The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited – Recensione

È passato più di un anno dall’uscita di The Elder Scrolls Online, il MMOPRG di Zenimax Online che ha avuto da un lato il pregio di pescare dal lore della saga di Bethesda, ma dall’altro di non riuscire a presentarsi al mondo con un’identità precisa. La formula del pagamento mensile è stata presto sostituita da quella tipica del buy-per-play vista in altri prodotti similari (come Guild Wars 2, per esempio), accompagnata da uno Store in game che propone item che per lo più si limitano a modificare esteticamente i nostri personaggi o consentono boost temporanei, utili solo per chi non ha voglia di star lì a grindare punti esperienza come se non ci fosse un domani. Al di là di questa basilare modifica, della correzione di molti bug e di una taratura del sistema economico, The Elder Scrolls Online non è stato oggetto di grandi scossoni e si è presentato sulle console ammiraglie di Microsoft e Sony come un porting diretto della controparte per PC.

STESSO GIOCO, STESSI PREGI, STESSI DIFETTI

In questa sede è assolutamente inutile spiegare da capo come sia impostato The Elder Scrolls Online. L’invito, prima di proseguire oltre nella lettura, è di dare una lettura veloce alla recensione che abbiamo pubblicato a suo tempo (e che potete leggere cliccando qui), ovviamente ritarandola e prendendo per buono quanto detto sopra in merito alla nuova formula di business model. La prima cosa da fare, dopo aver inserito il disco di gioco nella console, è scaricarsi una mole impressionante di aggiornamenti, la cui somma supera i 30 GB di spazio su disco. Gli update sono necessari sia per accedere ai server di gioco, sia per rendere tecnicamente decorosa l’esperienza in quel di Tamriel.

The Edler Scrolls Online Tamriel Unlimited[quotedx]il porting su console è stato effettuato tutto sommato in modo decoroso[/quotedx]Se avete già giocato la versione PC di The Elder Scrolls Online noterete come graficamente il porting su console sia stato effettuato tutto sommato in modo decoroso. Nonostante qualche calo sporadico nel frame rate, in particolare durante gli assedi, il gioco è sufficientemente fluido da garantire una buona fruizione, senza problemi di sorta. L’interfaccia è stata ripensata per gestire tutto via joypad, anche se già la versione PC era stata in parte impostata avendo in mente il futuro porting su console. A giovare della cosa è soprattutto il combat system, che continua ad avere problemi seri nella visuale in prima persona ma che in terza dà il meglio di sé proprio grazie a un’impostazione action che vive la sua epifania al momento di tenere in mano un joypad. Dopotutto, le abilità utili in combattimento non sono tantissime e nella maggior parte dei casi bastano quelle associate ai tasti principali del pad (se consideriamo tra questi anche i dorsali), coadiuvate da un menu radiale per l’uso veloce degli oggetti consumabili.

CHAT DI PROSSIMITÀ, COME LE MINE

Ciò che proprio non funziona nella versione console di The Elder Scrolls Online è il sistema di comunicazione, che prevede una sorta di chat vocale di prossimità al posto della classica finestra testuale. Questo fatto è foriero di almeno un paio di problemi. Il primo è sicuramente di natura linguistica: o conoscete bene l’inglese, o la comunicazione con gli altri giocatori (che spesso parlano biascicando slang di ogni tipo) diventa davvero difficoltosa. Il secondo, più pratico, coinvolge l’impossibilità di prendere contatto con avventurieri distanti, il che rende quasi impossibile trovare gente con cui affrontare le quest più dure sfruttando la componente social del gioco. Sarebbe stato intelligente affiancare questo tipo di comunicazione a voce con il più classico tastierino, magari tentando l’esperimento di una sorta di riconoscimento vocale che traduca le nostre parole in uno scritto all’interno di una chat comune. Capisco che implementare un tale sistema avrebbe richiesto un investimento non da poco, ma le cose, come sono messe ora, spiace dirlo ma non funzionano proprio.