Armored Core VI Fires of Rubicon Guida: i nostri consigli per vincere sempre (o quasi) nel PvP

Armored Core VI Fires of Rubicon (qui la nostra recensione del gioco) è un ottimo videogioco single player, con una trama ben scritta, tantissime missioni con obiettivi, location e avversari sempre diversi da affrontare divertendosi un mondo. Il livello di difficoltà è ben calibrato, così come il potenziale del nostro mech e di quelli nemici che ci si parano contro. Proprio per questo, From Software deve aver pensato che il gioco avesse bisogno di un “post game” che prolungasse ulteriormente il soggiorno dei player nel loro ultimo titolo: cioè, una modalità PVP e una multiplayer cooperativa eccezionale. Non è ancora possibile, dato il poco tempo passato con Armored Core e con la modalità versus, definire la supremazia di un tipo di build sull’altra, o di un set di abilità specifiche rispetto alle moltissime sbloccabili tra attive e passive, comprese le nuovissime Assault Boost e le Mosse Stagger, che se sfruttate a dovere in combinazione con gli equipaggiamenti standard del nostro robottone vanno a definire un quadro di gameplay stimolante e molto più Skill Based di quanto pensassimo. Come dire che sì, avere un mech ben congegnato è il punto di partenza imprescindibile, ma se non si sanno menare le mani sul controller… non si andrà molto avanti in PVP (come del resto in PVE). Allora, per aiutarvi, abbiamo pensato per lo meno di darvi tre consigli molto importanti pur se generici riguardo l’esperienza multigiocatore “competitiva”, validi in assoluto sia che affrontiate 1 solo nemico nella modalità 1vs1, sia che preferiate i team da tre elementi delle 3vs3. Spoiler: sono comunque entrambe divertentissime!

Armored Core VI Fires of Rubicon Guida PVP

Finisci i tutorial!

Può sembrare banale, ma le imprese e le missioni “tutorial” non sono quasi mai la sezione più sfruttata nei videogiochi moderni, complice l’accessibilità che spesso li caratterizza, piuttosto che i pop up “obbligatori” che durante le prime missioni insegnano i rudimenti in poche, semplici righe, piuttosto che, banalmente, Internet: il gran maestro delle ultime generazioni videoludiche. Eppure, completare tutti i tutorial, opzionali s’intende, di Armored Core VI Fires of Rubicon è un’attività remunerativa su vari livelli e per moltissime ragioni, e che oltretutto non richiede né troppo impegno, né tantomeno troppo tempo per essere portata a termine con successo. Il primo “guadagno” ottenuto dalla sezione tutorial del menù nell’hangar principale è un premio sotto forma di “parte equipaggiabile” sbloccata gratuitamente nel garage del nostro mecha. Cioè, ogni volta che esauriamo con profitto tutte le task richieste da una specifica missione “tutorial”, ci viene regalato un fucile o un’armamento da spalla, un torso o una testa, e via così uno qualunque dei moltissimi equip da robottoni disponibili senza sborsare un centesimo. Non che sia così impegnativo “farmare” la valuta interna necessaria per migliorare il mezzo a disposizione, però “a caval donato non si guarda in bocca (di fuoco)”.

