necessitร , magari, che si fondono in un gran lavoro filologico mirato a non intaccare quasi mai il feeling del prodotto originale. Per una buona fetta dโutenza, Shenmue 3 รจ tutto sbagliato.
Il sistema di controllo affida al grilletto destro la corsa. Come in un racing, come in Shenmue. Una corsa che, pur presente, viene praticamente rinnegata dallo stesso Suzuki. La salute e quindi la resistenza di Ryo รจ limitata e correre vuol dire essere costretti, letteralmente, a tediose fasi di farming per lโacquisto di cibo, allโinizio davvero troppo costoso. Correre, insomma, fa male. Anche e soprattutto ad unโesperienza nata per essere vissuta con i suoi tempi, con il suo ritmo compassato. Tutto rotto, si diceva. Perchรฉ i dialoghi, la maggior parte, non sono mai โskippabiliโ. Persino quelli piรน inutili e ripetitivi. Vanno ascoltati o letti, in un claudicante ed inedito adattamento italiano, dallโinizio alla fine, pur non brillando per la qualitร della scrittura o della recitazione. Tutto rotto, sรฌ. Con una scelta del font e del menu, richiamabile attraverso il dorsale sinistro nella sua vetusta struttura, figlia, pure essa, di tempi passati e che credevamo di esserci lasciati alle spalle. Tutto rotto, con animazioni robotiche e volti inespressivi incapaci, di base, di restituire espressioni facciali convincenti. Tutto rotto, eppure tutto come un tempo, maledetto tempo, che accarezza e coccola sezioni del cervello sopite, ma ancora recettive. Perchรฉ poi, questa รจ la veritร , Shenmue 3 รจ meraviglia da vedere e da giocare. Non รจ merito dellโuso scolastico dellโUnreal Engine 4, per altro alle volte zoppicante nei movimenti di camera piรน rapidi, e neppure del feeling restituito dai controlli. Ancora una volta, e questo non possiamo dimenticarlo, la magia si nasconde nellโatmosfera, nei suoni e nelle luci. In quelle cartoline in movimento che sono i paesaggi della campagna e gli arredi degli interni, ricchi di minuzie che evitano la ripetizione. Soprattutto, la magia inzuppa quelli stessi difetti che smettono, mirabile dictu, di essere storture per mutare, piuttosto, in caratteristiche cercate, ricreate e volute. Un prodigio, per lโappunto.
I See
โIo capiscoโ. Capisco come, ancora una volta, Shenmue 3 rifugga ad una valutazione canonica. Un prodotto e unโopera il cui valore complessivo supera, di gran lunga, quello delle singole parti che la compongono. Da un punto di vista strutturale, il gioco abbraccia quasi la filosofia dei walking simulator, di cui รจ stato precursore, suggerendo un avanzamento ponderato della trama attraverso i dialoghi e lโinvestigazione. Eppure, in mezzo, cโรจ molto altro. Come un qualsiasi open world, altro genere in debito con la serie, il villaggio di Bailu prima e il porto di Choubu dopo offrono decine di attivitร secondarie. Il gioco dโazzardo, tra corse di rane e tartarughe, dadi e altre stramberie. Le sale giochi orfane dei cabinati Sega eppure, comunque, affascinanti. La pesca e la raccolta di erba, la legna da spaccare. E poi, quei combattimenti che rivendicano attenzioni esclusive da parte del giocatore, chiamato a metabolizzare, prima ancora che un nuovo system, alcune velleitร da Gdr tuttโaltro che raffinate.
