Astro’s Playroom Recensione: scopriamo la nostra PlayStation 5

Astro's Playroom

Come oramai da prassi per tutte le nuove console di casa Sony, anche con la venuta di PlayStation 5 abbiamo avuto modo di poter vedere il nuovo capitolo dedicato alla serie di Astro Bot. Stiamo parlando di Astro’s Playroom, titolo sviluppato dal team ASOBI per la celebre compagnia giapponese.

Nel caso in cui non ne foste a conoscenza, ogni episodio della saga non ha continuità narrativa con gli altri. Ragion per cui anche i neofiti potranno affacciarsi alla franchise senza doversi preoccupare di aver perso il filone della storia. Non c’è bisogno di acquistare l’opera interattiva poiché è inclusa gratuitamente in ogni copia dell’ultima console next-gen della corporazione nipponica. Finalmente la nuova generazione dedicata al medium ludico è arrivata e noi di GamesVillage.it siamo lieti di presentarvi il primo titolo approdato con essa!

Astro’s Playroom: alla scoperta del nuovo DualSense

I più esperti già lo sanno, ma chi invece è nuovo al mondo PlayStation sicuramente si starà domandando perché Sony ha voluto pubblicare Astro’s Playroom. Innanzitutto, la società ha ben pensato di non lasciare i propri clienti a bocca asciutta, ecco perché un titolo da giocare sulla propria libreria di default di certo non ci fa’ male. Secondariamente, la nuova avventura del simpatico robottino è incentrata sul nuovo DualSense, il controller ufficiale di PS5.

Prima di iniziare la nostra partita verremo introdotti a tutte le feature che il gamepad innovativo ci offre. Partendo dalla semplice pressione dei tasti, arriveremo a scoprire il nuovo sistema di vibrazione, movimento e degli innovativi trigger adattabili. E non è tutto! Ovviamente, dovremo mettere in pratica tutti gli insegnamenti che ci sono stati forniti, e quale metodo migliore se non fruire noi stessi in prima persona di un’ottima avventura?

Sebbene la franchise di Astro Bot è stata, molto spesso, derisa per la sua leggerezza e le poche pretese viste in ogni avventura, ora dobbiamo ammettere che è il contrario! Astro’s Playroom porta con sé un livello di innovazione ed un potenziale di gameplay mai visto prima. La motivazione di ciò è dovuta al fatto che la software house ha deciso, giustamente, di utilizzare il pieno potenziale di tutte le funzioni del joystick.

ASTRO's Playroom

Ecco a voi la next-gen!

Dalle immagini è possibile scorgere alcune ambientazioni di Astro’s Playroom e le zone dai colori molto vivaci in cui siamo immersi sono in bella mostra. Tuttavia dobbiamo ammettere che un semplice fotogramma non riesce a fare giustizia al vero impatto visivo che l’avventura è in grado di fornirci.

Sebbene lo stile grafico utilizzato sia piuttosto cartoonesco, le tecnologie utilizzate per i contrasti e le illuminazioni sono di tutt’altra categoria rispetto a ciò che siamo abituati a vedere. Non c’é un supporto RTX, ma è innegabile di come la potenza di PlayStation 5 riesca ad imporsi maestosamente in tutta la nostra sessione. Essendo un platform 3D, la fluidità deve essere un elemento immancabile. Questo gli sviluppatori lo sanno, ed è proprio per questo motivo che in tutti i livelli non abbiamo riscontrato alcun calo di frame rate.

Astro’s Playroom è, chiaramente, una sorta di banco di prova attuo a verificare le performance di PS5 e ciò che è possibile fare con la macchina da gioco e tutti i suoi accessori. Nonostante sia paragonabile ad una demo, ammettiamo di aver gradito il nostro playthrough tra simpatici easter eggs e altri elementi concernenti il magnifico mondo PlayStation.

ASTRO's Playroom

L’omaggio al mondo PlayStation di Astro’s Playroom

La stessa Sony annunciò che Astro’s Playroom sarebbe stato un omaggio alla storia di PlayStation. E così è stato. Lo stesso hub di gioco ci sembra essere l’interno della nuova PS5 ed all’interno di ogni area di gioco troveremo riferimenti e componenti dell’amatissima macchina da gioco della corporazione giapponese.

Al completamento di ogni sezione verremo anche ricompensati con i cosiddetti Cimeli. Questi ultimi raffigurano alcuni oggetti che abbiamo avuto il piacere di osservare, e magari addirittura utilizzare, nella nostra carriera da videogiocatori. Tutto è costruito ad hoc per ricordarci di essere all’interno di un’opera sviluppata unicamente per dare un degno tributo ad uno dei protagonisti del medium che più amiamo. Ci è piaciuto di aver potuto incontrare nuovamente vecchi compagni di viaggio e, nel caso in cui vi siate affiacciati al mondo del gaming di recente, riscoprire alcune reliquie del passato. Astro’s Playroom rappresenta anche un ottimo modo per approfondire sulla storia di tutta la franchise creata dalla società asiatica e avere una chance in più per poter scoprire dettagli di cui non avevamo mai sentito parlare!