Secondo poi, il completamento corretto dei tutorial, che si sbloccano uno di conseguenza all’altro o accedendo e terminando determinate missioni della campagna principale, vi fornirà l’opportunità di guidare tantissimi Mech già pronti e ottimizzati in specifiche categorie di peso, di tipo di fuoco o di offensiva. Aspettare di sbloccare ogni elemento che i tutorial vi forniscono in un mix già collaudato richiederebbe un tempo indefinitamente maggiore, e un’abilità nella costruzione del gargantuesco Meccano che non è detto si abbia al primo playthrough. Per imparare come sfruttare al meglio una feature di gioco, a nostro avviso, non si può soprassedere dall’avere un robot efficace, altrimenti si rischia di essere “viziati” dall’inadeguatezza del mezzo, e di non capire una manovra, una meccanica o un metodo utile per vincere non perché non lo si sa mettere in pratica, ma piuttosto perché il nostro veicolo di prova non era all’altezza. Immaginate di imparare a guidare con una macchina a tre ruote, perché “tanto funziona lo stesso”, e poi fare l’esame con una normale quattroruote: come vi sentireste? Ce n’è davvero per tutti i gusti e i palati “ingegneristici”: i tutorial contengono e ci mettono al volante di mech che prediligono il volo e gli spostamenti aerei ponderati, se non robot che al posto delle gambe hanno dei possenti e affidabilissimi cingolati. Ci sono persino missioni tutorial che, ben lontane dall’essere impegnative in senso stretto, non vanno esattamente prese sotto gamba, e vi faranno divertire mentre imparate qualche movenza avanzata in tempo molto più breve, e con molto più profitto, rispetto all’andare alla cieca sul campo di battaglia, o persino rispetto al solo “guardare” un tutorial su Youtube

La teoria e l’osservazione passiva, insomma, crediamo non possano sostituire del tutto  l’azione vera e propria, la pratica, il test pad alla mano degli esoscheletri e l’apprendimento un missile alla volta degli schemi di movimento, dei tempismi e dei ritmi di azione e reazione dei vari mech. Ci sono così tante variabili, così tante possibili opzioni, build e configurazioni… perché skippare le missioni tutorial, quando avrete capito che sono maestre così concise, efficaci e persino divertenti?

Armored Core VI Fires of Rubicon Guida PVP

Massimizza le tue statistiche e scegli un “ruolo”

Il secondo consiglio, un po’ più pratico e meno teorico, riguarda la realizzazione di una build personale il più “specializzata” possibile. Cosa si intende con “build specializzata”? Vogliamo dire una configurazione di parti per il tuo robot che tenda a massimizzare date caratteristiche piuttosto che mantenere un livello medio “costante” per tutte quante. Che, comunque, non è un’opzione del tutto sconsigliabile, ma nemmeno, a nostro avviso, la migliore. Con un generale livellamento delle statistiche di peso, rapidità nello sprint e PA, il vostro Mecha non sarà del tutto da buttare, intendiamoci. Però, nella nostra esperienza con il PVP, soprattutto in squadra, a spuntarla sono sempre stati i mecha equipaggiati per risolvere un tipo di situazione in un modo univoco e puntando tutto su un genere di strategia. Perché? Ci sono vari motivi.

Scegliere “un ruolo” (DPS fisico, DPS long range, DPS esplosivo, DPS Volante, Tank, Tank offensivo, Speedster ecc., potremmo andare avanti), è la strada più efficace per non disperdere i propri sforzi durante le battaglie. Focalizzarsi sull’essere un “DPS fisico”, per esempio, ci spronerà a non cercare la sfida a distanza nemmeno per un istante, risparmiando tempo prezioso in cui non prenderemo “cheap damage” dall’avversario, ma ci saremo invece ingegnati per avvicinarci il più possibile e sferrare i primi, decisivi colpi ai suoi HP. Questo è un vantaggio quasi più “psicologico” che reale, perché anche senza una build specializzata è possibile pensare una strategia specifica e portarla a compimento in breve tempo. Ma va da sé che concentrandosi fin dal momento della costruzione dell’esoscheletro su “cosa vorrò farci di preciso?” aiuterà a mantenersi aderenti alla propria linea di offesa… o difesa. Sì, perché ci sono anche tantissime, eccellenti opzioni per tank, con tanto di cingolati e cannoni “alla Blastoise” sulla schiena e altissima capacità difensiva, di solito al prezzo della stamina consumata più rapidamente e di un peso non indifferente che non consente grandi velocità di sprint o di schivata. 