Il โlivellamentoโ di Ryo avviene tramite lโottenimento di nuove mosse da potenziare con gli allenamenti per affrontare i nemici piรน forti e procedere cosรฌ nel gioco. Una sequenza a tratti estenuante, specie ai livelli di difficoltร piรน elevanti, che costringe il giocatore ad un grinding dโaltri tempi, neppure cosรฌ riuscito. Le problematiche legate al ritmo e alla successione di attivitร spesso troppo simili o semplicemente noiose, ancora una volta, deve perรฒ essere contestualizzata alla volontร di Suzuki di diluire lโesperienza, arricchendola di sensazioni quasi auliche da contrapporre ai combattimenti stessi. Archiviato il feeling da Virtua Fighter, irriproducibile per mere questioni produttive, Ys Net ha battuto una strada alternativa e persino originale. Addirittura plasmabile allโindole del giocatore chiamato, da una parte, a memorizzare decine e decine di combinazioni o, in alternativa, a sfruttare โscorciatoieโ capaci, una volta compresa la tempistica, di superare qualsiasi avversario con pochi tocchi e tante schivate. Un sistema che, a piรน livelli, sembra funzionare. Sembra, soprattutto, adatto a supportare la citata infrastruttura ruolistica comunque accennata. La complessitร dei combattimenti, ad ogni modo, fa da c contraltare alla disarmante semplicitร dei minigiochi. Si tratta, in ogni caso, di premere un pulsante al momento giusto o, appunto, di ripetere le sequenze di tasti a schermo come nel piรน classico dei Quick Time Event. Elemento, pure questo, introdotto da Shenmue ed esportato, negli anni, su altri lidi, in altre salse. Complessivamente, lโimpasto ludico, per quanto impolverato, rende le circa 30 ore necessarie per completare lโavventura principale,ย senza considerare il numero spropositato di attivitร e quest secondarie, piacevoli e relativamente varie per un gioco che punta tutto sulla densitร dell’esplorazione. Mai sugli spazi vuoti.
Io capisco
Io capisco. Capisco come la volontร sia piรน forte, รจ questo il caso, del mare di limiti oggettivi della produzione. Il mondo di Shenmue 3 non รจ vasto e neppure ampio. Le macroaree sono invece pregne, quasi compresse. Suzuki, maestro dโaltri tempi, ha disegnato il suo universo con oculatezza, infarcendolo di segreti morfologici da scoprire poco alla volta. Un sentiero mai battuto, un vicoletto nascosto dalle luci al neon, un meraviglioso belvedere da raggiungere passeggiando con la testa tra le nuvole. Tante e tante nuvole che, agli ordini di un meteo dinamico ma non troppo, puntellano i cieli del Guilin nelle loro diverse venature. I colori pastello ci restituiscono quelli azzurri intensi come solo Sega, ma anche sfumature rossastre e arancioni che dipingono i paesaggi e gli edifici. Shenmue 3, a dispetto della genesi, offre alcuni dei panorami piรน belli ed evocativi della generazione dove ogni elemento รจ sempre al posto giusto. Cartoline in movimento ricche di dettagli che, pur prive di Hdr, giocano con luci ora tiepide, ora calde. Spesso sature oltre il canonico e mai, davvero mai fredde. Una direzione artistica imponente e pure impotente, dove la poesia, innalzata dalla splendida colonna sonora, รจ rotta da una regia incerta nei dialoghi e poco coraggiosa nelle cut scenes. E ancora, impossibile sorvolare su un adattamento italiano a tratti imbarazzante. Piรน imbarazzante del doppiaggio inglese subito archiviato dalla controparte giapponese per un livello di recitazione, mal supportato dalle animazioni facciali dei protagonisti, comunque sempre lontano dagli standard acquisti dal media nellโultimo decennio. Ecco, dove Shenmue 3 pecca, piuttosto sorprendentemente, รจ nella narrazione, alle volte poco spirata e, ancora una volta, troncata sul piรน bello. Nulla di nuovo, per una storia mastodontica spalmata su diversi capitoli originariamente concepiti in un tempo lontano. Nella sua relativa povertร produttiva, insomma, Shenmue resta un progetto ambizioso e pure coraggioso, incapace, per genetica, di piegarsi alle logiche del mercato. Figuriamoci a quelle del tempo, nemico persino piรน coriaceo e meno indulgente di Lan Di.
Shenmue 3 รจ un capolavoro di emozioni, un prodigio di sentimenti. Un gioco che riesce, persino piรน dei suoi predecessori, a trasformare difetti oggettivi in pregi distintivi. Creato dai fan e per i fan, Shenmue 3 รจ lโopera di un artigiano del videogioco al servizio di un pubblico ristretto. Una nicchia di appassionati che adoreranno il gioco difendendolo, come prodi samurai, dagli attacchi esterni che certamente pioveranno. Shenmue 3 รจ unโanomalia, un prezioso paradosso. Un gioco adorabilmente vecchio da vivereย senza fretta, archiviandone gelosamente il valore tra i ricordi piรน belli. Shenmue 3 รจ amore pazzo e disperato. E lโamore, si sa, รจ impossibile da controllare. Impossibile da capire davvero.