Un gameplay semplice… ma innovativo!

Sì, sappiamo di aver nominato il seguente paragrafo in modo ambiguo ma giuriamo di avere una spiegazione! L’abbiamo anticipato in precedenza, ma è così, Astro’s Playroom racchiude tutto ciò che è possibile trovare in un normale platform 3D. L’opera interattiva ha preso ispirazione dalla serie più conosciuta di Crash Bandicoot. A differenza della normale “ispirazione”, in questa avventura avremo molto da dire.

Indubbiamente, alcuni elementi sono tratti da videogiochi già esistenti, però sarebbe diminutivo soffermarci a definire Astro’s Playroom quasi ai livelli di una “copia”. Tutt’altro, l’invenzione dei ragazzi del team ASOBI è riuscita ad imporsi come una fruizione unica nel suo genere, letteralmente. L’unico modo per superare ogni livello è quello di sfruttare a pieno le feature offerte dal DualSense. Ci ritroveremo molto spesso a dover muovere fisicamente il pad avanti, indietro, destra, sinistra e chi ne ha più ne metta solo per scalare una parete. Se nel corso degli ultimi anni abbiamo notato un incremento dell’interazione, inscindibile dal Videogioco, con la nuova avventura del simpatico Astro Bot siamo arrivati a nuove vette.

Ci siamo ritrovati a dover compiere azioni e fornire input che in tutto il corso della nostra vita da appassionati non abbiamo mai completato. Attenzione, siamo consapevoli che i sistemi della realtà aumentata sono in grado di fornirci un grado di immedesimazione senza pari, però non è del tutto lecito in questo caso. Il sistema di coinvolgimento dell’esclusiva Sony è gestito in maniera tale da farci sentire un’unica entità con la console ed il suo controller, mentre i classici visori VR hanno lo scopo di renderci protagonisti di un mondo di gioco. Entrambi i device sono ottimi, ma è innegabile constatare che questa è la vera novità da next-gen!

Un titolo che si prende troppo poco sul serio

Non tutto è perfetto e, nostro malgrado, anche Astro’s Playroom rientra in questo detto. La fruizione, infatti, soffre del grandissimo difetto di non prendersi sul serio. Già, avete capito molto bene, è lo stesso videogioco a non puntare su sé stesso. Davvero un peccato, soprattutto se teniamo conto del potenziale offerta dall’avventura con il simpatico robottino.

La durata di un’opera interattiva non ne determina assolutamente il valore e ciò che può lasciare all’utente, ma c’é un limite. Mediamente, il titolo può essere completato in circa un’ora e mezza. Un tempo che, a nostro avviso, risulta troppo esiguo. Siamo pur sempre davanti ad un “campo di prova” però dobbiamo ammettere di essere rimasti insoddisfatti di non averne potuto gustare per più tempo. Anche con l’aggiunta di alcune sfide secondarie, il complessivo spendibile in un’esplorazione completa non supera le due ore circa. Proprio per questo motivo, noi di GamesVillage.it ci auguriamo del fatto che Sony ed i creatori di Astro’s Playroom prendano atto del fatto che la loro idea ha un’incredibile potenziale, il quale può essere tranquillamente scardinato dal mero ruolo di “demo introduttiva”.

Noi di GamesVillage.it abbiamo, tutto sommato, apprezzato la nostra avventura in Astro’s Playroom. Siamo dell’opinione di non ritrovarci davanti ad una fruizione che ha il mero ruolo di “banco di prova” per la nuova console PlayStation 5. A differenza, siamo rimasti entusiasti da tutte le nuove meccaniche che sono state introdotte all’interno del platform 3D. Peccato per l’incredibile difetto da parte dei responsabili di non aver preso la loro creazione con più serietà ed aver ideato più livelli e parti giocabili. Questi ultimi avrebbero reso la nostra partita più longeva e pregna di contenuti. Insomma, possiamo affermare con sicurezza di essere entrati nel pieno della next-gen. E se questo è solo il primo titolo che avremo modo di vedere nel corso degli anni a venire, allora non vediamo l’ora di scoprire cosa ci aspetterà in futuro!

Appassionato di videogiochi dalla tenera età di 5 anni, passando per diversi generi fino ad arrivare ai titoli eSports, coltivando una vera passione per la competizione e tutto ciò che la riguarda, soprattutto nell'ambito degli sparatutto in prima persona.