In secondo luogo, la massimizzazione delle statistiche ci è parsa insita nello stadio di progettazione delle varie parti montabili, che raramente sono adatte a costruzioni “ibride” e quasi sempre hanno bonus e malus puntuali molto precisi. Come a dire che delle gambe con giunture invertite che consentono salti altissimi e una leggerezza eccezionale del mezzo, non boostano mai le nostre stat difensive, nemmeno scegliendo le parti più avanzate e con power up più importanti. E’ insito nella scelta di quel pezzo che il nostro mech rinuncerà alla difesa per l’offesa e l’agilità. In ultimo, c’è la questione “abilità passive”, utilizzabili ed equipaggiabili in numero limitato sul nostro mezzo e pertanto da selezionare con grandissima cura. Si sbloccano dopo poche ore di playthrough, e ci vengono offerte in cambio di una valuta che si ricava vincendo scontri sia online, che offline in stile PVP, contro robot controllati dalla IA. Ebbene, anche queste abilità proprio come le parti smontabili sono super focalizzate sull’offrire bonus iper specifici che, guarda caso, svelano il loro massimo potenziale se supportati da altri strumenti che vanno nella stessa direzione strategica. 

Lo ripetiamo: non è che non si possa a prescindere montare build ibride, più semplici da pensare e da usare e che offrono di solito un livello grossomodo accettabile, nella maggior parte delle situazioni proposte. Soprattutto, non è detto che a lungo andare l’abilità crescente dei piloti non sopperirà alle carenze in termini di massimizzazione premiando i mech più versatili, al posto di quelli concentrati su uno e un solo modo di combattere. Questa guida andrà necessariamente contestualizzata in futuro, e vista come una fotografia istantanea del gioco pre e immediatamente post lancio. Della serie, non venitevi a lamentare se perdete, dicendo che è colpa nostra…

Trova (e ripeti) la tua “rotazione”

Il termine “rotazione” in ambito ludico è normalmente riferito al mondo dei giochi multigiocatore di massa online, gli MMO, che copnsentono ai player di combattere sfruttando abilità con un costo di casting (utilizzo) e un cooldown, un periodo di ricarica o raffreddamento, durante il quale l’abilità appena usata viene messa in stasi, e bisogna aspettare un po’ prima di lanciarla nuovamente. Qui entra in gioco la rotazione: lo sfruttamento ottimizzato e in sequenza di abilità diverse, i cui tempi di ricarica sono compatibili e scalari. La prima skill della rotazione è quella col tempo di cooldown più lungo, durante il quale si sfrutterà una seconda, una terza, se possibile una quarta e tutte le altre abilità a nostra disposizione con tempi di raffreddamento via via decrescenti, o calcolati in modo che, terminata la rotazione, si possa ricominciare con la prima magia castata, perchè nel frattempo il suo momento di inutilizzo è cessato, poi con la seconda, idem come sopra, ecc.ecc. in una, appunto “rotazione”. 

Armored Core VI Fires of Rubicon non è certo un MMO, ma i robottoni non lo sanno, e sono dotati di abilità, attacchi e movimenti speciali soggetti a cooldown nascosti, ma calcolabili in base all’equipaggiamento del robot e alle sue statistiche. Perciò, specialmente durante gli incontri PVP, per i quali l’immobilità o l’incapacità di eseguire azioni è vitale, è necessario avere in mente almeno una rotazione efficiente che si può usare per avere la meglio su avversari ignari, o che non hanno contato bene i secondi che intercorrono tra una raffica di mitra e la successiva per il loro mecha. La flessibilità durante il PVP è fondamentale, stare con i riflessi pronti a recepire un cambio di pacing dello scontro, o una manovra speciale di chi ci si oppone è vitale per vincere. Non sempre le rotazioni saranno applicabili in maniera scientifica come sugli MMO, che sono soliti avere ritmi decisamente più regolari e possibilità sia nostre che dei nemici meno imprevedibili. Ma agendo completamente a caso e senza una o più “combo” capaci di penetrare gli scudi e infliggere grandi quantità di danni tutti in una sola “rotazione”, si rischia a nostro avviso ancora di più. Affidarsi al caso, o al button smashing in Armored Core VI Fires of Rubicon, non è una buona idea. 

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.